Gli esperti dell’Organizzazione mondiale della sanità sono entrati nell’Istituto di virologia di Wuhan nell’ambito dell’indagine sull’origine del coronavirus nella megalopoli della Cina centrale. L’istituto ha diversi laboratori ad alta sicurezza in cui i ricercatori stanno lavorando sui coronavirus.
Il team avrebbe avuto accesso a “dati mai visti” prima che potrebbero “portare davvero da qualche parte” nella ricerca dell’origine di Sars-CoV2, ha detto il dottor Peter Daszak, membro del gruppo. “Stiamo vedendo nuove informazioni ed è un bene, sono cose molto preziose che stanno iniziando ad aiutarci a cercare nella giuste direzione”.
Nei giorni scorsi il team si è recato nel Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie nella regione centrale dell’Hubei, dove l’epidemia è emersa alla fine del 2019. Il gruppo di esperti indipendenti ha trascorso più di 4 ore, avendo “ottime discussioni. Continuiamo a fare domande, continuiamo a spingere per più dati”, ha commentato lunedì a Ginevra Mike Ryan, il massimo funzionario dell’Oms per le emergenze.
Pechino ha cercato di mettere in dubbio l’idea che il virus abbia avuto origine in Cina, indicando il cibo congelato importato come potenziale veicolo. L’ipotesi è apparsa di nuovo domenica sul Global Times, il tabloid del Quotidiano del Popolo, nel giorno in cui gli esperti dell’Oms hanno visitato il mercato ittico di Huanan legato alle infezioni iniziali e quello alimentare all’ingrosso di Baishazhou, dove un altoparlante ha ripetutamente annunciato che la vendita di prodotti importati della catena del freddo era stata vietata al mercato.