Il Messaggero. È allarme per alcuni farmaci che sono praticamente introvabili. Una carenza di cui non si è sofferto nemmeno in piena pandemia. L’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) riporta la carenza di oltre 3mila farmaci, di cui 554 per problemi produttivi e distributivi, elevata richiesta (covid e influenza), discontinuità nelle forniture e ridotta disponibilità. La preoccupazione di Federfarma e medici di base: «Così è difficile curare».
IL CASO ROMA Non importa quante farmacie si raggiungano: una, due, tre o anche quattro di fila. Ci sono alcuni farmaci che sono praticamente introvabili in Italia e non solo. Da Nord a Sud del nostro Paese alcune medicine spariscono non appena le farmacie ne vengono rifornite. Una carenza simile non l’abbiamo sofferta neanche in piena pandemia, quando quasi finterò mondo era in lockdown e la richiesta di farmaci era giustificabilmente molto alta.
L’ultimo bollettino dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) riporta la carenza di oltre 3mila farmaci, di cui 554 per problemi produttivi e distributivi, elevata richiesta, discontinuità nelle forniture e ridotta disponibilità. «Il problema della carenza dei farmaci ritorna periodicamente all’attenzione», dice Roberto Tobia, segretario nazionale di Federfarma. «Ma possiamo dire che la carenza di medicine è oggi più alta, anche se leggermente, che nel periodo più buio della pandemia», aggiunge. LE CAUSE All’origine di questa situazione c’è un’eccezionale combinazione di fattori. In primis una stagione influenzale piuttosto insidiosa, probabilmente la più forte degli ultimi 10-15 anni. All’influenza continua ad aggiungersi la circolazione del virus Sars-CoV-2, responsabile delle infezioni Covid-19. E ci sono più casi di infezione da virus respiratorio sinciziale. In questo periodo si fa quindi un utilizzo maggiormente diffuso di alcuni farmaci che consentono di gestire i sintomi dell’influenza e di Covid-19, così come di altre sindromi similinfluenzali. «La paura di non trovare questi farmaci spinge poi i cittadini all’acquisto anche senza che ce ne sia bisogno», dice Tobia. «Un altro fattore determinante per la carenza dei farmaci è legata alla dipendenza dell’Italia nella produzione di alcuni principi attivi», aggiunge il segretario nazionale di Federfarma. «Molti farmaci, infatti, arrivano dall’India e dalla Cina. A causa della pandemia e dei lockdown, gli stabilimenti situati in questi paesi hanno rallentato la loro produzione – aggiunge -, Per evitare conseguenze simili e una maggiore tranquillità bisognerebbe fare in modo di essere più indipendenti in futuro». La carenza dei farmaci, inoltre, è collegata all’attuale crisi intemazionale, scatenata dalla guerra tra Ucraina e Russia. «A causa del conflitto – spiega Tobia – stiamo soffrendo la carenza di materie prime che non sono solo principi attivi. Manca ad esempio il materiale per il packaging dei farmaci: l’alluminio per i blister che contengono le medicine: il salice per le fiale e le bottiglie di sciroppo; e manca addirittura il cartone, un materiale che sottovalutiamo, ma che è fondamentale per la distribuzione dei farmaci. I paesi dell’Est che producono cartone hanno diminuito le consegne: per limitare i costi, aumentati pervia del caro carburante, hanno portato al contingentamento delle spedizioni». I
L RESTO DEL MONDO La carenza dei farmaci non è solo un problema nazionale, ma europeo e mondiale. Come in Italia, nelle ultime settimane si sono registrate in Grecia carenze significative di farmaci da banco, come gli sciroppi antipiretici e gli sciroppi per la tosse ma anche antibiotici e farmaci per inalazione che interessano soprattutto i bambini. Il ministro della Salute greco Thanos Plevris ha inviato una lettera alla Commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, chiedendo «una politica centrale a livello dellUnione Europea per il problema della carenza di farmaci che affligge tutti gli Stati membri dellUe». Anche la Francia e la Germania stanno attraversando una fase critica nella disponibilità dei farmaci. Notifiche simili sono state emesse dal governo del Regno Unito. In Irlanda, Medicines for Ireland, organizzazione sanitaria nazionale, ha recentemente elencato 186 medicinali che risultano scarsi scarseggianti a causa dei crescenti problemi della catena di approvvigionamento globale. In Romania, più di 2mila medicinali sono scomparsi dal mercato e in Belgio un farmaco su cinque che era disponibile l’anno scorso oggi non lo è più. «C’è la volontà da parte dell’Unione Europea di realizzare un sistema di raccordo tra i paesi membri, coordinato dall’Ema (Agenzia europea dei medicinali), per armonizzare le problematiche relative alla carenza di farmaci, cercando soluzioni», dice Tobia. «L’Italia ha già avviato una serie di interlocuzioni, aprendo un tavolo con Spagna, Portogallo, Francia e altri paesi», aggiunge. Anche questa, tuttavia, è una soluzione potenzialmente efficace nel futuro e non immediata. «Al momento la cosa più logica da fare è appellarci al buon senso e alla responsabilità civica: non facciamo scorte inutili, ma acquistiamo solo i farmaci di cui abbiamo bisogno realmente in quel momento».
