In arrivo un rapido aumento dei contagi
Abbiamo preso in considerazione il corposo documento relativo al monitoraggio della Fase 2 e relativo all’ultimo report settimanale dell’Istituto Superiore di sanità. «L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio» fa sapere l’Iss. E’ in generale crescita l’indice di contagio Rt, la cu media nazionale sale ad oltre 1. Tre regioni hanno un Rt puntuale significativamente maggiore di 1 (Calabria, Emilia Romagna e Lombardia), altre 6 lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta), altre 4 hanno un valore uguale (Puglia) o che lo sfiora (Lazio, Piemonte, Veneto). Una regione (Veneto) mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale.
«L’epidemia si trova, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni/PA».
Punti chiave
La settimana che è stata presa in valutazione è quella a cavallo del nuovo anno ed è stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive. «Permane – fa sapere l’’Iss – una diffusa difficoltà nella tempestività dell’invio dei dati». Per questio motivo è possibile che sia stata sottostimata sia la velocità di trasmissione del virus, sia l’incidenza. Come conseguenza questo può portare ad una possibile sottostima della velocità di trasmissione e dell’incidenza. Per questo i dati che saranno diffusi venerdì 15 diventeranno fondamentali per «una valutazione più accurata sull’andamento dell’epidemia». In generale, però, si riscontra un generale peggioramento della situazione.
Aumenta l’incidenza a livello nazionale
«Si osserva, dopo alcune settimane di diminuzione, nuovamente un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (313,28 per 100.000 abitanti (21/12/2020-03/01/2021) vs 305,47 per 100.000 abitanti (14/12/2020 – 27/12/2020), dati flusso ISS). Si evidenzia, in particolare, il persistente valore elevato di questo indicatore nella Regione del Veneto (927,36 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 gg). L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate».
Cresce l’indice Rt
Nel periodo 15 – 28 dicembre 2020, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,03 (range 0,98 – 1,13) in aumento da quattro settimane e per la prima volta, dopo sei settimane, sopra uno. Per chi volesse approfondire, qui sarà possibile capire come viene calcolato l’indice Rt. In sintesi «si osserva un aumento complessivo del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile dovuto ad un aumento diffuso della probabilità di trasmissione di SARS-CoV-2 sul territorio nazionale in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali è ancora alto nella maggior parte delle Regioni/PPAA.»
«Complessivamente, questo porta alla classificazione di 12 Regioni/PPAA a rischio alto questa settimana (vs nessuna la settimana precedente), 8 a rischio moderato (di cui due ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una Regione (Toscana) a rischio basso. Tre Regioni (Calabria, Emilia-Romagna e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel valore inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 2, altre 6 (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta) lo superano nel valore medio, e altre quattro lo raggiungono (Puglia) o lo sfiorano (Lazio, Piemonte e Veneto)».
Gli effetti sulle terapie intensive
«Sono 13 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali».
Allerta di Resilienza, il caso Valle d’Aosta
Tutte le Regioni, tranne una, la Valle d’Aosta, riportano un’allerta di resilienza. «Questo è dovuto principalmente a un aumento nei tassi di positività che potrebbe riflettere il minor numero di test realizzati nel periodo festivo». Nessuna Regione, invece, riporta molteplici allerte.
«Si osserva di nuovo un aumento nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (40.487 vs 31.825 la settimana precedente) nonostante la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti aumenti lievemente (26,8% vs 26,0% la settimana precedente). Si osserva, anche, un lieve aumento nella percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32,8 % vs 32,4% la settimana precedente). Infine, il 28,8% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nell’11,6% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico».
Le decisioni e il nuovo Dpcm
Sono gli elementi che hanno portato il governo a stabilire una ulteriore stretta. Soprattutto perché i contagi sono rimasti alti nonostante un calo sensibile del numero dei tamponi effettuati. E’ salito anche il dato medio sull’indice dei contagi, mediamente attestato a 1,03 (ricordiamo che per entrare in zona bianca, quindi ad una vita più o meno normale, secondo gli ultimi dati dell’Iss, è necessario avere un indice Rt inferiore a 0,5). Nonostante la settimana in valutazione (28/12/2020-03/01/2021) sia stata caratterizzata da un numero particolarmente basso di tamponi nelle giornate festive, si osserva di nuovo un aumento dell’ incidenza nel Paese che ha una media di 166,02 per 100 mila abitanti). Insomma, non stiamo benissimo. E le notizie che stannoa arrivando dal resto dell’Europa non sono per niente confortanti.