Tutti d’accordo, in apparenza almeno. Ai gruppi politici del consiglio regionale basta un’ora per approvare l’istituzione della Commissione speciale d’inchiesta sulla pandemia in Veneto, ma il voto unanime non cancella la diversità degli obiettivi di partenza.
Così l’opposizione – per voce dei dem Giacomo Possamai, Vanessa Camani e Anna Maria Bigon – si propone di investigare sulle scelte compiute dalla squadra di Luca Zaia su più versanti: la qualità delle azioni di contenimento del Covid; l’utilizzo di tamponi di prima e seconda generazione nel testing del personale sanitario e assistenziale; l’incidenza, «comparata ad altre regioni d’Italia», delle restrizioni alla mobilità personale nella diffusione del virus; l’appropriatezza dei percorsi di protezione e cura degli ospiti delle case di riposo.
Ostanel chiede un focus scientifico
E la Lega? «Questa commissione è obiettivo prioritario dell’amministrazione Zaia perché i veneti hanno il diritto di sapere cosa è successo davvero negli ultimi sedici mesi», esordisce lo speaker Alberto Villanova; «Sono state dette troppe bugìe sulla nostra sanità, per questo abbiamo voluto che le sedute siano pubbliche in streaming, che gli atti siano trasmessi all’autorità giudiziaria e che oggetto dell’indagine sia l’intero periodo della pandemia. Non vogliamo comizi, i fatti vanno distinti dalle opinioni, ascolteremo gli scienziati, gli amministratori, i medici, gli infermieri, i manager, i malati guariti. Ma non chi, dopo aver sbagliato clamorosamente le previsioni, conclude “i fatti mi danno torto ma ho ragione ugualmente”», in l’allusione diretta al microbiologo- avversario Andrea Crisanti.
Vaccinazione scolastica al 65,8%
Tant’è. Assente il governatore, prende la parola il suo braccio destro nell’emergenza, Manuela Lanzarin, che assicura «collaborazione totale» all’inchiesta, convinta com’è che «un impegno trasversale, non di natura ideologica, ci servirà per comprendere l’efficacia delle scelte tecniche e strategiche adottate, ma soprattutto sarà utile nel prossimo futuro, quando saremo tutti chiamati ad assumere scelte di programmazione in campo sanitario».
«Solo così riusciremo a fare il bene dei veneti», afferma l’assessore alla Salute, che in precedenza aveva aggiornato l’aula circa l’andamento delle vaccinazioni della popolazione scolastica: «A fronte di 108.504 tra insegnanti e personale non docente, il 65,8% ha ricevuto almeno la prima dose e di questi il 24% ha completato il ciclo. Resta scoperto circa un terzo, il 34, 2%, non ho dubbi che quanti ne hanno la volontà saranno immunizzati prima di settembre consentendo una ripresa dell’attività didattica in sicurezza».
C’è tempo fino al 30 novembre
Altre voci nella maggioranza. Quella morbida di Elisa Venturini (Forza Italia): «La commissione dovrà stilare quasi un “diario terapeutico” per cogliere punti di forza e di fragilità della sanità veneta e dare un senso alla sofferenza umana, sociale, ed economica patita dalla nostra comunità»; quella pungente di Raffaele Speranzon (Fdi): «Avverto un passo indietro di quanti a sinistra, un mese fa, cercavano la polemica strumentale. Uno spirito di collaborazione favorirà risposte attendibili ai cittadini». Che altro? Il fatidico organismo sarà composto da 10 esponenti di maggioranza e 5 di opposizione; a quest’ultima, da regolamento spetta la presidenza e prende quota la candidatura di Francesca Zottis (gradita dall’assemblea a trazione zaiana) mentre favorita nel ruolo di vice è Sonia Brescacin, la tenace leghista a capo della commissione Sanità. C’è tempo per indagare fino al 30 novembre, la nomina dei commissari è attesa «entro venti giorni». Non c’è fretta, si direbbe.