Con valutazione rapida del rischio Detection of new SARS-CoV-2 variants related to mink del 12 novembre, Ecdc fornisce una valutazione esaustiva, sebbene basata su dati non numerosi, del rischio di trasmissione di nuove varianti Sars-CoV-2 uomo-visone-uomo, con particolare riferimento all’isolato 5 danese, che si è dimostrato in grado di ridurre la capacità neutralizzante di sieri immuni umani verso ceppi non varianti di 4 volte in media. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie trasmissibili, al termine della valutazione, condotta in un ambito One Health, fornisce anche importanti prescrizioni di biosicurezza e salute negli ambienti di lavoro di stretto interesse per la professione veterinaria. Questo anche per evitare il rischio di diffusione di ceppi che non rispondano alle terapie basate su anticorpi, spiazzino l’efficacia dei vaccini, e possano inficiare i saggi diagnostici basati sul riconoscimento dell’antigene, laddove diretti verso la parte mutata della proteina S virale. Gli allevamenti di visoni vanno quindi fortemente posti sotto attenzione, attraverso una sorveglianza attiva, e riscontri anche deboli di positività non vanno assolutamente sottovalutati. RAPID RISK ASSESSMENT ECDC -12 novembre
Il Centro Europeo per le Malattie Trasmissibili – Ecdc (che a breve verrà potenziato dalla Commissione europea lo staff dagli attuali 150 addetti circa a più di 2000) e che probabilmente si interfaccerà con l’annunciato Centro per i Rischi emergenti (calendarizzato per fine 2022), ha rilasciato nel tardo pomeriggio del 12 novembre una valutazione rapida del rischio Covid 19 rappresentato dagli allevamenti di visoni.
Tale “Rapid Assessment” segue di qualche giorno una bozza di documento Oie, datato 5 novembre, ai fini della biosicurezza, rivolto sui comportamenti e le precauzioni da adottare in caso di Covid 19 in animali suscettibili.
Tra gli esperti che hanno collaborato alla stesura del documento, figurano per la parte di sanità pubblica veterinaria i danesi: Anette Ella Boklund e Søren Saxmose Nielsen (Università di Copenhagen); Anette Bøtner (Università di Copenhagen e Statens Serum Institut – SSI).
Il documento Ecdc ripercorre la storia delle segnalazioni zoonosiche uomo-visone-uomo, a partire dal focolaio dell’aprile 2020 nei Paesi Bassi, tempestivamente segnalato da un approfondimento su questo sito. A seguire i report di infezioni nei visoni in Danimarca, Italia, Spagna, Svezia e Stati Uniti.
Ciò che ha spinto l’elaborazione del documento Ecdc è la segnalazione danese del 5 novembre 2020, con 214 casi umani di Covid 19 infettati con varianti del virus Sars-CoV-2 correlati al visone, nonché focolai in oltre 200 allevamenti di visoni. La maggior parte dei casi umani e animali segnalati da giugno 2020 si sono verificati nella regione dello Jutland settentrionale. Le varianti Sars-CoV-2 rilevate in questi casi facevano parte di almeno cinque cluster strettamente correlati; ogni cluster è stato caratterizzato da una specifica variante correlata al visone, identificata nell’uomo e negli animali di allevamenti infetti. Il fatto che Sars-CoV-2 sia classificato in classe 3 tra gli agenti infettivi richiede quindi una forte attenzione sulle misure di biosicurezza da attivare, cui si sono attenuti prima i Paesi bassi e poi la Danimarca, con il supporto di indagini virologiche, genomiche, sierologiche e ambientali.
Le informazioni contenute sono molto interessanti anche per inquadrare i casi italiani negli allevamenti di visoni, alla luce della casistica ben più importante riferita soprattutto a Danimarca e Paesi Bassi, e, in misura minore, alla Spagna. Non sono stati trovati evidenti collegamenti tra allevamento e allevamento. Una parte degli animali comunque manifesta sintomi acuti respiratori, che possono durare fino a 4 settimane (Paesi Bassi), anche se in Danimarca la sintomatologia è stata descritta per periodi più brevi. La positività al tampone della gola a RT-PCR negli animali convalescenti e negli asintomatici è presente. La forte variabilità genomica osservata in tamponi presi nello stesso allevamento a diversi intervalli di tempo (studio longitudinale) suggerisce che la infezione riconosce più passaggi generazionali da animale ad animale, probabilmente propedeutici a un adattamento del virus all’ospite-visone, con poi manifestazione del quadro sintomatologico. Le stime attuali indicano che il tasso di sostituzione di Sars-CoV-2 è una mutazione ogni due settimane. È stata inoltre osservata una diversità di sequenza relativamente elevata negli allevamenti, nonostante riscontri negativi fino ad una settimana prima dell’epidemia, il che implica che il virus si evolve più rapidamente nella popolazione di visoni. Circostanza che può indicare che il virus potrebbe replicarsi in modo più efficiente nel visone o che potrebbe aver acquisito mutazioni che lo rendono più virulento nel visone.
