In un anno la Regione spende circa 670 milioni per gli stipendi dei medici ospedalieri. Secondo gli ultimi dati diffusi da Palazzo Balbi, questo significa che mediamente, fra il minimo dello specializzando e il massimo del primario, gli oltre 8.100 camici bianchi sono remunerati più o meno con 82.000 euro sui dodici mesi, ad esclusione degli oneri. È un dato da tenere presente, nell’apprendere dalla requisitoria del procuratore contabile Ugo Montella che nel 2022 il Veneto ha sborsato 68 milioni, per pagare i “gettonisti”. Sorge spontanea la domanda: con quei soldi, quanti professionisti sarebbero stati assunti? Calcolatrice alla mano, la risposta è 829. Ma ovviamente si tratta di un conto puramente teorico, vista la carenza di personale e l’indisponibilità alla stabilizzazione (“problema di carattere nazionale”, è stato puntualizzato nella requisitoria).
ESTERNALIZZAZIONE Parlando dei medici a gettone, la Procura della Corte dei conti ha dato atto alla Regione “di aver avviato da tempo azioni dirette a definire l’impatto organizzativo ed economico-finanziario di tale fenomeno”, stabilendo che “lo strumento dell’esternalizzazione può essere utilizzato solo qualora gli strumenti ordinari di reclutamento siano risultati infruttuosi e per il tempo strettamente necessario a scongiurare ipotesi di interruzione di pubblico servizio”. Ma il ricorso ai fornitori è “comunque ancora troppo diffuso, se pur non per responsabilità della Regione stessa, come dimostra il costo sopportato per tale tipologia di contratti ammontante a euro 68.028.603”, di cui 19,2 per Pronto soccorso, 9,5 per Anestesia e rianimazione, 4 per Ostetricia e ginecologia e 2,9 per Radiologia.
SMALTIMENTO Agli occhi dei magistrati contabili, sembra invece procedere bene lo smaltimento delle liste d’attesa, dopo che dal precedente giudizio di parifica era emerso l’accantonamento di una parte delle risorse da parte di Azienda Zero (5,7 milioni non erano stati assegnati e altri 15,6 non erano stati utilizzati). “Non si riscontra altrettanta criticità per l’esercizio 2022”, ha osservato il procuratore Montella, annotando che il pagamento di prestazioni aggiuntive, l’acquisto di specialistica convenzionata e le assunzioni a termine secondo la Regione “sarebbero stati sufficienti a recuperare, nel corso dell’anno 2022, i ritardi nella erogazione delle prestazioni conseguenti alla paralisi delle attività per l’emergenza epidemiologica da Covid 19”.
A questo proposito, sempre ieri la Giunta regionale ha approvato un nuovo stanziamento di 29 milioni, di cui 20 subito liquidabili alle nove Ulss, che li gestiranno anche per conto delle aziende ospedaliere di Padova e Verona e dello Iov. “L’obiettivo è ridurre i tempi e garantire un costante recupero”, ha riferito l’assessore Manuela Lanzarin, spiegando che la cabina di regìa si riunisce settimanalmente. Innanzi tutto sono state prese in carico le prestazioni traccianti in galleggiamento di classe B (entro 10 giorni), “che sono state annullate”. Successivamente sono state affrontate le criticità legate alla priorità D (entro 30 giorni), che al 30 maggio erano 71.549 e al 27 giugno risultavano 57.549.
Il Gazzettino
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