Nonostante la pandemia possa sembrare un lontano ricordo per molti, il SARS-CoV-2 continua a circolare in forma endemica. Come abbiamo imparato, più il virus circola, più ha opportunità di mutare, dando origine a nuove varianti e sottovarianti. Le due nuove sottovarianti, classificate come “varianti di interesse” dall’Organizzazione Mondiale della Sanità sono in ordine cronologico:
– EG.5, ribattezzata Eris, rilevata per la prima volta a febbraio 2023 come diretta discendente di Omicron;
– BA.2.86, chiamata Pirola, identificata da diversi laboratori nella seconda metà di agosto 2023.
Variante EG.5, ribattezzata Eris: caratteristiche e diffusione
I primi rapporti su EG.5 indicano una possibile maggiore trasmissibilità. EG.5 ha superato la precedente XBB.1.16 (o Arturo), un’altra sottovariante altamente contagiosa di Omicron di cui si è parlato solo pochi mesi fa. Questo ha permesso a EG.5 di diventare la variante dominante in pochi mesi, come dimostrato dagli ultimi dati degli Stati Uniti, dove EG.5 è stata responsabile del 20% dei casi di Covid-19 alla fine della terza settimana di agosto, più di qualsiasi altra variante di SARS-CoV-2 in circolazione.
Eris non differisce significativamente dalle numerose altre varianti di Omicron, sebbene presenti una nuova mutazione nella sua proteina spike che potrebbe potenzialmente eludere parte dell’immunità acquisita dopo infezione o vaccinazione. Tuttavia, questa evoluzione non sorprende, poiché una leggera differenza che consente l’elusione immunitaria è stata alla base dell’emergere delle diverse varianti che abbiamo visto in questi anni.
Variante EG.5/Eris: sintomi e rischi per la salute
I dati finora disponibili non sembrano suggerire che EG.5 possa causare forme più gravi della malattia. Per quanto riguarda i sintomi, EG.5 tende a infettare le vie respiratorie superiori, come le altre sottovarianti di Omicron, causando sintomi simili a un raffreddore, come naso che cola e mal di gola.
Seguendo il modello degli anni precedenti, è probabile che si verifichi un aumento stagionale dei casi di Covid-19 durante l’inverno, guidato principalmente da EG.5.
Tuttavia, è poco probabile che si verifichi un significativo aumento delle ospedalizzazioni per Covid-19 rispetto agli inverni precedenti, poiché EG.5 è una variante lievemente patogenetica e i trattamenti antivirali come il Paxlovid dovrebbero funzionare.
VARIANTE EG.5 E COPERTURA VACCINALE
C’è la possibilità di una nuova dose di richiamo del vaccino. Sebbene i nuovi richiami Covid-19 debbano ancora essere approvati dalle autorità regolatorie, Pfizer, Moderna e Novavax stanno sviluppando versioni mirate alla XBB 1.5, una sottovariante dell’Omicron strettamente correlata a EG.5. Ad agosto, Moderna ha annunciato che i primi test clinici mostrano che la sua dose di richiamo è efficace anche contro EG.5.
Variante BA.2.86, ribattezzata Pirola: caratteristiche e diffusione
Più recentemente, diversi laboratori hanno individuato una nuova variante chiamata BA.2.86 e ribattezzata Pirola. Fino al 21 agosto, la variante è stata segnalata in 6 casi in 4 paesi: Israele, Danimarca, Regno Unito e Stati Uniti. Sebbene fino ad oggi questa variante sembri estremamente rara, in realtà pare derivi dalla sottovariante di Omicron chiamata BA.2, che ha causato picchi di casi all’inizio del 2022. Tuttavia, la proteina spike di BA.2.86 presenta 34 mutazioni rispetto a BA.2. I laboratori in tutto il mondo stanno ora analizzando campioni di pazienti e acque reflue per valutare la diffusione di BA.2.86 e capire se ha il potenziale per competere con altre varianti circolanti di SARS-CoV-2, inclusa EG.5, e causare un aumento globale delle infezioni.
Variante BA.2.86/Pirola e rischi per la salute
Al momento non disponiamo di dati sufficienti per fare previsioni sulla diffusione di BA.2.86 e sul suo potenziale impatto sulla salute. I laboratori di virologia in Danimarca e nel Regno Unito stanno cercando di isolare BA.2.86 dai campioni dei pazienti per valutare la capacità della variante di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti derivanti da infezioni precedenti e vaccini. Pertanto, BA.2.86 sta diventando un oggetto di attenta sorveglianza nella lotta contro il Covid-19.
Anche se Pirola dovesse diventare predominante e dimostrare di eludere gli anticorpi neutralizzanti – cosa probabile a causa dell’alto tasso di mutazioni nella proteina spike – altre forme di immunità probabilmente impediranno che la maggior parte delle persone si ammali gravemente in caso di infezione. Grazie all’ampia immunità acquisita in questi anni, è plausibile pensare che le probabilità che BA.2.86 risulti più grave delle varianti esistenti o causi il livello di disagio delle prime ondate di Omicron siano estremamente basse.