La novità principale rispetto alla precedente circolare del 29 dicembre è il recepimento della proroga al 30 aprile 2023 dell’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e negli ambulatori e studi medici. LA CIRCOLARE.
“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SARS-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”, è quanto sottolinea la nuova circolare del Ministero della Salute diramata ieri che aggiorna e sostituisce quella del 29 dicembre scorso.
La novità principale rispetto alla precedente circolare è il recepimento della proroga al 30 aprile 2023 dell’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese le strutture di ospitalità e lungodegenza, le residenze sanitarie assistenziali, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e negli ambulatori e studi medici.
In ogni caso ripubblichiamo di seguito le principali indicazioni contenute nel nuovo testo del Ministero:
Testing e equenziamento
Per il Ministero “Si evidenzia la necessità di intensificare il sequenziamento al fine di raggiungere una numerosità sufficiente a identificare l’eventuale circolazione di nuove varianti, anche in relazione alla recente diffusione dell’infezione nella Repubblica Popolare Cinese” ed “è particolarmente importante evitare la congestione delle strutture sanitarie limitando l’incidenza di malattia grave da COVID-19 e le complicanze dell’influenza nelle persone a rischio, proteggendo soprattutto le persone più fragili”.
La circolare ribadisce poi le seguenti misure di organizzazione dei servizi sanitari sottolineando che “per la stagione invernale 2022-2023, si ritiene indispensabile che i servizi sanitari regionali verifichino, e, se necessario, rafforzino il proprio stato di preparazione al fine di fronteggiare un eventuale aumento della domanda di assistenza per i casi di infezione da SARS-CoV-2”.
In particolare si raccomanda la verifica di:
• dotazione di posti letto in ricovero ordinario (area medica COVID)[1] e in regime di terapia intensiva/sub-intensiva dedicati e da dedicare a pazienti COVID-19, da individuare ed attivare con modalità flessibile in base alla domanda;
• disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la gestione in sicurezza dei pazienti:
– ricoverati a causa delle manifestazioni cliniche di COVID-19;
– ricoverati per altre cause presso reparti di diversa competenza nosologica e risultati positivi alla ricerca del virus SARS-CoV-2;
• disponibilità e corretta applicazione di protocolli ospedalieri formalizzati per la disinfezione e sanificazione degli ambienti di soggiorno dei pazienti positivi alla ricerca del virus SARS-CoV-;
• approvvigionamento di materiali di consumo, strumentazione, dispositivi, diagnostici, farmaci, vaccini, ecc.;
• disponibilità di personale sanitario formato e continuamente aggiornato, che possa supportare i reparti ospedalieri e i servizi territoriali nel caso di un aumento del numero di casi tale da superare l’attuale capacità dei sistemi assistenziali e/o dei Dipartimenti di Prevenzione;
• dotazioni e procedure delle RSA e long term facilities; o modalità e protocolli dell’assistenza a domicilio;
• efficacia della comunicazione esterna e interna, ivi compresa la tempestiva comunicazione dei dati che alimentino i flussi informativi nazionali.
Il ministero rimarca poi che è “importante sottolineare che l’assetto organizzativo dei servizi sanitari dedicati al COVID19 (con particolare riferimento alle dotazioni di posti letto ospedalieri) dovrà seguire dinamicamente gli andamenti della relativa domanda e della situazione epidemiologica, per limitare le ricadute della gestione della pandemia sulle cure di patologie diverse dal COVID-19 e sulle liste d’attesa per le prestazioni programmate”.
E a questo proposito si raccomanda “lo stretto monitoraggio dell’andamento delle liste d’attesa per le prestazioni programmate di ricovero, ambulatoriali e di screening oncologico e l’attento aggiornamento dei piani di recupero in base ai risultati del monitoraggio, secondo i criteri individuati nelle Linee di Indirizzo per il recupero delle prestazioni sanitarie non erogate in ragione dell’epidemia da SARS-COV-2”.
L’organizzazione dei servizi dovrà comunque tenere conto della necessità di gestire in sicurezza l’accesso alle strutture sanitarie da parte dei visitatori.
