I parenti delle vittime del Covid aprono il fronte dei risarcimenti in sede civile: in più di cinquecento depositeranno oggi in tribunale a Roma un atto di citazione che chiama in causa la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero della Salute e la Regione Lombardia solo per i suoi residenti. Ci sono intere famiglie di Bergamo, Brescia, Milano, Monza e Brianza, Como, Varese, Cremona, Lodi, ma anche di Roma, Matera, Palermo, Torino, Ravenna. Quasi tutti avevano già presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Bergamo, supportati dal Comitato Noi denunceremo.
Ora passano al civile, chiedendo complessivamente 100 milioni di euro (suddivisi in calcoli precisi per ogni famiglia) e ispirandosi a un principio cardine: qualsiasi danno ingiusto, doloso o colposo, va risarcito. E la colpa delle istituzioni, secondo i parenti che hanno scelto le vie legali, sta nell’impreparazione iniziale, nel presunto ritardo con cui è stato dichiarato lo stato di emergenza, nelle fasi successive in cui, sostengono, non sempre il Comitato tecnico scientifico è stato ascoltato.
I documenti che verranno depositati sono una sfilza: dai verbali dello stesso Cts al piano pandemico del 2006 identico a quello del 2017, come indicato sul sito del ministero, lo studio del generale in pensione Pierpaolo Lunelli proprio sui piani pandemici e l’ormai noto report dei ricercatori dell’Oms a Venezia, scomparso dal sito dell’organizzazione nel giro di un giorno: parlava di gestione dell’epidemia «improvvisata e caotica».
Intanto il bollettino di giornata registra un miglioramento per quanto riguarda i nuovi contagi, anche se il numero dei morti rimane sempre molto alto. Con 78.316 tamponi in più rispetto al bollettino di lunedì, i nuovi positivi sono 13.318 (il giorno prima 10.872), non molti di più, a conferma di un rallentamento costante della curva epidemica. Un’altra buona notizia arriva dal tasso di positività che dopo l’11% di domenica e il 12% di ieri è sceso all’8% in media nazionale: vuol dire che su 100 tamponi processati, 8 sono positivi.
Purtroppo torna a salire il numero delle vittime. Ieri altri 628 sono stati i morti in una sola giornata, per un totale di 69.842 deceduti dall’inizio della pandemia. È molto probabile che oggi sarà oltrepassata anche la drammatica soglia dei 70 mila decessi.
Continuano a diminuire i posti occupati dai pazienti Covid sia nei reparti ordinari, dove ci sono ancora 24.948 ricoverati, 196 in meno rispetto al giorno prima, sia in terapia intensiva: 2.687 in rianimazione, 44 in meno.
Se i contagi avvengono principalmente in famiglia e nelle occasioni di socializzazione e assembramento, sono comunque oltre 100.000 i casi di Covid avvenuti sul lavoro, e 366 i morti. I dati sono stati resi noti dall’Inail. Per la precisione sono arrivate 104.328 denunce di infortunio sul lavoro a seguito di Covid-19, il 20,9% delle denunce di infortunio complessive, e il 13% dei contagiati totali nazionali. Il dato più alto è a marzo (il 27% di tutte le denunce), segue il mese di novembre (26,6%) e ottobre (20,3%) .
Quasi sette contagiati su 10 sul lavoro sono donne (il 69,4%) mentre l’età media dall’inizio dell’epidemia è di 46 anni per entrambi i sessi.