All’interno della circolare si elencano alcuni obiettivi quali il completamento della campagna vaccinale contro il Covid e il ricorso, in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, alle mascherine all’interno di luoghi chiusi, così come l’adozione temporanea di altre misure quali il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti. Presenti anche indicazioni per i servizi sanitari al fine di farsi trovare pronti a fronteggiare un eventuale aumento dei casi di infezione da Sars-CoV-2. LA CIRCOLARE
Dopo lo stop dello scorso 3 novembre, arrivano dal ministero della Salute le nuove indicazioni per le Regioni sulla gestione della pandemia per la stagione invernale.
All’interno del nuovo testo messo a punto dalle Direzioni generali per la prevenzione e la programmazione troviamo tutta una serie di indicazioni dettagliate sul completamento della campagna vaccinale contro il Covid per “continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione”, colmando anche le lacune per i cicli primari e combinando le campagne di vaccinazione per Covid e influenza e le indicazioni su cosa fare in caso di peggioramento della situazione epidemiologica, dal possibile ricorso all’uso di mascherine all’interno di luoghi chiusi, all’adozione temporanea di altre misure quali il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti.
Presenti anche indicazioni per i servizi sanitari al fine di farsi trovare pronti a fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2 e le raccomandazioni sulla ventilazione dei locali e sulle cure domiciliari.
Ma vediamo comunque nel dettaglio tutte le nuove indicazioni.
Attività di sorveglianza e monitoraggio
Vaccinazione Covid
Nella stagione invernale 2022-2023, si spiega che l’obiettivo della campagna vaccinale sarà quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione.
Le priorità e i fattori da considerare nella preparazione e nell’attuazione delle nuove strategie vaccinali, includono:
– la prosecuzione della campagna vaccinale in corso, colmando le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati e mantenendo una sufficiente capacità di vaccinazione;
– la possibilità di combinare le campagne di vaccinazione contro Covid e influenza;
– lo sviluppo di programmi di vaccinazione con vaccini adattati, identificando gruppi di popolazione prioritari ed assicurando che ci sia una disponibilità sufficiente di dosi;
– il monitoraggio dell’efficacia e la sicurezza dei vaccini adattati una volta iniziata la diffusione su larga scala;
– l’implementazione di strategie di comunicazione efficaci per promuovere l’assunzione di dosi di richiamo, il completamento della serie primaria e la campagna sui nuovi vaccini e adattati e sui vaccini proteici. Al tempo stesso, le campagne informative dovrebbero essere indirizzate anche a incentivare l’uso dei vaccini anti-influenzali per le persone a rischio.
Interventi non farmacologici
Gli interventi non farmacologici si sono dimostrati “fondamentali per limitare la diffusione del virus, proteggere i gruppi vulnerabili e ridurre la pressione sui sistemi sanitari”.
La ricerca dei contatti e l’autosorveglianza “dovrebbero prioritariamente essere condotte ed applicate in individui a rischio di malattia grave, contesti ad alto rischio (assistenza sanitaria, case di cura e strutture di assistenza a lungo termine), e in situazioni di maggiore preoccupazione (ad esempio, una variante emergente di interesse o preoccupazione). Si ricorda a tal proposito che nei diversi paesi europei l’isolamento dei casi (raccomandato piuttosto che obbligatorio, con o senza test in uscita) continui ad essere indicato come una delle possibili misure di mitigazione dell’epidemia”.
L’utilizzo di mascherine, si spiega, è “efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave. Analogamente, nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.
Infine, garantire un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi è una misura fondamentale per ridurre il rischio di trasmissione del Sars-CoV-2 e di altri virus respiratori.
Cure domiciliari
La gestione clinica dei pazienti affetti da Covid permette una gestione precoce dell’infezione limitando il sovraccarico di strutture sanitarie assistenziali. Tale gestione “è evoluta nel tempo, riflettendo l’evoluzione delle conoscenze relative alla patogenesi, ai sintomi presentati dai pazienti, alle nuove evidenze sulle terapie, e alla disponibilità di nuovi farmaci antivirali e anticorpi monoclonali”.
Misure di organizzazione dei servizi sanitari
Per la stagione invernale 2022-2023, nella circolare si ritiene “indispensabile” che i servizi sanitari regionali verifichino, e se necessario rafforzino il proprio stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da Sars-CoV-2.
In particolare si raccomanda la verifica di:
– dotazione di posti letto in ricovero ordinario (area medica Covid) e in regime di terapia intensiva/sub-intensiva dedicati e da dedicare a pazienti Covid, da individuare ed attivare con modalità flessibile in base alla domanda;
– disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la gestione in sicurezza dei pazienti:
– ricoverati a causa delle manifestazioni cliniche di Covid;
– ricoverati per altre cause presso reparti di diversa competenza nosologica e risultati positivi alla ricerca del virus Sars-CoV-2;
– disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la disinfezione e sanificazione degli ambienti di soggiorno dei pazienti positivi alla ricerca del virus Sars-CoV- 2;
– approvvigionamento di materiali di consumo, strumentazione, dispositivi, diagnostici, farmaci, vaccini, ecc.;
– disponibilità di personale sanitario formato e continuamente aggiornato, che possa supportare i reparti ospedalieri e i servizi territoriali nel caso di un aumento del numero di casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali e/o dei Dipartimenti di Prevenzione;
– dotazioni e procedure delle Rsa e long term facilities;
– modalità e protocolli dell’assistenza a domicilio;
– efficacia della comunicazione esterna e interna, ivi compresa la tempestiva comunicazione dei dati che alimentino i flussi informativi nazionali.
Si raccomanda lo stretto monitoraggio dell’andamento delle liste d’attesa per le prestazioni programmate di ricovero, ambulatoriali e di screening oncologico e l’attento aggiornamento dei piani di recupero in base ai risultati del monitoraggio, secondo i criteri individuati nelle Linee di Indirizzo per il recupero delle prestazioni sanitarie non erogate in ragione dell’epidemia da Sars-CoV-2.
Infine, si sottolinea come l’organizzazione dei servizi dovrà comunque tenere conto della necessità di gestire in sicurezza l’accesso alle strutture sanitarie da parte dei visitatori.
Giovanni Rodriquez – Quotidiano sanità