Caduta degli acquisti «Recessione piena» La corsa del discount Confcommercio: consumi giù dell’1,7%. 6milioni di famiglie fanno acquisti solo nei discount
MILANO — La crisi continua a mordere, il potere d’acquisto si riduce e i consumi degli italiani arrancano. A settembre le vendite al dettaglio sono diminuite dell’1,7% rispetto a un anno fa: è il sesto calo consecutivo su base annua, conferma l’Istat. «E recessione piena», commenta la Confcommercio. Il ribasso è sintesi di un calo, anche se leggero, delle vendite alimentari (-0,1%) e di una discesa assai più marcata per i restanti settori (-2,4%). Mentre su base mensile, fa sapere sempre l’Istat, le vendite crescono dello 0,2% per i prodotti della tavola, restando ferme per i non alimentari. La flessione delle vendite ha colpito anche il sistema distributivo: a settembre hanno pagato il prezzo più alto i piccoli negozi, con una diminuzione annua del 3,5%, risulta invece positiva la grande distribuzione ( 0,6%). In particolare fanno segnare un forte aumento i discount (3%), al contrario scendono le vendite, sempre su base annua, negli ipermercati (-0,6%). «La situazione è veramente critica — sottolinea la Cia, Confederazione italiana agricoltori in una nota — e gli italiani sono costretti a tagliare di netto anche sulla tavola. Oggi 7,4 milioni di famiglie, pari al 34%, dichiara di optare ormai per prodotti low cost o di qualità inferiore, mentre 6,5 milioni, pari al 28% dei nuclei familiari, ammette di rivolgersi quasi esclusivamente ai discount, cercando tout court sconti e promozioni commerciali». Guardando i diversi settori del non alimentare, la diminuzione tendenziale di maggiore entità riguarda i prodotti farmaceutici, che con un -5,8% accusa il calo più marcato fra tutte le voci di spesa. «A pesare sulle vendite vi è pure il trend negativo dei prezzi dei medicinali — aggiunge il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi — che nei primi nove mesi dell’anno segna un -4%. La crisi è grave e rischia di avere pesanti ripercussioni sulle 165 fabbriche attive in Italia». Tra gli altri cali significativi evidenziati dall’Istat, che per inciso incorpora nell’indice delle vendite al dettaglio la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi, ci sono gli articoli di foto-ottica (-4,3%) ed elettrodomestici, radio, tv e registratori (-3,9%). A conferma del critico stato di salute del Paese, arriva, sempre dall’Istat, anche l’analisi sull’andamento del Pil a livello macroregionale, tra il 2007 e il 2011. Che risulta in flessione in tutte le aree del Paese, e nel Sud è sceso addirittura ai livelli del 2000. Nonostante il recupero del 2011— che si era manifestato ovunque, tranne che nel Mezzogiorno — solo nella provincia di Bolzano lo scorso anno il Pil in volume si è riportato su livelli pre crisi. Nel resto del Paese il recupero è stato solo parziale: per il Nord il livello del 2011 è analogo a quello del 2005, per il Centro a quello del 2004.
Corriere della Sera – 26 novembre 2012