Nel 2010 i permessi sindacali nel settore pubblico sono costati all’Erario 151 milioni di euro. Lo afferma la Corte dei Conti nella nota di sintesi della relazione 2012 sul costo del lavoro pubblico, spiegando che «la fruizione dei diversi istituti (aspettative retribuite, permessi, permessi cumulabili, distacchi) relativamente al 2010 può essere stimata come equivalente all’assenza dal servizio per un intero anno lavorativo di 4.569 unità di personale, pari a un dipendente ogni 550 in servizio». «Applicando a tale dato il costo medio di un dipendente pubblico – sottolinea la Corte dei Conti – il costo a carico dell’erario é stato di 151 milioni al netto degli oneri riflessi».
E in materia di relazioni sindacali, i magistrati contabili sottolineano che «Il blocco della crescita delle retribuzioni complessive e della contrattazione collettiva nazionale – si legge nel documento – hanno comportato il rinvio, da un lato, delle norme più significative in materia di valutazione del merito individuale e dell’impegno dei dipendenti contenute nel dlgs n. 150 del 2009 e, dall’altro, impedito l’avvio del nuovo modello di relazioni sindacali delineato nell’intesa del 30 aprile 2009, maggiormente orientato ad una effettiva correlazione tra l’erogazione di trattamenti accessori e il recupero di efficienza delle amministrazioni».
Più in generale, nella relazione, i magistrati contabili puntano il dito sui reiterati tagli lineari agli organici nel settore pubblico che «obbligano le amministrazioni ad una continua attività di revisione degli assetti organizzativi che impedisce il consolidamento di procedure, competenze e professionalità, con inevitabili, negativi riflessi sulla quantità e qualità dei servizi erogati».
Il Sole 24 Ore – 15 maggio 2012