“Nel cercare di percorrere a ogni costo autostrade con corsie privilegiate, il Veneto rischia di schiantarsi”. Il Portavoce delle opposizioni in Consiglio regionale, Arturo Lorenzoni, commenta così “La possibilità di negoziare, e poi acquistare, i vaccini al di fuori del percorso istituzionale individuato dall’UE. La questione è troppo delicata per affrontarla tramite annunci roboanti, a reti unificate. Prova ne sia la recente apertura di un’inchiesta ad hoc da parte della Procura di Perugia. Serve, invece, un approccio serio e rigoroso”.
“In Veneto – ricorda Lorenzoni – si è partiti con la dichiarazione della sperimentazione dell’Avigan, farmaco presentato come miracoloso, poi smentito dalla scienza internazionale. Lo step successivo è stato magnificare i test rapidi nella microbiologia trevigiana, notoriamente più qualificata di quella della scuola di medicina padovana, successivamente ridimensionati da numerosi studi indipendenti internazionali. Ci si è addirittura permessi di lasciare in panchina un fuoriclasse del calibro del professor Andrea Crisanti: come avere Ronaldo in squadra e far giocare un compaesano dell’allenatore. Nel mezzo, il “luxury hospital” ricevuto in dono dall’emiro del Qatar nell’aprile 2020. Dapprima struttura di eccellenza per la lotta al virus, divenuto, sono le parole del presidente Zaia del 30 luglio scorso, ‘un tendone che non ci serve a nulla’, senza esser mai stato usato. La Regione si è trovata senza pavimenti, letti e ventilatori di terapia intensiva, che attendeva dai donatori; fu smentita dallo stesso Governo qatariota nella querelle sulla responsabilità del completamento dell’ospedale”. “Altro grande cavallo di battaglia – prosegue il Portavoce delle opposizioni – la rassicurante messa a punto della mitizzata App Zero Covid che, secondo le intenzioni, doveva essere un baluardo veneto nella gestione dell’epidemia. In realtà, è finita nell’oblio, mai pervenuta. Infine, il tentativo di acquisto in solitaria di 27 milioni di dosi di vaccino mediante canali che sfuggono all’accordo dell’Unione Europea e del Governo con i produttori. Tali canali, appunto, non sono ancora stati rivelati. Ma criticati, quello sì, da più parti poiché apparentemente impraticabili”. “Quanto sono costate queste iniziative solitarie, regolarmente naufragate? Auspichiamo – conclude Lorenzoni – che lo stile sobrio e concreto del presidente Mario Draghi aiuti tutti a comprendere che i problemi si affrontano con rigore. Parafrasando il premier, si parla solo per comunicare ciò che è stato fatto”.