L’argomento più importante della conferenza Stato-Regioni è quello previsto al primo punto dell’ordine del giorno della Stato-Regioni di giovedì 28 novembre: «Individuazione da parte della Conferenza Stato–Regioni delle tre Regioni di riferimento per la determinazione del fabbisogno sanitario standard di cui all’articolo 27, comma 5, del decreto legislativo 6 maggio 2011, n. 68».
A decidere dovranno essere i governatori (giovedì mattina), magari sulla scorta delle indciazioni che già oggi potrebbero arrivare dalla commissione Salute delle Regioni. Nei giri di valzer sulla scelta delle protagoniste è data sempre per certa la presenza di Umbria e Marche mentre si ipotizzano la rinuncia da parte dell’Emilia Romagna e l’avvento di una delle due Regioni leghiste – Lombardia o Veneto – con un pronostico che dà in vantaggio la prima.
Poi gli altri argomenti sanitari all’ordine del giorno, già anticipati da Il Sole-24 Ore Sanità. Eccoli.
Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano recante modifiche all’Accordo del 24 luglio 2003 (Rep. atti n. 1805) avente ad oggetto “Disciplina del procedimento di contrattazione collettiva per il rinnovo degli accordi con il personale convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Si tratta del consueto provvedimento per la formazione della delegazione trattante in vista del rinnovo delle convenzioni secondo la legge 189/2012. Che conferma che le regole per il funzionamento della Sisac sono definite dalle Regioni e il coordinatore è indicato tra i rappresentanti regionali. La parte sindacale è costituita dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative in campo nazionale di ciascuna categoria individuate in base al criterio della consistenza associativa rilevata dalla Sisac. Per la definizione delle parti “interprofessionali” delle convenzioni è previsto anche che le Regioni sentano insieme FnomCeO e Fofi.
Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano sulle “Linee di indirizzo nazionale per l’organizzazione e la gestione delle banche del latte umano donato nell’ambito della protezione, promozione e sostegno dell’allattamento al seno”. Criteri uniformi, requisiti essenziali del servizio, indicatori di qualità ed efficienza, criteri di funzionamento di eventuali reti regionali per le banche del latte umano, un’attività oggi coordinata dall’Associazione italiana delle banche del latte umano donato (Aiblud), nata nel 2005, di cui fanno parte 28 banche, un numero che fa dell’Italia, insieme con la Svezia, la nazione leader in Europa su questo fronte (capofila la Toscana, con sei banche, seguita da Emilia Romagna, con 4 banche e Puglia con 3). È questo l’obiettivo dello schema di accordo. Le indicazioni – destinate agli operatori sanitari delle banche del latte, ai reparti di Neonatologia e di Terapia intensiva neonatale e a tutti gli operatori del percorso nascita – sono finalizzate a garantire standard di qualità uniformi su tutto il territorio nazionale nella varie fasi della filiera: selezione delle donatrici, procedure di raccolta e conservazione, accertamenti infettivologici, metodiche di pastorizzazione e stoccaggio.
Intesa sull’Accordo nazionale per l’erogazione delle prestazioni termali per il biennio 2013-2015. Si rinnova l’accordo Federterme-Regioni ancora fermo a quello scaduto nel 2009 grazie all’accordo 2013-2015 sull’erogazione delle prestazioni termaliche rivede nella parte economica (con un incremento complessivo delle tariffe di 10 milioni nei tre anni, +3%), delle patologie tutelate e delle prestazioni e della ricerca il precedente testo scaduto ormai a fine 2009. E il nuovo accordo varrà per la parte economica dal 1° lulgio 2013 mentre per tutte le altre parti dal 1° gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2015.
Parere sulla proposta del Ministero della salute di obiettivi e criteri ai fini della ripartizione tra le Regioni, per l’anno 2013, dei fondi da destinarsi all’attuazione dell’articolo 12 del decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 207 (“Attuazione della direttiva 2005161/CE che applica la direttiva 2002198/CE per quanto riguarda la prescrizione in tema di rintracciabilità del sangue e degli emocomponenti destinati a trasfusioni e la notifica di effetti indesiderati ed incidenti gravi’) e dell’articolo 5 del decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 208 (“Attuazione della direttiva 2005/621CE che applica la direttiva 2002198/CE per quanto riguarda le norme e le specifiche comunitarie relative ad un sistema di qualità per i servizi trasfusionali’). Riparti per oltre 1,3 milioni da impegnare sulla rintracciabilità del sangue e degli emocomponenti per trasfusioni e sulla notifica degli effetti indesiderati e incidenti gravi (624.907 euro) e per l’applicazione delle norme Ue sul sistema di qualità sei servizi trasfusionali (756.307 euro).
La proposta di riparto messa a punto dal ministero della Salute è stata inviata alle Regioni perché esprimano il loro parere in una delle prossime riunioni della Stato-Regioni. Gli obiettivi per il primo riparto – quello da 625mila euro – riguardano il funzionamento dei sistemi regionali di emovigilanza e i fondi sono ripartiti per il 25% secondo l’indice di popolazione residente, 50% in base all’indice di consumo dei globuli rossi/ dimissioni ospedaliere, pesato anc’esso sulla popolazione e per il 25% secondo l’indice di donazione, pesato sempre sulla popolazione residente. Per quanto riguarda la somma di 756mila euro invece l’obiettivo è il miglioramento dei sistemi di qualità attuali secondo le norme nazionali e le indicazioni Ue e l’assegnazione dei fondi segue le stesse percentuali indicate per il precdente riparto.
Il Sole 24 Ore sanità – 26 novembre 2013