La gestione economica dell’Enpav, l’ente previdenziale dei veterinari, ha registrato risultati sempre positivi negli ultimi anni secondo la relazione della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti. I risultati gestionali evidenziano, sottolinea la Corte, nei due anni oggetto del referto (2009-2010) un andamento positivo grazie all’aumento dei ricavi contributivi (12,67%), dopo il considerevole rallentamento che gli stessi risultati hanno subito nel 2008 anche a causa della crisi economica internazionale. L’incremento delle entrate in entrambi gli anni è da attribuire secondo la Corte in massima parte all’aumento degli iscritti e all’adeguamento dei contributi minimi in base al coefficiente Istat (+2,6 % nel 2009 e +2,1% nel 2010).
E anche la riforma pensionistica realizzata dall’Enpav dal 2010, prevedendo modifiche anche al regime contributivo, ha iniziato a produrre risultati positivi.
L’andamento dei ricavi derivanti dalla gestione delle attività finanziarie, a causa della crisi economica ha subito un forte ridimensionamento, soprattutto nel 2010. Infatti gli interessi e i proventi finanziari diversi sono passati da 4.243.311 euro del 2009 a 2.931.645 euro del 2010.
Nella relazione al bilancio del 2010 il Consiglio di amministrazione ha evidenziato che nei primi mesi del 2011 l’Ente ha effettuato importanti interventi di ristrutturazione dei propri investimenti finanziari per ridurre i rischi, privilegiando investimenti più sicuri e molto liquidi. Questo anche per dare riscontro agli inviti effettuati negli ultimi anni dalle Amministrazioni vigilanti a indirizzare la politica finanziaria a criteri di prudenza e di sicurezza, astenendosi da intenti speculativi.
Per quel che concerne le società partecipate, la Corte riscontra che hanno chiuso la gestione economica in perdita (fanno eccezione Edilparking srl nel 2009 e Vett.im nel 2010). «Ciò spinge a sottolineare l’esigenza – scrive la Corte – che l’Ente ponga la massima attenzione sulla validità delle scelte fatte per la loro costituzione nonché sulla convenienza economica a tenerle in vita, evitando, comunque, di costituire società che non abbiano scopi compatibili con le finalità dell’ente partecipante».
Il bilancio tecnico al 31 dicembre 2009 evidenzia uno scenario economico dell’Ente negli anni futuri alquanto diverso da quello emergente dall’analogo documento redatto tre anni prima, quando la crisi economica e la riforma previdenziale realizzata dall’Ente erano ancora abbastanza lontane. Il documento evidenzia che nel 2031 il saldo previdenziale diventa negativo e questo, sottolinea la Corte, fa ritenere necessario continuare a monitorare l’equilibrio economico della gestione, per mettere in pratica «tempestivi interventi di riequilibrio. Equilibrio economico da rispettare anche alla luce di quanto stabilito, da ultimo, dal decreto “salva Italia”, convertito, con alcune modifiche, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, la quale all’art. 24 stabilisce che “in considerazione di assicurare l’equilibrio finanziario delle relative gestioni”, gli Enti adottino “nell’esercizio della loro economia gestionale, entro e non oltre il 30 giugno 2012, misure volte ad assicurare l’equilibrio tra le entrate contributive e le spese per prestazioni pensionistiche, secondo bilanci tecnici riferiti ad un arco temporale di cinquanta anni”».
IL TESTO DELLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI
sanita.ilsole24ore.com – 14 febbraio 2012