La situazione danese nel dettaglio
Al 5 novembre 2020, la Danimarca aveva segnalato 214 casi umani di COVID-19 infettati da Sars-CoV-2 correlati al visone (tutti portatori della mutazione Y453F nella proteina spike). Tali “clades” virali sono stati denominati varianti correlate al visone. Questi casi fanno parte di una diffusione in corso con trasmissione sia zoonosica che antropozoonozica. I 214 casi rappresentano il 4,2% dei 5.102 campioni umani sequenziati in Danimarca dalla settimana 24 (8-14 giugno) alla settimana 42 (12-18 ottobre) 2020, quando sono stati segnalati molti focolai di allevamenti di visoni nel nord-ovest del paese. I 5.102 ceppi sequenziati rappresentavano il 13% del numero totale di 37.967 casi segnalati in Danimarca durante il periodo in questione.
L’incidenza di Covid-19 di casi umani nella regione dello Jutland settentrionale è più alta che nelle regioni limitrofe. In questa regione, da giugno a ottobre 2020, circa il 40% dei casi in cui il virus è stato sequenziato è stato causato da una variante correlata al visone. Tuttavia, la strategia di campionamento applicata non è la stessa di altre regioni e quindi l’incidenza non può essere confrontata direttamente. La variante Cluster 5 è stata identificata da settembre. Tuttavia, non è possibile escludere una circolazione antecedente, per la mancanza di una sequenziazione sistematica.
Dei 214 casi umani infettati da varianti di virus correlati al visone, 12 casi umani sono stati infettati da ceppi che mostravano quattro cambiamenti genetici nella proteina S; tre sostituzioni e una soppressione. Questo cluster è indicato nella valutazione del rischio danese come Cluster 5. I 12 casi umani segnalati nella regione dello Jutland settentrionale ad agosto e settembre 2020 con cluster 5 non tutti avevano un collegamento diretto con un allevamento di visoni.
Perché la situazione danese è più seria di quella olandese
Nei Paesi Bassi, almeno 66 dei 97 dipendenti delle aziende agricole interessate erano positivi per Sars-CoV-2 e almeno 47 casi umani sono risultati infettati con varianti correlate al visone. Questa conferma è stata acquisita attraverso il sequenziamento dell’intero genoma. Tuttavia, in Olanda è stata segnalata solo una trasmissione umana limitata al di fuori degli allevamenti di visoni da quando è stato identificato il primo focolaio di allevamento di visoni nell’aprile 2020.
Immunità, reinfezione, test diagnostici, vaccinazione e trattamento
Lo Statens serum institut (Ssi) in Danimarca ha sviluppato e convalidato un test anticorpale di microneutralizzazione del virus wild-type, per indagare sui possibili cambiamenti antigenici correlati ai cambiamenti genomici identificati nella proteina S. I risultati preliminari, utilizzando un pannello di sieri di convalescenza di esseri umani (n = 9), infettati da ceppi comuni di Sars-CoV-2 circolanti durante la primavera del 2020 con titoli anticorpali neutralizzanti bassi, medi e alti, hanno mostrato in media un potere neutralizzante diminuito di 3,58 volte (con una riduzione massima di 13,5 volte). Tre isolati virali in particolare appartenenti al Cluster 5 hanno mostrato una riduzione di sieroneutralizzazione di oltre 4 volte, rispetto al virus di referenza non mutato. Una riduzione di 4 volte è comunemente richiesta per una valutazione di cambiamenti antigenici significativi nei nuovi ceppi influenzali, tuttavia non esiste ancora un accordo simile per i ceppi Sars-CoV-2 poiché non è stato stabilito alcun set di sieri di riferimento. Le risposte immunitarie mediate dalle cellule T non sono state ancora studiate per questa variante.
Questa ridotta sieroneutralizzazione su alcuni isolati del cluster 5 ha fatto scattare l’allarme per una rottura immunitaria e vaccinale con rischio di reinfezione, ridotta efficacia del vaccino o ridotto beneficio del trattamento con plasma di pazienti convalescenti o con anticorpi monoclonali. Da non sottovalutare la possibile costituzione di un serbatoio zoonosico negli animali molto vicini filogeneticamente al visone, come già rappresentato negli approfondimenti precedenti, che vanno commisurati anche alla densità degli allevamenti.
