Il Corriere del Veneto. Non basta essere giovani e forti per superare indenni il contagio Covid: nell’ultimo mese l’Usl 2 ha avuto diversi casi di pazienti under 39 che hanno dovuto ricorrere alla terapia intensiva. Intubati, senza ossigeno. Ed erano tutti non vaccinati.
«In questa fascia d’età abbiamo avuto solo pazienti no vax, chi è vaccinato non ha avuto problemi gravi» spiega il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. Fatto il calcolo su 100 mila abitanti, mediamente nell’ultimo mese 1,7 pazienti erano ragazzi o poco più: la giovane età non basta. «Le statistiche elaborate dal nostro dipartimento di epidemiologia sono molto chiare, la vaccinazione protegge con maggiore sicurezza – continua il dg -. I no vax in terapia intensiva sono nove volte più di chi è vaccinato ma da più di quattro mesi, chi invece ha un’immunità più recente non è entrato in questi reparti. In particolare, fra gli over 80 non abbiamo avuto ricoveri di vaccinati, ma molti fra i non vaccinati».
Sono trenta i trevigiani che, in questo momento, si trovano nei reparti di rianimazione degli ospedali Covid. I ricoveri sono su una curva finalmente calante: è un primo segnale incoraggiante. «Stiamo lentamente regredendo – afferma il Benazzi -, abbiamo 302 persone positive negli ospedali, ma 24 non hanno sintomi Covid, erano entrate per altre patologie nei reparti di psichiatria, pediatria, ostetricia, ginecologia e chirurgia».
La linea Zaia é: non dovrebbero essere contati come ricoveri Covid. Senza questi soggetti, che richiedono cure non epidemiche, i posti letto sarebbero inferiori nei conteggi, rallentando il passaggio di fascia.
Ma se i ricoveri si stabilizzano verso il basso, i casi volano. Oggi la Marca arriverà a 180 mila positività tracciate da febbraio 2020, 4.407 nella giornata di ieri. I contagi attuali sono dieci volte quelli che venivano registrati nel gennaio scorso, quando l’epidemia invece rallentava: oggi sono 2.307 ogni 100 mila abitanti. Ci sono delle zone in crisi nera: undici Comuni della Marca, in particolare nei distretti di Asolo e Pieve di Soligo, hanno più di 3 residenti su 100 positivi in questo momento. «La variante Omicron sta dilagando» sottolinea Benazzi. Le città, le scuole e i luoghi di lavoro si svuotano.
Ora dopo ora la situazione nelle scuole trevigiane si fa più drammatica: il 27% dei nuovi positivi è di età scolare, l’indice di contagio più alto e fra i minori di 12 anni, dalle medie in giù.
«In quarantena ci sono circa 19 mila studenti – afferma il direttore generale -. Questi sono numeri esorbitanti». Le classi con provvedimenti Covid sono 2.419; di questi 756 prevedono la quarantena; altre 225 classi hanno indicazioni miste, fra quarantena e autosorveglianza (per i vaccinati); ci sono poi 444 gruppi in monitoraggio e 994 in autosorveglianza.
Entro una decina di giorni apriranno anche i centri-tamponi dei Comuni per aiutare famiglie e scuole. I sindaci hanno lanciato svariati appelli ai cittadini perché, chi ha le competenze, vada da volontario a fare i test ai bambini e molti rispondono già. Il progetto partirà dalle zone di Conegliano, Oderzo, Treviso e Paese dove ci sono più istituti.
A Silea, dove anche la sindaca Rossella Cendron si è spesa per reclutare volontari, si sono resi disponibili già in 18.