“La contaminazione da Pfas è difficile da smaltire, sappiamo quali sono le ricadute sulle produzioni e sulla qualità dei prodotti del nostro prezioso Made in Italy? E quanto ci vorrà prima che l’Europa si accorga che rischiamo di mettere in giro prodotti ‘annaffiati’ con acqua ‘arricchita’ di sostanze perfluoroalchiliche e vieti la commercializzazione della nostra produzione agroalimentare? E quali misure intende adottare il governo per proteggere i cittadini dal consumo di prodotti alimentari contaminati da Pfas”.
“Il nostro Paese ha un problema di contaminazione territoriale da Pfas unico al mondo per dimensione e impatto ambientale, che non solo comporta la violazione di norme nazionali, europee e internazionali, ma inficia il diritto costituzionale alla tutela dell’ambiente e pone un rischio inaccettabile alla salute umana. Non serve che ricordi il caso specifico dello stabilimento Miteni di Trissino (VI) che per 50 anni ha prodotto impermeabilizzanti liquidi contenenti Pfas senza alcuna precauzione ambientale: basti pensare che della falda acquifera del bacino Agno-Fratta-Gorzone, grande come il lago di Garda, attingono gli acquedotti di ben 21 comuni, tre province – Vicenza, Verona e Padova – e 350 mila cittadini. Un’area di 700 chilometri quadrati compromessa: è il più grande fenomeno di inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche delle falde acquifere della storia d’Europa”.
Così il senatore del Partito democratico, Andrea Crisanti, in una nota.
“Ebbene, nonostante la gravità del problema l’Italia è rimasta inerte mentre l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) ad aprile 2023 ha aperto una consultazione pubblica su proposta di Germania, Paesi Bassi, Svezia, Danimarca e Norvegia con l’obiettivo di vietare la commercializzazione e la produzione di circa 10 mila sostanze chimiche sintetiche utilizzate in applicazioni diverse come tessuti, imballaggi, dispositivi medici, lubrificanti, refrigeranti, prodotti petrolchimici, manifattura, elettronica ed edilizia. Al nostro governo chiedo: come mai l’Italia non ha aderito?”.
“Non solo – ha aggiunto -: dato che la contaminazione da Pfas non solo è difficile da smaltire, ma attualmente continua in altre zone d’Italia, come per esempio a Spinetta Marengo, nella provincia di Alessandria, sappiamo quali sono le ricadute sulle produzioni e sulla qualità dei prodotti del nostro prezioso Made in Italy? E quanto ci vorrà prima che l’Europa si accorga che rischiamo di mettere in giro prodotti “annaffiati” con acqua “arricchita” di sostanze perfluoroalchiliche e vieti la commercializzazione della nostra produzione agroalimentare? E quali misure concrete intende adottare il governo per proteggere i cittadini dal consumo di prodotti alimentari contaminati da Pfas e dall’utilizzo di oggetti contenenti sostanze chimiche sintetiche? E contemporaneamente quali iniziative intraprendere per sostenere le attività produttive agricole del Veneto e assicurare la loro continuità operativa?”.
“È quello che vorrei sapere nell’interrogazione urgente rivolta ai ministri dell’Ambiente e del nostro Made in Italy che ho depositato assieme ai colleghi Andrea Martella e Beatrice Lorenzin, con i quali abbiamo anche depositato un disegno di legge finalizzata alla cessazione della produzione e l’impiego delle sostanze polifluoroalchiliche e perfluoroalchiliche. Attendiamo risposte”, conclude Crisanti.
27 giugno 2023