La RT-PCR come tecnica diagnostica non sembra influenzata dalla mutazione, tuttavia si conferma non adatta a dare informazioni riguardanti la deriva antigenica. Da qui la necessità di tipizazzioni genomiche. Non si conosce ancora se i test antigenici rapidi abbiano cambiato sensibilità diagnostica.
Se la trasmissione di Sars-CoV-2 tra i visoni colpisce un numero molto elevato di animali o si protrae per lunghi periodi di tempo, c’è il rischio che alla fine emergano varianti con proprietà antigeniche significativamente diverse o varianti che causano una maggiore gravità della malattia. La probabilità di questo rischio e le conseguenze non sono chiare, ma un tale scenario dovrebbe essere preso in considerazione.
Trasmissibilità
Al momento non ci sono evidenze che la mutazione del Cluster 5 abbia causato un aumento di trasmissibilità della malattia, pur considerando le incertezze nelle misure gestionali adottate a livello di ogni azienda di visoni, capacità di sorveglianza e sequenziamento o trasmissibilità intrinseca del ceppo. Sulla base delle evidenze disponibili, la probabilità di infezione da ceppi varianti correlati al visone è valutata come bassa per la popolazione generale, moderata per le popolazioni in aree con un’alta concentrazione di allevamenti di visoni e molto alta per gli individui con esposizione professionale.
Gravità
I pazienti segnalati per essere infetti da varianti correlate al visone, inclusa la variante Cluster 5 in Danimarca, non sembrano avere sintomi clinici più gravi di quelli infettati da varianti non correlate al visone, né in Danimarca né nei Paesi Bassi. Tuttavia, vi è ancora un alto livello di incertezza a causa del numero limitato di casi finora segnalati. Il rischio di gravità è quindi basso per la popolazione generale e molto alto per i gruppi vulnerabili dal punto di vista medico (età, comorbilità).
Diffusione transfrontaliera delle varianti SARS-CoV-2 correlate al visone nei paesi UE/SEE e nel Regno Unito attraverso l’uomo
In sintesi, la probabilità di diffusione transfrontaliera delle varianti SARS-CoV-2 correlate al visone nei Paesi dell’UE/SEE e nel Regno Unito attraverso l’uomo sembra essere elevata, allo stesso modo di altri ceppi di Sars-CoV-2 .
La mutazione Y453F, trovata sia in Danimarca che nei Paesi Bassi e collegata al visone, che si ritiene conferisca un vantaggio selettivo nella trasmissione da visone a visone, è stata rilevata sporadicamente anche in sequenze russe, sudafricane, svizzere e statunitensi senza collegamento alle varianti trovate in Danimarca o nei Paesi Bassi. Ciò potrebbe essere un’indicazione che questa mutazione può verificarsi anche negli esseri umani o che in questi paesi c’è una trasmissione sporadica non rilevata dal visone all’uomo di Sars-CoV-2. È anche possibile che la circolazione a basso livello di questi ceppi stia già avvenendo inosservata in alcuni luoghi a causa della mancanza di informazioni complete sul sequenziamento per tutti i casi umani confermati. La copertura del sequenziamento geograficamente irregolare e il ritardo tra il campionamento e il caricamento dei dati di sequenza su database internazionali sta ritardando la disponibilità complessiva delle informazioni e limitando la valutazione della diffusione geografica delle nuove varianti al di fuori delle aree colpite.
I lavoratori impiegati negli allevamenti di visoni che non sono pienamente aderenti all’adozione di misure igieniche potrebbero anche introdurre le varianti legate al visone nella comunità nelle vicinanze dell’allevamento, in nuove aree o in altri paesi quando viaggiano o tornano a casa infetti. Tali eventi potrebbero contribuire alla diffusione transfrontaliera di nuove varianti.
Una maggiore sorveglianza, che coinvolge la collaborazione e la comunicazione tra Servizi di sanità pubblica medica e veterinaria, il test e il sequenziamento di campioni di lavoratori di allevamenti di visoni e popolazioni che vivono vicino agli allevamenti di visoni può aiutare a prevenire l’introduzione di Sars-CoV-2 negli allevamenti di visoni e identificare casi di infezione precoce.
Con la crescente incidenza di Covid-19, sta diventando molto difficile rilevare e caratterizzare specifici cluster o epidemie. Tuttavia, un aumento dei test, del sequenziamento, della ricerca dei contatti, dell’isolamento dei casi e del rafforzamento generale delle misure di salute pubblica attualmente implementate in molti paesi possono aiutare a identificare i gruppi di casi a causa delle nuove varianti legate al visone all’inizio per prevenire la diffusione nella comunità.
