Corriere.it. Il virologo Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia Università di Padova e regista della gestione veneta dell’emergenza sanitaria, la prende di petto: secondo lui, dire che «il coronavirus clinicamente non esiste più», come ha fatto il direttore della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano Alberto Zangrillo è «una follia». «Non me lo spiego», ha detto questa mattina il virologo in collegamento ad Agorà su Rai3, «è un atteggiamento “sportivo” nei confronti del virus». «Se Zangrillo fosse andato a Vo’ la prima settimana di gennaio avrebbe detto che il virus clinicamente non esisteva e poi avrebbe visto cosa ha fatto», ha poi aggiunto Crisanti. Il virologo ha motivato così le sue parole: «Questo virus ancora non lo comprendiamo bene, non capiamo perché c’è un numero così elevato di asintomatici e perché a un certo punto, raggiunta una soglia critica, le persone cominciano ad ammalarsi in modo così grave e con conseguenze così devastanti». Poi ha concluso: «In questo momento c’è poca trasmissione ma non significa che non c’è pericolo. Non esiste il rischio zero in questo momento».
«Vienna fa bene a non riaprire i confini con l’Italia»
Quanto all’Austria, che ha deciso per il momento di non riaprire i confini con l’Italia, Crisanti spiega: «Penso che Vienna faccia bene, ci sono ancora un sacco di casi in Italia. Anche noi dovremmo implementare misure di controllo nei confronti di quei Paesi dove l’epidemia è ancora attiva, come America e Sud America». «Io stabilirei dei criteri», aggiunge, «entri in Italia, ti controlliamo la temperatura, ti facciamo il tampone e verifichiamo che tu sia rintracciabile. Se sei positivo ti mettiamo in isolamento, non è che si può riaprire tutto così».
Il caso di Vo’: il virus circolava da gennaio, 5% popolazione con anticorpi
Il virologo ha poi illustrato i risultati delle indagini condotte a Vo’ Euganeo, il primo paese veneto dove l’epidemia si è manifestata: gli ultimi rilievi, ha spiegato, consentono di «datare l’entrata del virus nella prima-seconda settimana di gennaio». «Abbiamo di nuovo fatto il tampone a tutta la popolazione di Vo’, poi abbiamo fatto il test sierologico e stiamo completando l’analisi genetica di tutti i cittadini», ha detto Crisanti. Il tampone più recente non ha individuato nuovi casi positivi, ma il test sierologico ha rivelato quelle che il virologo ha definito «sorprese interessanti»: «C’è un numero importante di persone che al primo campionamento (24-25 febbraio, ndr) era negativo al tampone e stava bene e queste persone hanno anticorpi».