Antibiotici e ibuprofene emergenze per l’inverno
Quest’anno l’influenza ha colpito più duramente gli italiani. Non solo in termini di diffusione, ma anche per la difficile reperibilità dei farmaci che aiutano a gestire i sintomi. Ibuprofene e paracetamolo, ad esempio, un «must» in questo periodo, non sempre si riescono a trovare in farmacia. O almeno spesso non si trovano nella solita formulazione a cui siamo abituati. Sono settimane, anzi mesi, che si fa fatica a trovare l’ibuprofene in sciroppo per i bambini. O anche alcune compresse «griffate» per adulti. Un po’ meno pronunciata, ma comunque presente, la carenza di paracetamolo.
Nelle chat di WhatsApp o sui social impazza la caccia alle confezioni di antifebbrili. Alcune mamme sono talmente disperate da «elemosinarne» qualche dose anche solo per «superare la giornata». Ibuprofene e paracetamolo sono anche i farmaci utilizzati dalle persone con Covid-19 sintomatico, e questo li rende ancora più «preziosi», dunque più difficili da recuperare.
AEROSOL E AZITROMICINA Ma a mancare nelle farmacie sono anche soluzioni, come gli antimucolitici, che si utilizzano negli aerosol che, in questo periodo, sono sempre «in moto» per le molte infezioni alle vie aeree. In carenza ci sono anche alcuni antibiotici. L’azitromicina, ad esempio, di cui si è abusato per molto tempo, in quanto erroneamente considerata utile per la cura del Covid-19. A poco sono serviti gli appelli dei medici: moltissimi italiani, spaventati dalla carenza, ne hanno fatto grandi scorte, rendendola di fatto indisponibile per le persone che invece ne hanno realmente bisogno. Federfarma segnala anche l’indisponibilità dell’antibiotico cefixoral e l’uscita dalla produzione dello zimox. Per fortuna, per questi antibiotici abbiamo al momento delle alternative che riescono a sopperire alla carenza e che devono comunque essere prescritte dal medico.
In totale secondo l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) sono più di 3mila i farmaci carenti, lista nella quale sono presente praticamente quasi tutte le medicine che si utilizzano per l’influenza. Ma non solo. Tra le carenze segnalate dall’Aifa – che a sua volta raccoglie le segnalazioni arrivate dalle regioni – a mancare sono anche altri farmaci, alcuni anche salvavita: siva dagli antiepilettici agli antipertensivi fino ai diuretici e ad alcuni antitumorali. Ma anche, in questi casi, il sistema sta reggendo grazie alle alternative. Alcune farmacie, inoltre, si sono attrezzate rispondendo in maniera proattiva alla carenza di alcuni medicinali. Moltissime hanno infatti aumentato l’attività dei propri laboratori con la produzione di medicinali galenici, come sciroppi a base di ibuprofene. I preparati galenici sono farmaci assemblati direttamente in farmacia sulla base di una farmacopea comunitaria. I farmacisti acquistano i principi attivi e li assemblano secondo norme codificate di buona preparazione, realizzando prodotti efficaci e sicuri tanto quanto quelli industriali. Non tutte lo fanno, ma molte sì e con ottimi risultati. I farmacisti, inoltre, hanno la possibilità, oltre che l’obbligo, di proporre soluzioni alternative, come farmaci equivalenti a quelli di brand prescritti. Come dice la parola stessa, un farmaco equivalente è efficace e sicuro tanto quanto quello di marca. Tuttavia, nel nostro paese c’è ancora grande diffidenza sui generici. Non a caso l’Italia è il Paese che in Europa ha la più bassa percentuale di utilizzo di farmaci equivalenti. Basta pensare che ogni anno gli italiani spendono in maniera crescente cifre importanti, stimate intorno a 1 miliardo e mezzo di euro, per aggiungere di tasca proprio la differenza di prezzo del farmaco di marca rispetto al suo equivalente.
C’è poi l’opzione di acquistare i farmaci online, almeno quelli da banco. Ma attenzione: l’acquisto dei medicinali online è assolutamente sicuro solo se la farmacia online riporta sulla propria homepage l’apposito marchio europeo che permette l’accesso alla lista ufficiale del ministero della Salute di tutte le farmacie online certificate. Le farmacie online che operano legalmente sul territorio italiano garantiscono l’autenticità, la tracciabilità del medicinale e la piena tutela dei dati personali. Il problema è che anche queste farmacie soffrono della stessa carenza. Inoltre, bisogna fare molta attenzione a rivolgersi solo alle farmacie autorizzate. Il rischio, nella migliore delle ipotesi, è di acquistare farmaci inefficaci. Nella peggiore, c’è il rischio di incappare in prodotti illegali pericolosi per la salute.