Mascherine al chiuso e smart working se situazione dovesse peggiorare
Il ministerro sottolinea poi che “l’utilizzo di mascherine è efficace nel ridurre la trasmissione dei virus respiratori e nel caso in cui si documentasse un evidente peggioramento epidemiologico con grave impatto clinico e/o sul funzionamento dei servizi assistenziali, potrebbe essere indicato il loro utilizzo in spazi chiusi, finalizzato in particolare a proteggere le persone ad alto rischio di malattia grave. Analogamente, nel caso di un eventuale sensibile peggioramento del quadro epidemiologico, si potrà valutare l’adozione temporanea di altre misure, come il lavoro da casa o la limitazione delle dimensioni degli eventi che prevedono assembramenti”.
Vaccinazione per COVID-19 e anti-influenzale
“Nella stagione invernale 2022-2023, l’obiettivo della campagna vaccinale – sottolinea la circolare – sarà quello di continuare a mettere in sicurezza prioritariamente anziani e fragili, proteggendoli dalla malattia grave e dalla ospedalizzazione.
Le priorità e i fattori da considerare nella preparazione e nell’attuazione delle nuove strategie vaccinali, includono:
– la prosecuzione della campagna vaccinale in corso, colmando le lacune nella copertura vaccinale del ciclo primario e dei booster raccomandati e mantenendo una sufficiente capacità di vaccinazione;
– la possibilità di combinare le campagne di vaccinazione contro COVID-19 e influenza;
– lo sviluppo di programmi di vaccinazione con vaccini adattati, identificando gruppi di popolazione prioritari ed assicurando che ci sia una disponibilità sufficiente di dosi;
– il monitoraggio dell’efficacia e la sicurezza dei vaccini adattati una volta iniziata la diffusione su larga scala;
– l’implementazione di strategie di comunicazione efficaci per promuovere l’assunzione di dosi di richiamo, il completamento della serie primaria e la campagna sui nuovi vaccini e adattati e sui vaccini proteici. Al tempo stesso, le campagne informative dovrebbero essere indirizzate anche a incentivare l’uso dei vaccini anti-influenzali per le persone a rischio”.
A chi è raccomandata la vaccinazione Covid
1. La somministrazione della seconda dose di richiamo (second booster) è raccomandata per le seguenti categorie, purché sia trascorso un intervallo minimo di almeno quattro mesi (120 gg) dalla prima dose booster o dall’ultima infezione successiva al richiamo (data del test positivo):
- persone di 60 anni e più,
- persone di 12 anni e più con elevata fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti,
- operatori e ospiti dei presidi residenziali per anziani,
- operatori sanitari,
- donne in gravidanza.
I vaccini bivalenti possono, comunque, essere resi disponibili su richiesta dell’interessato, come seconda dose di richiamo, per la vaccinazione dei soggetti di almeno 12 anni di età, che abbiano già ricevuto la prima dose di richiamo da almeno 120 giorni.
Per le dosi di richiamo è raccomandato l’uso di vaccini a m-RNA nella formulazione bivalente.
2. Un’ulteriore dose di richiamo con vaccino a m-RNA nella formulazione bivalente è attualmente raccomandata alle seguenti categorie di persone, che hanno già ricevuto una seconda dose di richiamo con vaccino a mRNA monovalente, una volta trascorsi almeno 120 giorni dalla stessa o dall’ultima infezione da SARS-CoV-2 (data del test diagnostico positivo):
- persone dagli 80 anni in su,
- ospiti delle strutture residenziali per anziani,
- persone dai 60 anni in su con fragilità motivata da patologie concomitanti/preesistenti.
Su richiesta dell’interessato, anche tutti gli altri soggetti ultrasessantenni, che hanno già ricevuto un secondo richiamo, potranno, comunque, vaccinarsi con una ulteriore dose di vaccino.[3]
3. Inoltre, dal 09/12/22 è stata estesa la raccomandazione della vaccinazione anti-SARS-CoV2/COVID19 ai bambini nella fascia di età 6 mesi – 4 anni (compresi) che presentino condizioni di fragilità, tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-Cov2.
02 gennaio 2023
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