La commissione d’inchiesta bicamerale sulla gestione della pandemia da Covid-19 è in vigore e si può procedere alle nomine. La legge è stata pubblicata, infatti, in gazzetta ufficiale 61 del 13 marzo
L’inerzia del nostro paese nelle fasi iniziali del Covid-19 finisce sotto la lente del Parlamento. La commissione d’inchiesta bicamerale sulla gestione della pandemia da Covid-19 è in vigore e si può procedere alle nomine. La legge del 5 marzo scorso, approvata con l’ok del Centrodestra e di Italia Viva, è stata pubblicata in gazzetta ufficiale 61 del 13 marzo. Composta da 15 senatori e 15 deputati, nominati in proporzione al numero dei componenti di tutti i gruppi parlamentari, la Commissione, dotatasi di ufficio di presidenza eletto a scrutinio segreto e di due vicepresidenti e due segretari, esaminerà lungo l’arco di questa legislatura i fatti avvenuti durante il 2° governo di Giuseppe Conte e ne riferirà alle camere. Enorme il volume di documenti da valutare ed audizioni da organizzare. L’organo dovrà innanzi tutto indagare su efficacia, tempestività e risultati delle misure attivate dal governo Conte. Esaminerà documenti e verbali degli organi collegiali, gli scenari di prevenzione e gli eventuali piani sul contagio Covid elaborati dal governo. Accerterà sia i motivi del mancato aggiornamento del Piano pandemico nazionale preposto ad indicare le misure anti-pandemia sia i motivi della mancata adozione del Piano stesso risalente al 2006, da parte del governo e degli organismi da esso istituiti, tra cui la task force incaricata di coordinare le iniziative contro il virus e del comitato tecnico scientifico di supporto alla presidenza del consiglio istituiti con ordinanza della Protezione civile. La Commissione esaminerà efficacia e risultati dell’attività della task force, verificherà se il governo Conte abbia rispettato raccomandazioni internazionali ed europee, indagherà i rapporti intercorsi con l’Oms e il perché il rapporto sulla risposta del nostro paese alla pandemia fu prima pubblicato sul sito dell’ufficio regionale Oms per l’Europa e poi ritirato. Non è finita.
Gli ambiti d’indagine sono 26. Saranno vagliate le indicazioni fornite dal governo alle regioni ed ai comuni e le misure di potenziamento indicate per gli enti del Servizio sanitario. Saranno poi verificati quantità, qualità e prezzo dei dispositivi medici e di protezione individuale presenti prima della pandemia e di quelli acquistati dopo, e lo stesso avverrà sui materiali per gli esami di laboratorio e sugli altri beni sanitari, verificando eventuali ritardi e criticità nella catena di rifornimento. Si indagherà sulle donazioni di DPI, su “abusi, sprechi, irregolarità, comportamenti illeciti e fenomeni speculativi”; e si approfondiranno pagine come l’acquisto di DPI cinesi tra cui “800 milioni di dispositivi individuali per una spesa di 1,25 miliardi di euro”, verificando gli importi delle commissioni e provvigioni versate per le relative operazioni ed individuando ove possibile i soggetti attuatori delle stesse. Passeranno al setaccio della commissione anche i contratti per la messa in campo degli hub vaccinali, dei centri temporanei di vaccinazione denominati «primule», dell’applicazione «Immuni» e della piattaforma unica nazionale per la gestione del sistema di allerta per i contagi da Covid, nonché l’acquisto di banchi a rotelle per distanziare gli alunni delle scuole.
Non sfuggirà alla valutazione nemmeno la scientificità delle misure di contenimento adottate dal Governo. La Commissione verificherà se siano state rispettate le libertà costituzionali nell’adottare ed applicare le misure di contenimento anche nel post-pandemia. E valuterà adeguatezza e proporzionalità delle misure anti-contagi a scuola, incluse le chiusure. Saranno vagliate la qualità della comunicazione istituzionale e l’eventuale esistenza di conflitti di interessi dei componenti degli organi tecnici governativi. Infine, si verificherà se si potesse fare di più nell’applicare le cure domiciliari ed ai più fragili. Non sfuggiranno nemmeno gli acquisti dei vaccini: i “trenta” verificheranno se si sia usata trasparenza nell’acquistare le dosi ed esamineranno gli atti del processo di revisione continua sui vaccini e le decisioni Ema e comunitarie precedenti all’autorizzazione alle somministrazioni. Si cercherà di capire quanto i fatti che emergeranno possano aver avuto un ruolo nel diffondere i contagi e nell’accrescere ricoveri e mortalità, eventi avversi e sindromi post-vacciniche. Il collegio potrà ottenere copie di atti della Magistratura non coperti da segreto nonché copie di atti parlamentari anche coperti da segreto, e garantirà il regime di segretezza finché gli atti saranno coperti da segreto. Salvo che il fatto non costituisca più grave reato, la violazione del segreto è punita ai sensi dell’articolo 326 del codice penale, cioè la reclusione da 2 a 5 anni.