La Stampa. Covid, governo avanti tutta in ordine sparso. La buona notizia è che finora, secondo quanto conferma il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia, in tutti i passeggeri testati in arrivo dalla Cina non sono state riscontrate varianti diverse da quelle che circolano in Italia. «Sono appena arrivati dal nostro laboratorio di virologia i dati riguardanti i sequenziamenti sui primi tamponi dei cittadini positivi al Covid e provenienti dalla Cina. Confermiamo la presenza di varianti da noi già conosciute e attualmente coperte da farmaci e vaccini. Soprattutto da immunità ibrida», scrive Vaia su Facebook, riferendosi all’immunità prodotta dall’aver contratto il virus più il vaccino.
Ma restano al palo le quarte dosi, sotto la soglia del 10 per cento, e la nuova circolare del ministero della Salute non contribuisce alla chiarezza liberando dalla quarantena chi si è ammalato dopo cinque giorni, a prescindere dall’aver fatto un tampone negativo. Una misura non apprezzata da tutto il fronte scientifico perché gli asintomatici al pari dei sintomatici possono trasmettere il virus. «Per i casi che sono sempre stati asintomatici e per coloro che non presentano comunque sintomi da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare dopo 5 giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi, a prescindere dall’effettuazione del test antigenico o molecolare», recita la nuova circolare. «Per i casi che sono sempre stati asintomatici – si specifica – l’isolamento potrà terminare anche prima dei 5 giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato presso struttura sanitaria o farmacia risulti negativo». «Per i casi in soggetti immunodepressi – spiega ancora la circolare – l’isolamento potrà terminare dopo un periodo minimo di 5 giorni, ma sempre necessariamente a seguito di un test antigenico o molecolare con risultato negativo. Per gli operatori sanitari, se asintomatici da almeno 2 giorni, l’isolamento potrà terminare non appena un test antigenico o molecolare risulti negativo. I cittadini che abbiano fatto ingresso in Italia dalla Repubblica Popolare Cinese nei 7 giorni precedenti il primo test positivo, potranno terminare l’isolamento dopo un periodo minimo di 5 giorni dal primo test positivo, se asintomatici da almeno 2 giorni e negativi a un test antigenico o molecolare».
E proprio l’ondata di casi in Cina allarma l’Europa. Dopo essersi mossi in ordine sparso, con Italia, Francia e Spagna che hanno richiesto il tampone ai cittadini cinesi sbarcati negli aeroporti e altri Paesi che non l’hanno fatto, l’Unione europea cerca una soluzione comune. «Gli Stati membri dell’Unione discuteranno mercoledì una risposta comune ai viaggiatori provenienti dalla Cina, dove l’epidemia Covid sembra essere fuori controllo», dichiara la Svezia che da ieri detiene la presidenza della Ue, precisando che sarà discussa l’introduzione di eventuali restrizioni. Stoccolma afferma di aver deciso di attivare l’Ipcr, uno strumento che consente al Consiglio di reagire rapidamente in caso di crisi intersettoriali gravi e complesse, compresi gli atti di terrorismo. «È importante mettere in atto rapidamente delle misure», ha detto una fonte della presidenza svedese che ha citato i Paesi che hanno imposto test Covid ai turisti cinesi come ha fatto la Corea del Sud.
Un allarme che non convince soprattutto per quanto riguarda eventuali restrizioni il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, che ha definito la misura «ingiustificata» visto l’alto tasso di vaccinazione della popolazione europea. —