Sono iniziate le audizioni del personale con la commissione: I consiglieri regionali padovani: “Risposte insoddisfacenti dalla dottoressa Russo e conferme sui tamponi rapidi inefficaci”
Zottis
“Dalla dott.ssa Ricci, che attraverso l’istituto da lei diretta si occupa del sequenziamento del virus, abbiamo appreso che il Veneto sarebbe stato soggetto durante la seconda ondata ad una presenza specifica di diverse mutazioni del virus, che avrebbero da una parte anticipato e contribuito a rendere la nostra regione tra le più colpite durante la seconda ondata. È fondamentale comprendere questo aspetto per capire come agire sul sistema di tracciamento e contenere il virus e cosa sia successo in quei mesi” dichiara la presidente della Commissione Zottis (PD).
Ostanel
“Abbiamo invece visto confermato dalla dott.ssa Ricci che la “sensibilità” dei tamponi antigenici “rapidi”, largamente utilizzati in Veneto anche all’interno delle strutture ospedaliere e le RSA al posto dei “molecolari”, considerati Golden standard nello screening in queste strutture, rimane comunque inferiore. Resta da chiarire, con nuovi interlocutori che udiremo – dichiara Ostanel (VcV) – quanto questo possa avere inciso nel diffondere il virus in queste strutture così fragili. Sempre sul tracciamento la risposta della Dott.ssa Russo sul perché non sia stata attivata nessuna app di tracciamento in Veneto (né Immuni, né la veneta Zero Covid) non è stata all’altezza di chi dirige un dipartimento così strategico per la prevenzione della pandemia”.
Camani
“Finalmente abbiamo l’occasione di fare domande e pretendere risposte. Capire perché si sia sottovalutata la rapida diffusione dei contagi, comprendere perché si sia scelto di abbandonare il contact tracing come strumento di contenimento, avere una ricostruzione attendibile sui numeri e sui decessi. Su questi aspetti, anche oggi, ci sono ancora molti interrogativi da sciogliere” precisa Camani (PD).
Baldin
“Auspichiamo che i lavori della commissione proseguano nel segno della massima trasparenza, con l’obiettivo di fare chiarezza sulle tante incongruenze che hanno caratterizzato la seconda fase della pandemia in Veneto. C’è una distanza siderale tra la narrazione trionfalistica di Zaia e la realtà dei lutti causati dal covid-19, tra ottobre e gennaio ben più alti della media nazionale. Il nostro compito di consiglieri regionali è approfondire e verificare quanto accaduto, non per dare la caccia a un capro espiatorio che non esiste, ma per restituire ai veneti un quadro il più possibile aderente alla realtà dopo un anno caratterizzato dalle 283 conferenze stampa a reti unificate, con una voce unica” dichiara Baldin (M5S).
“Oggi in aula abbiamo ascoltato una narrazione diversa rispetto a quello che i cittadini veneti hanno vissuto, soprattutto nella seconda ondata. Alcune domande, di fatto, sono rimaste senza risposta perciò adesso attendiamo dalla dottoressa Russo la documentazione aggiuntiva che non ci è stata consegnata nel corso della seduta, in modo da avere un quadro più preciso. Nella seconda fase il tracciamento è saltato, questo è evidente e innegabile. Abbiamo perciò chiesto chiarimenti sul personale impiegato per fare tamponi, sulle modalità di utilizzo dei tamponi, con particolare riferimento a quelli antigenici nelle strutture sanitarie e sulla loro affidabilità oltre che sulle misure restrittive adottate dalla Regione, in anticipo rispetto alle decisioni del Governo, per contenere i contagi. Su tutto questo, però, siamo rimasti con un grosso punto interrogativo”. Queste le parole della consigliera regionale PD Anna Maria Bigon al termine della seduta odierna della Commissione d’inchiesta sulla gestione del Covid 19.