Diffusione transfrontaliera delle varianti Sars-CoV-2 relative al visone nei paesi UE/SEE e nel Regno Unito attraverso animali e prodotti di origine animale
Ecdc prende anche in considerazione la possibile trasmissione transfrontaliera delle varianti Sars-CoV-2 attraverso il commercio di animali o prodotti animali infetti. Di seguito sono sintetizzati i possibili percorsi per la circolazione transfrontaliera di Sars-CoV-2 mutato legati al movimento di visone o prodotti di visone.
Trasporto di visoni vivi. I trasporti sono stagionali, principalmente nel periodo dicembre-marzo. Pertanto, i numerosi focolai che si sono verificati da aprile a novembre 2020 non sono stati probabilmente causati dal trasporto di visoni.
Fuga accidentale dagli allevamenti. È stato segnalato il rilascio di visoni d’allevamento in natura, a seguito di fuga accidentale o rilascio intenzionale da parte di attivisti per il benessere degli animali. In Spagna, ogni anno vengono catturati circa 200-300 visoni selvatici (visoni d’allevamento fuggiti), principalmente nelle aree di Burgos e della Catalogna. Se il visone infetto fuoriesce in natura, potrebbe esserci il rischio che il Sars-CoV-2 si diffonda ad altre specie selvatiche o domestiche sensibili, sebbene l’esposizione per l’uomo sia limitata. La probabilità che un animale selvatico venga esposto a infezioni da Sars-CoV-2 da visoni d’allevamento (infetti) è probabilmente bassa. Gli allevamenti di visoni generalmente hanno una recinzione perimetrale e trappole all’interno, che hanno lo scopo di tenere fuori la fauna selvatica e impedire ai visoni di fuggire. Se l’infezione dovesse verificarsi tra i visoni selvatici, la diffusione sarebbe limitata e transitoria. La natura solitaria e territoriale del visone significa che una trasmissione diffusa sarebbe improbabile.
Prodotti derivati dal visone. Negli allevamenti di visoni infetti da Sars-CoV-2, la pelle di visone può essere contaminata dal virus attraverso le feci, le goccioline respiratorie e la saliva. Sulla base di uno studio di Riddel et al. (2020), è probabile che Sars-CoV-2 sulla pelle di visone vivo possa rimanere vitale per 1 -2 settimane. Sars CoV-2 persiste sulle superfici fino a 28 giorni, a seconda delle condizioni ambientali e del materiale della superficie. La persistenza è ridotta in ambienti caldi e asciutti, mentre è stata osservata solo una minima riduzione della concentrazione del virus dopo 21 giorni a 4 ° C e -80 ° C. Dopo la scuoiatura, le pelli di pelo grezze vengono asciugate con il phon per alcune ore a temperatura ambiente e conservate refrigerate o congelate negli allevamenti dove vengono allevati gli animali. In rari casi, in cui le aziende agricole molto piccole hanno una capacità di scuoiamento limitata, le carcasse vengono trasferite a centri di scuoiamento dove vengono conservate congelate fino alla lavorazione. Dopo l’essiccazione, le pelli vengono conservate per alcuni giorni prima di essere trasportate alle case d’asta. Quando i visoni vengono scuoiati, il processo di essiccazione e il periodo di conservazione verosibilmente abbattono al carica virale sulle pelli, anche se ciò potrebbe non inattivare completamente il virus, che potrebbe rimanere vitale sulle pelli grezze trasportate in altre aree per ulteriori lavorazioni. Non è possibile escludere un’ulteriore contaminazione di pelli grezze da parte di una persona infetta.
Le pelli lavorate sono considerate sicure, poiché Sars-CoV-2 è inattivato durante la concia chimica. Allo stesso modo, anche altri prodotti derivati dalle carcasse di visone dopo la scuoiatura (olio di visone, fertilizzanti, biocarburanti, ecc.) vengono sottoposti a trattamenti di rendering che inattivano il virus, il che significa che non vi è alcuna probabilità di diffusione di varianti correlate al visone.
In sintesi, la probabilità di diffusione transfrontaliera delle varianti SARS-CoV-2 correlate al visone nei paesi dell’UE/SEE e nel Regno Unito attraverso animali o prodotti animali appare molto bassa, sebbene siano necessarie prove più forti sulle pelli di visone grezze da visone infetto.
