È una caduta che sembra sempre più inarrestabile quella che denota l’andamento dei consumi in Veneto: il commercio al dettaglio è incollato al segno meno e calano anche gli ordinativi.
L’occupazione è stabile, consolazione davvero tiepida visti i crolli registrati negli ultimi mesi e quelli che si prospettano. Si tira avanti per boccate d’ossigeno. L’ultima rappresentata dal rinvio dell’aumento Iva: un provvedimento che stempera il pessimismo degli imprenditori. Ma se si parla di commercio, un dato su tutti detta gli umori. E non possono che essere neri. In cinque mesi, come rileva l’indagine VenetoCongiuntura, ben 1.800 negozi hanno chiuso, 12 al giorno. Il saldo con le nuove aperture è a -800. Lo stesso studio, condotto su un campione di 1.193 imprese con almeno tre addetti, dice che nei primi tre mesi dell’anno le vendite al dettaglio hanno registrato ancora una flessione del -6,8% (-7,8% nel trimestre precedente) rispetto allo stesso periodo del 2012. La contrazione è comune a tutti i segmenti, ma la performance peggiore si registra nel commercio al dettaglio dei prodotti non alimentari e alimentari, rispettivamente del -9,3% e -8,5%. Meno pesante la flessione dei supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-4,7%). Intanto, però, continua l’aumento dei prezzi di vendita (+0,3%) con variazioni più marcate per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+1,2%) e commercio al dettaglio alimentare (+0,7%), mentre risultano in diminuzione per commercio al dettaglio non alimentare (-1,2%). Per quanto riguarda le dimensioni, la variazione ha evidenziato un aumento maggiore per le medie e grandi superfici (+0,9%), mentre per le piccole si registra un calo del -0,6%. In linea col fatturato, gli ordinativi hanno segnato una netta flessione del -8,6% (era -7,1% nel trimestre precedente) su base annua. La performance peggiore è stata rilevata nel commercio al dettaglio non alimentare (-10,3%), seguito da quello alimentare (-8,4%). Migliore, ma sempre negativo, l’andamento per supermercati, ipermercati e grandi magazzini (-6,3%). Sotto il profilo dimensionale, i più colpiti risultano i punti vendita di piccole dimensioni (-9,7%). Stabile la dinamica dell’occupazione, che fa segnare un +0,2% su base annua. La variazione lievemente positiva dipende da supermercati, ipermercati e grandi magazzini (+0,5%), mentre commercio al dettaglio alimentare e non alimentare hanno segnato rispettivamente cali del -2,4% e -0,9%. Resta il fatto che la variazione positiva delle medie e grandi superfici (+0,5%), non compensa la contrazione delle piccole aree commerciali (-1,5%). I dati lasciano pessimisti gli imprenditori, anche se qualche suggestione di speranza si lascia intravedere: il saldo tra chi prevede un aumento e chi una diminuzione di vendite e ordinativi è rispettivamente -34,5 punti percentuali (contro il -55,3 del trimestre precedente) e -41,2 (-50,5 nel trimestre precedente). In miglioramento le aspettative sull’occupazione che segnano un -9,2 punti percentuali contro il -12,3 precedente. «Il 2013 è iniziato con una nuova flessione delle vendite al dettaglio» conferma Alessandro Bianchi, presidente Unioncamere del Veneto, «che si aggiunge a quelle del 2012. Il peso della crisi economica è ricaduto tutto sulle famiglie, che continuano a perdere potere d’acquisto. Il rinvio dell’aumento dell’Iva darà un po’ di respiro ed eviterà, parzialmente, un ulteriore calo dei consumi in Veneto, stimato in 122 milioni di euro nel 2013 e di 259 milioni nel 2014».
Il Mattino di Padova – 28 giugno 2013