Intanto però sul tavolo dei tecnici del ministero della Salute è pronta in bozza una nuova circolare alle Regioni con le «Indicazioni per la gestione dell’epidemia SARS-CoV-2 nella stagione autunno inverno 2022-2023» che mette in pista la strategia per i prossimi mesi: si va dalla sorveglianza del virus -compresa quella della comparsa di nuove varianti – alla spinta alla vaccinazione per «colmare le lacune nella copertura» valutando la possibilità di «combinare le campagne di vaccinazione» contro Covid e influenza fino al ritorno delle mascherine, dello smart working e della limitazione agli assembramenti e quindi lo stop ai grandi eventi in caso di peggioramento della situazione, cosa che sembra stia puntualmente avvenendo. La bozza della circolare sulle mascherine è chiara: «Il loro uso in spazi pubblici chiusi – si legge – potrà essere una prima opzione per limitare la trasmissione nella comunità nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sull’assistenza sanitaria e/o sul funzionamento dei servizi essenziali». Ma ieri sera è arrivata però la smentita dello stesso ministero della Salute: nessuna circolare sarà pubblicata. A frenare è stato in particolare lo stesso ministro uscente Roberto Speranza che vuole lasciare la palla, anche sulla gestione del Covid, al prossimo Governo. Ma non è escluso che di fronte alla corsa dei contagi il documento messo a punto insieme all’Istituto superiore di Sanità non torni in pista di nuovo molto presto.
Del resto la battaglia contro il virus non è stata ancora vinta come ha ricordato ieri anche il capo dello stato Sergio Mattarella e anche se l’epidemia ha cambiato pelle è pur vero che da quando c’è Omicron – la variante più contagiosa ma meno patogena – ci sono stati oltre 30mila morti. L’arma più appuntita contro il Covid resta quella dei vaccini, soprattutto da quando già da diverse settimane sono arrivati i nuovi vaccini bivalenti, tarati su Omicron 1 e su Omicron 4-5 (queste le sottovarianti ora dominanti) . Peccato che anche l’ampia disponibilità dei nuovi farmaci sembra non far decollare la nuova campagna vaccinale, soprattutto quella delle quarte dosi raccomandate agli over 60 e ai fragili: si tratta di una grande platea di oltre 19 milioni di persone, quelle che rischiano di più forme gravi e ricoveri . Di questi solo 3,3 milioni (il 17,5%) ha allungato il braccio per proteggersi con una nuova iniezione. Se si escludono anche i guariti da meno di 6 mesi (1,8 milioni) sono ancora senza protezione in 14 milioni. Tra l’altro i vaccinati sono ancora troppo pochi anche tra i più anziani: solo il 33% tra gli over 80 e il 16,7% tra i 70 e i 79 anni. Con la campagna vaccinale che prosegue a rilento anche se nelle ultime due settimane c’è stata una leggera risalita: troppo piccola però per dare una vera sterzata. Nella settimana dal 24 settembre al 3 ottobre sono state fatte 104mila iniezioni – una media di 15mila al giorno -poco più delle 85mila della settimana precedente ma sicuramente insufficiente per condurre in porto la campagna vaccinale. Al ritmo dell’ultima settimana (100mila dosi) a fine dicembre – mese entro il quale si raccomanda la protezione – sarà coperto con il vaccino solo un quarto della platea complessiva di over 60 e fragili. Un numero che segnerebbe un flop clamoroso dopo il successo della scorsa campagna vaccinale che ha raggiunto 50 milioni di italiani.