Gradazione del rischio per la salute umana
Sulla base delle informazioni attualmente disponibili su trasmissibilità, gravità, immunità e diffusione transfrontaliera, il livello complessivo di rischio per la salute umana rappresentato dalle varianti correlate alla Sars-CoV-2-visone può essere stratificato come segue:
- basso per la popolazione generale e moderato per gli individui vulnerabili dal punto di vista medico, analogamente ad altri ceppi di SARS-CoV-2 non correlati al visone;
- basso per la popolazione generale in aree con un’alta concentrazione di allevamenti di visoni e da moderato ad alto per gli individui vulnerabili che vivono nelle stesse aree;
- moderato per individui non vulnerabili dal punto di vista medico con esposizione professionale ad allevamenti di visoni e molto alta per individui vulnerabili dal punto di vista medico con la stessa esposizione professionale.
È importante notare che se le preoccupazioni sollevate in relazione a immunità, reinfezione, vaccinazione e trattamento immunologico sono confermate, la valutazione del rischio sarà immediatamente rivista per rivalutare il livello generale di rischio per la salute umana e le potenziali implicazioni per diagnosi, trattamento e sviluppo di vaccini. Questo vale anche per eventuali ulteriori varianti correlate al visone con mutazioni nella proteina S che possono insorgere e diffondersi nell’UE/SEE e nel Regno Unito.
Quali misure adottare per la prevenzione primaria
.Test sull’uomo, sequenziamento e caratterizzazione delle proprietà antigeniche e dell’infettività virale.
.Una stretta collaborazione tra le autorità di sanità pubblica e animale nell’ambito dell’approccio One Health per la diagnosi precoce di focolai di infezione da Sars-CoV-2 negli allevamenti di visoni e casi umani correlati agli allevamenti di visoni, per consentire una risposta tempestiva e misure di controllo.
.Le informazioni sui casi umani e animali condivise il più rapidamente possibile per evitare che Covid-19 venga introdotto negli allevamenti di visoni e che il virus Sars-CoV-2 circoli senza essere rilevato.
.Le informazioni dovrebbero anche essere condivise con le autorità per la sicurezza e la salute sul lavoro, per garantire che vengano prese misure appropriate per informare e proteggere adeguatamente i lavoratori di queste aziende agricole.
.Gli Stati membri dovrebbero prendere in considerazione un approccio sistematico e possibilmente incrementale alla proporzione di campioni positivi alla SARS-CoV-2 da sequenziare al fine di espandere la rappresentatività della distribuzione geografica nella popolazione e di migliorare la diagnosi precoce delle mutazioni per comprendere meglio la diffusione.
.Se viene rilevata una mutazione preoccupante, questa deve essere immediatamente segnalata alle autorità nazionali ed europee (attraverso il sistema di allarme rapido e risposta – Ewrs) e alla comunità internazionale. La condivisione regolare delle sequenze in database aperti e la comunicazione tempestiva dei risultati delle indagini epidemiologiche e microbiologiche è incoraggiata al fine di migliorare la conoscenza delle varianti Sars-CoV-2.
.Si consiglia di testare e sequenziare casi sospetti di infezione da SARS-CoV-2 in visoni, lavoratori agricoli o visitatori di allevamenti di visoni durante il periodo di incubazione.
.Le autorità sanitarie dovrebbero prendere in considerazione test regolari per Sars-CoV-2, indipendentemente dai sintomi simili a Covid-19, nei lavoratori agricoli e nelle persone con accesso ai locali in cui sono tenuti i visoni al fine di identificare precocemente le infezioni umane, prevenirne l’introduzione negli allevamenti e nelle popolazioni animali ed evitare un’ulteriore diffusione nella comunità tra colleghi di lavoro.
.L’uso della RT-PCR è consigliato rispetto ai test antigeni per evitare risultati falsi negativi che potrebbero aumentare il rischio di diffusione nella comunità.
.In caso di RT-PCR positiva, si consiglia il sequenziamento. Con un rilevamento positivo in un lavoratore, è necessario avviare immediatamente un’indagine sul focolaio e prendere in considerazione il test di tutti i lavoratori. Lavoratori e visitatori esposti dovrebbero essere messi in quarantena il più rapidamente possibile. È inoltre necessario adottare misure adeguate per evitare la diffusione dell’infezione negli alloggi dei lavoratori stagionali. I lavoratori dovrebbero essere informati e consigliati, oltre a ricevere un sostegno appropriato per prevenire ulteriori infezioni e diffondersi in altri paesi o aree geografiche. La tracciabilità dei contatti dovrebbe essere realizzata rapidamente e si consigliano test e sequenziamento potenziati della popolazione circostante per identificare possibili varianti circolanti legate al visone.
.Se i cluster/focolai di comunità Covd-19 vengono identificati in un’area con allevamenti di visoni, sono incoraggiati anche test potenziati della popolazione e il sequenziamento di campioni positivi, al fine di identificare possibili varianti circolanti legate al visone.
