LA STAMPA. Indice di contagio, numero di casi, pressione sulle terapie intensive: ecco come è messa l’Italia. Domani l’Iss si pronuncerà
In attesa della relazione dell’Istituto Superiore di Sanità e poi del Cts che dovrà pronunciarsi sullo “stato di salute” del Paese in base all’andamento della pandemia, si possono già fare le prime valutazioni su come potrebbero cambiare, nel corso del fine settimana, i colori delle regioni italiane. Come si fa a passare da una fascia di colore con maggiori o minori restrizioni ormai è noto: dall’indice di contagio Rt, alla pressione sulle terapie intensive, fino al numero di contagi e ai casi per 100 mila abitanti. Spunta nelle ultime ore, però, un altro elemento che rischia di sollevare un mare di polemiche. Di che si tratta? Il ministro della Salute Roberto Speranza avrebbe spiegato alle Regioni che da arancione puntavano (avendo i parametri giusti) a diventare zone gialla, che dovranno aspettare ancora. Il passaggio, dunque, non ci sarà a partire da questa domenica, ma da domenica 7 febbraio. Servono, in sostanza, due settimane consecutive di parametri da “giallo potenziale”. Per una Regione come il Piemonte, dunque, che da una settimana ha parametri da zona gialla ma è arancione, il cambio di colore non dovrebbe scattare da domenica prossima, ma dal 7 febbraio. Idem per tutte le Regioni che non avranno, dai dati che saranno diramanti venerdì, le condizioni delle due settimane consecutive da giallo potenziale.
Lo stato di salute delle regioni
Ad oggi la situazione è questa. L’ha analizzata per La Stampa il fisico e ricercatore dell’Università di Torino Alessandro Ferretti, spiegando che mentre alcune regioni stanno procedendo meglio di altre sulla decrescita dei contagi, come il Veneto «che in meno di venti giorni è passato da essere prima regione italiana con 700 contagi giornalieri agli attuali 200» la Sicilia, l’Emilia-Romagna e il Friuli, altre invece faticano ad abbassare la curva dei contagi. Quali? Piemonte, Lombardia, Campania e Puglia: «pur calando rispetto a una settimana fa – spiega Ferretti – hanno mostrato negli ultimi tre giorni la tendenza all’appiattimento della curva che si nota a livello nazionale».
Vanno male, invece, la provincia di Bolzano, che passa da 540 a 850 per milione, oltre quattro volte la media italiana. Anche in Umbria settimana di contagi in ascesa, da 230 a 280 per milione, che la portano al quarto posto dietro a Friuli e PA di Trento e insieme all’Emilia-Romagna e alle Marche. Queste ultime negli ultimi tre giorni hanno mostrato un incremento, così come il Piemonte. Resta, al di là dell’analisi, il fatto che Friuli, Veneto ed Emilia Romagna, oltre alla provincia autonoma di Bolzano, sono le aree italiane in “rosso scuro” indicate nella mappa dei contagi da Covid-19 pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) e aggiornata al 28 gennaio.