Per Ema ed Ecdc la vaccinazione degli operatori sanitari dovrebbe poi «essere presa in considerazione anche a causa della loro probabile maggiore esposizione a nuove ondate di Covid e del loro ruolo chiave nel funzionamento dei sistemi sanitari». Non solo: le due istituzioni europee suggeriscono anche di ricorrere ai nuovi vaccini adattati alle ultimi varianti di Omicron a cui stanno lavorando le Big del Pharma e che dovrebbero essere pronti proprio il prossimo autunno assicurando una maggiore protezi0ne contro le ultime varianti della famiglia XBB.1 (come Kraken e Arturo). «I vaccini attualmente autorizzati continuano a essere efficaci nel prevenire il ricovero, le malattie gravi e la morte dovuta al Covid-19. Tuttavia – avverte la nota di Ema ed Ecdc – la protezione contro il virus diminuisce nel tempo man mano che emergono nuove varianti Covid.In linea con l’esito delle recenti riunioni delle autorità di regolamentazione internazionali e dell’Organizzazione mondiale della sanità, la task force di emergenza dell’Ema raccomanda di aggiornare i vaccini per colpire i ceppi XBB (un sottogruppo di Omicron), che sono diventati dominanti in Europa e in altre parti del mondo».
«È fondamentale che anche l’Italia cominci a lavorarci da subito per essere pronti con la nuova campagna vaccinale in autunno partendo se possibile già da inizio novembre con le prime vaccinazioni», avverte l’epidemiologo Gianni Rezza che dall’inizio della pandemia e fino ai primi giorni dello scorso maggio ha guidato la cruciale direzione per la Prevenzione del ministero della Salute che al momento è vacante. Rezza ricorda come la Ue abbia già chiuso un accordo con Pfizer-Biontech per spalmare su più anni le forniture dei vaccini, «ma sarà necessario allargare le richieste anche ad altre aziende perché quello che abbiamo imparato finora dal Covid è che si deve sempre navigare a vista ed essere pronti a intervenire se necessario».
La platea delle potenziali vaccinazioni «coincide di fatto con quella dell’influenza» e se si conta solo gli over 60 si arriva a 18 milioni di italiani a cui aggiungere almeno 2 milioni tra fragili e sanitari. «Non ci sarà più bisogno dei grandi hub, ma ci si potrà affidare a medici di famiglia e farmacie. Gli italiani hanno già acquisito una buona immunità con la grande ondata di Omicron che ha contagiato buona parte della popolazione, ma per gli over 60 e i più fragili una dose di richiamo sarà importante: senza però nessun obbligo, ma solo una raccomandazione». Il problema sarà convincere gli italiani: come affrontare la stanchezza vaccinale?«Non si supera facilmente se non si passa a una vaccinazione stagionale. Ciò però è possibile solo se il virus non continua a fare ondate in qualsiasi stagione dell’anno», spiega Rezza. Che suggerisce anche la possibilità già autorizzata in passato di vaccinare over 60 e fragili per influenza e Covid nello stesso giorno: « Vaccinare insieme è sicuramente conveniente ma bisogna vedere quanto sarà accettato».