.Devono essere sviluppati trigger per stabilire quando iniziare la valutazione dell’antigenicità e dell’infettività virale negli isolati virali che mostrano cambiamenti genomici in aree del genoma che possono influenzare l’induzione di anticorpi neutralizzanti. Ciò faciliterebbe la preparazione o l’accordo con i laboratori di riferimento su come e quando condurre tali studi. Sebbene il sequenziamento dell’intero genoma stia diventando standard in tutti gli Stati membri dell’UE/SEE e nel Regno Unito, è necessario con urgenza un ulteriore sviluppo per concordare e standardizzare i metodi per la valutazione dei cambiamenti antigenici utilizzando saggi di anticorpi di neutralizzazione e l’infettività virale. L’Ecovid-D-LabNet (rete europea di laboratori di riferimento Covid-19) è il forum per condividere esperienze e sviluppi di metodi sulla caratterizzazione antigenica e sui saggi di neutralizzazione. Dovrebbero essere messi a disposizione pannelli di standard anticorpali e sieri di convalescenza di individui vaccinati e infettati naturalmente. Per avviare il monitoraggio delle proprietà antigeniche delle varianti Sars-CoV-2, l’Ecdc discuterà con Ecovid-LabNet la possibilità di utilizzare protocolli standardizzati o caratterizzazione dei virus centralizzata, incluso il test delle proprietà antigeniche, al fine di poter confrontare i risultati. I sieri di esseri umani o animali immunizzati con gli attuali vaccini candidati potrebbero essere utilizzati per valutare l’effetto relativo su diversi candidati vaccini.
.Si consiglia di limitare il numero di persone a contatto con gli allevamenti di visoni e visoni, compresa la prevenzione di visite non necessarie, come misura per ridurre il rischio che SARS-CoV-2 venga introdotto nella popolazione di visoni e reintrodotto dal visone popolazione nella popolazione umana.
Nel giugno 2020, Sars-CoV-2 è stato classificato come gruppo di rischio 3 secondo la direttiva sugli agenti biologici. I datori di lavoro hanno quindi l’obbligo di tenere un elenco dei lavoratori esposti e un registro delle esposizioni, degli incidenti e degli inconvenienti per almeno 10 anni dopo la fine dell’esposizione, in conformità con le leggi e le prassi nazionali. I lavoratori agricoli o i visitatori con sintomi compatibili con Covid-19 non dovrebbero recarsi nei locali degli allevamenti di visoni.
.Presso le strutture, comprese le aree in cui non sono presenti visoni (ad es. uffici), tutti i lavoratori di allevamento di visoni e i visitatori (ad es. ispettori) devono seguire le raccomandazioni generali per la prevenzione del Covid-19, indipendentemente dal fatto che abbiano avuto o meno contatti con il visone. Queste raccomandazioni includono igiene delle mani e delle vie respiratorie, allontanamento fisico, evitare ambienti affollati e indossare una maschera facciale, specialmente in ambienti interni dove non è possibile garantire la distanza fisica. Le strutture agricole dovrebbero essere ben ventilate.
.In conformità con la rispettiva legislazione dell’Ue, i datori di lavoro dovrebbero adottare misure appropriate .per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori dopo una valutazione del rischio sul luogo di lavoro, non solo per la loro protezione ma anche per aiutare a prevenire la diffusione del virus , ed evitare la contaminazione di aree non contaminate, come le aree comuni per le pause, le strutture abitative e i mezzi di trasporto. Tali misure dovrebbero essere conformi alla legislazione che disciplina i rischi degli agenti biologici sul luogo di lavoro, in particolare la direttiva 2004/54/CE sulla protezione dei lavoratori dall’esposizione ad agenti biologici, che è stata attuata nella legislazione nazionale in tutti gli Stati membri.
.I lavoratori dovrebbero essere informati, formati e forniti di qualsiasi attrezzatura aggiuntiva, inclusi adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI), impianti di lavaggio o disinfettanti. Dato che il Sars-CoV-2 è stato identificato nella polvere inalabile, sono indispensabili misure di protezione dalla polvere e dagli aerosol e le strutture agricole dovrebbero disporre di un’adeguata ventilazione.
.La possibilità di barriere linguistiche per i lavoratori stagionali negli allevamenti di visoni deve essere presa in considerazione quando vengono attuate misure di igiene e prevenzione negli allevamenti in generale, ma in particolare in relazione ai focolai e alle attività di follow-up. È necessario garantire che i lavoratori stagionali ricevano informazioni e formazione tempestive in modo da renderle accessibili.
