L’attuazione della legge. Pronto il decreto che stabilisce come richiedere la certificazione per eliminare ogni discriminazione su mutui, assicurazioni, concorsi e adozioni per 1 milione di italiani non più malati
Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore. «Si certifica che il signore o la signora….. ha maturato i requisiti previsti dalla legge 7 dicembre 2023, n. 193 per il riconoscimento del diritto all’oblio oncologico». Così reciterà il certificato che ogni guarito dal tumore potrà ottenere dopo averne presentato istanza «ad una struttura sanitaria pubblica o privata accreditata o ad un medico dipendente del Servizio sanitario nazionale nella disciplina attinente alla patologia oncologica di cui si chiede l’oblio o al medico di medicina generale oppure al pediatra di libera scelta».
Per un milione di ex pazienti oncologici la svolta tanto attesa per cancellare l’odiata “lettera scarlatta” che li espone continuamente al rischio di discriminazioni – dalla stipula di un mutuo a quella di una assicurazione, dalle adozioni fino al mondo del lavoro in particolare per i concorsi e la selezione del personale – è ormai al traguardo. Dopo la storica approvazione in Parlamento all’unanimità della legge sull’oblio oncologico lo scorso dicembre arrivano anche i decreti attuativi necessari per dare operatività alla legge 193/2023 che introduce appunto il diritto delle persone guarite da un tumore a non dare informazioni, né a subire indagini sulla precedente condizione di pazienti quando sottoscrivono un mutuo, un’assicurazione, quando fanno richiesta di adozione o quando affrontano un concorso per iniziare a lavorare. Il decreto forse più importante – ora alla firma del ministro della Salute Schillaci – che il Sole 24 ore è in grado di anticipare è quello relativo appunto alla «certificazione della sussistenza dei requisiti necessari ai fini dell’applicazione delle disposizioni della legge». Un provvedimento di soli quattro articoli che contiene anche due allegati molto importanti: il primo è il modello di istanza che ogni guarito deve presentare per il rilascio del certificato di oblio oncologico con l’informativa sul trattamento dei dati personali, mentre il secondo allegato è proprio il fac-smile del certificato di attestazione dell’avvenuto oblio oncologico da rilasciare al guarito di tumore.
Il decreto prevede che ai fini appunto della formazione dell’oblio oncologico per «conclusione del trattamento attivo della patologia si intende, in mancanza di recidive, la fine dell’ultimo trattamento farmacologico o radiante o la sottoposizione a intervento chirurgico». L’ex paziente potrà allegare alla sua istanza certificati e documentazione sanitaria proprio su queste fasi della cura per far scattare i termini (materiale che dovrà essere cancellato dopo 10 anni). La certificazione di oblio oncologico viene poi rilasciata entro trenta giorni dalla richiesta «se sussistono, a giudizio della struttura o del medico certificante, i presupposti temporali (decennali o quinquennali) richiesti» dalla legge. Che prevede appunto le tutele per tutti quegli ex pazienti per i quali i trattamenti si sono conclusi da dieci anni e che non hanno avuto recidive (si tratta di 1 milione di italiani almeno) e che hanno la stessa speranza di vita di chi non ha avuto un tumore. Il periodo dalla fine delle cure in assenza di recidive è ridotto a cinque anni se il cancro è stato diagnosticato prima dei 21 anni d’età.
Un altro decreto- questo già pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 aprile scorso – stabilisce poi un «elenco di patologie oncologiche per le quali si applicano termini inferiori» e che in futuro potrà essere aggiornato in base all’evoluzione delle cure che in questo fronte della medicina corre a vista d’occhio. E così a esempio per il tumore del colon retto stadio 1 in qualsiasi età gli anni dalla fine del trattamento sono ridotti ad uno. Per lo stadio due e tre, per i maggiori di 21 anni il termine scende invece a 7 anni dalla fine del trattamenti. Per il melanoma per i maggiori di 21 anni iltermine per ottenere l’oblio oncologico si riduce a 6 anni. Per il tumore della mammella stadio 1 e 2 (per qualsiasi età) il termine scende ad un anno; per il collo dell’utero per le maggiori di 21 anni il termine si riduce a 6 anni. Per il tumore del corpo dell’utero (qualsiasi età) il termine scende a 5 anni; per il testicolo, a qualsiasi età scende a 1 anno. Infine per la tiroide sotto i 55 anni per le donne e sotto i 45 anni per gli uomini (esclusi i tumori anaplastici per entrambi i sessi) il termine scende a un anno. Per i linfomi di Hodgkin per i minori di 45 anni il termine si riduce a 5 anni e per le leucemie acute (linfoblastiche e mieloidi) per qualsiasi età, il termine scende a 5 anni.