.Negli allevamenti di visoni con focolai sospetti o confermati, una valutazione del rischio sul posto di lavoro dovrebbe essere rivista dai datori di lavoro in coordinamento con il comitato per la salute e la sicurezza in cui è stata istituita. Devono essere prese misure appropriate che includano tutti i rischi aggiuntivi (ad esempio, aumento del carico di lavoro fisico e mentale dovuto a compiti aggiuntivi come l’abbattimento e l’uso di DPI, rischi chimici e fisici) e qualsiasi alterazione del processo lavorativo che potrebbe avere un impatto sul rischio a cui sono esposti i lavoratori. I lavoratori dovrebbero essere informati e consultati su queste misure.
.Devono essere forniti DPI e devono essere garantite strutture di stoccaggio adeguate per i DPI. È essenziale che tutti i lavoratori dell’allevamento di visoni siano addestrati all’uso corretto dei DPI e sappiano come seguire le procedure per indossare e rimuovere in sicurezza i DPI nella sequenza corretta. Le mani devono essere lavate immediatamente prima e dopo aver rimosso i DPI.
.Oltre all’applicazione di misure preventive specifiche, come l’eliminazione di polvere e aerosol, una ventilazione appropriata e l’uso di metodi di pulizia appropriati, i lavoratori devono indossare una protezione respiratoria (maschera filtrante (FFP) 2/3 respiratore) e una protezione per gli occhi (ermeticamente). indossare occhiali protettivi e lavarsi le mani quando si lavora a stretto contatto con gli animali (es. alimentazione) e quando si puliscono i locali dell’azienda.
.I datori di lavoro devono garantire l’accesso a strutture adeguate per il lavaggio delle mani, nonché ai disinfettanti ove necessario. Le misure preventive e i DPI utilizzati dai lavoratori di allevamento di visoni coinvolti nell’abbattimento devono essere conformi alle raccomandazioni e alle leggi nazionali relative alle operazioni di abbattimento. Dovrebbero essere prese in considerazione anche le seguenti misure igieniche: 1) cambiare vestiti e calzature puliti prima di entrare nell’area di allevamento (nera), 2) fare la doccia dopo il lavoro e 3) lavare gli indumenti da lavoro a una temperatura minima di 60° C e lavare e disinfettare le calzature. Devono essere predisposte procedure appropriate per evitare qualsiasi contaminazione di aree non contaminate (bianche). Ciò include lo stoccaggio separato degli indumenti da lavoro e da strada e le misure di prevenzione delle infezioni nelle aree di sosta e negli alloggi comuni, in particolare dove i lavoratori sono alloggiati in loco o in strutture condivise fornite dai datori di lavoro. Dovrebbero essere previste misure anche se viene utilizzato il trasporto comunale.
L’abbattimento negli allevamenti infetti rappresenta un alto rischio di infezione professionale. Durante le operazioni di abbattimento, gli animali infetti devono essere distrutti in modo sicuro e gli allevamenti in cui sono state confermate infezioni devono essere disinfettati per ridurre al minimo l’esposizione umana. Tutte le operazioni dovrebbero seguire procedure standard nei rispettivi paesi in linea con i requisiti nazionali di sicurezza e salute sul lavoro. La disinfezione deve includere misure per coprire i prodotti animali e le escrezioni.
Sorveglianza sanitaria medica e veterinaria e prevenzione della diffusione ambientale
Le specie animali allevate in modo intensivo, sensibili alla Sars-CoV-2, come il visone, possono agire come un amplificatore del virus, portando a un aumento della biomassa virale nell’ambiente e a un maggior rischio di mutazioni e trasmissione del virus all’interno del visone d’allevamento e tra visone e umani. Pertanto, si dovrebbe prendere in considerazione una maggiore sorveglianza sanitaria per i lavoratori di allevamenti di visoni e visoni e qualsiasi altra persona a stretto contatto con i visoni, specialmente negli allevamenti con una storia precedente / attuale di personale con COVID-19.
Le autorità nazionali dovrebbero prendere in considerazione l’aumento e la continuazione della sorveglianza clinica negli allevamenti di visoni e dei test di laboratorio sui visoni sospetti di infezione (morti o con sintomi clinici respiratori). Questo dovrebbe includere:
- allevamenti in cui i visoni presentano sintomi clinici, rilevamento diretto dell’infezione da Sars-CoV-2 tramite tamponi faringei in combinazione con istopatologia dei polmoni;
- allevamenti senza sintomi clinici, dove le opzioni per il test sono la PCR di tamponi faringei di visoni morti di recente, anche in assenza di lesioni.
- Il monitoraggio e la sorveglianza continui degli allevamenti di visoni (test ripetitivi e test sui visoni morti su base settimanale) dovrebbero essere presi in considerazione, se non è stata esclusa l’esposizione alla Sars-CoV-2 dell’uomo al visone.
La sorveglianza sierologica attiva è un’opzione per capire se e in che misura il virus circola negli allevamenti di visoni.
La genotipizzazione sistematica di ceppi isolati di Sars-CoV-2 secondo protocolli convalidati e la condivisione delle sequenze genomiche di tutti gli animali infetti, in particolare il visone, è raccomandata al fine di identificare i cluster e le relative varianti il prima possibile. Gatti e cani e mustelidi diversi dai visoni all’interno dell’area recintata, o di proprietà del personale dell’allevamento di visoni infetti, dovrebbero essere presi in considerazione per i test in combinazione con la sorveglianza dei sintomi clinici.
Le autorità nazionali dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di abbattere i visoni dagli allevamenti infetti e di distruggere le pelli grezze secondo adeguate misure di biosicurezza. Dovrebbe essere preso in considerazione anche il divieto di movimento di visoni vivi e pelli grezze lavorate nel 2020 all’interno dell’Ue e nel mondo fino a quando si verificherà l’esposizione alla Sars-CoV-2 dagli esseri umani al visone
Sviluppo di strategie di preparazione e risposta One Health
Un coordinamento rafforzato tra i settori dell’agricoltura, della salute degli animali e della salute umana (comprese la salute e la sicurezza sul lavoro) è essenziale per una risposta tempestiva ed efficace. Le località con allevamenti di visoni in cui Sars-CoV-2 sta circolando – o ha il potenziale per circolare – nelle popolazioni animali dovrebbero prendere in considerazione lo sviluppo di piani di sorveglianza e risposta coordinati basati su una condivisione delle informazioni tempestiva ed efficace. Questi potrebbero includere protocolli comuni di indagine sui focolai e dovrebbero anche tenere conto delle misure sopra descritte relative alla sperimentazione umana e animale, al sequenziamento e alla prevenzione e al controllo delle infezioni.
È necessario aumentare la consapevolezza del pubblico sulle strategie di prevenzione e controllo della Sars-CoV-2 legate ai visoni. I seguenti gruppi dovrebbero essere specificamente mirati: produttori di visoni, lavoratori di allevamenti di visoni, veterinari e personale veterinario che lavora con allevamenti di visoni e partner nell’industria della pelliccia.
Limitazioni nel rapid assessment Ecdc
La valutazione complessiva di questo evento, e in particolare la valutazione del rischio per la salute pubblica delle mutazioni relative al Cluster 5, è limitata dal basso numero di casi umani con varianti correlate al visone finora segnalati. Sono necessarie ulteriori indagini per fornire prove migliori. La valutazione della gravità è limitata dal basso numero di casi segnalati.
Solo una piccola percentuale di isolati umani è stata sequenziata in tutto il mondo e quindi potrebbe non essere possibile identificare una diffusione a basso livello di nuove mutazioni preoccupanti (indipendentemente dal fatto che siano legate al visone) all’interno di una popolazione in una fase sufficientemente precoce. L’analisi della sequenza e la caratterizzazione del virus richiedono tempo per identificare nuovi mutanti virali e potrebbero non essere disponibili abbastanza rapidamente e pertanto sono necessarie misure generali di risposta e controllo per controllare la diffusione virale.
Esperti consultati
Esperti ECDC (in ordine alfabetico): Cornelia Adlhoch, Erik Alm, Julien Beaute, Eeva Broberg, Orlando Cenciarelli, Margot Einöder-Moreno, Catherine Fleming, Céline Gossner, Kari Johansen, Grazina Mirinaviciute, Angeliki Melidou, Nathalie Nicolay, Diamantis Plachouras, Emily Scott, Ettore Severi, Therese Westrell.
Esperti di sanità pubblica
Danimarca: Kåre Mølbak (Statens Serum Institut – SSI).
Paesi Bassi: Aura Timen (Istituto nazionale per la sanità pubblica e l’ambiente – RIVM), Bas Oude Munnink e Marion Koopmans (Erasmus Medical Center).
Svezia: Mia Brytting (Folkhalsomyndigheten).
Autorità europea per i medicinali (EMA): Marco Cavalieri.
Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (OSHA): Elke Schneider.
Esperti di sanità pubblica veterinaria
Danimarca: Anette Ella Boklund e Søren Saxmose Nielsen (Università di Copenhagen); Anette Bøtner (Università di Copenhagen e Statens Serum Institut – SSI).
Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA): Alessandro Broglia, Nikolaus Kriz, Yves Van der Stede.
(riproduzione ammessa solo citando la fonte – testo raccolto a cura della redazione)
13 novembre 2020