«La corruzione, il malaffare e l’illegalità molto più forti di come appare», è l’allarme lanciato dal presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012. E ci sono evasione fiscale (al 36%, la più elevata dei grandi paesi europei) e consulenze della Pa spesso decise «per fini clientelari», senza «interessi pubblici», ha aggiunto il procuratore generale della Corte, Lodovico Principato. La sanità non sfugge. Anzi, è terreno fertile per le «fattispecie dannose per la finanza pubblica» con circa 330 milioni di danni rilevati. «La guardia va tenuta altissima. In sanità, dove circolano molti soldi, ci vuole la fermezza più assoluta. I controlli devono essere sempre più avanzati» dice il ministro Balduzzi al Sole 24 Ore.
Nel 2011 la Corte dei conti si è occupata di Sanità in oltre un centinaio di occasioni, decidendo risarcimenti più di 22 milioni da parte di 144 persone fisiche e 8 persone giuridiche. Circa la metà è per pronunce d’appello ed è definitivo, mentre l’altra metà riguarda sentenze di primo grado, quasi sempre rinviate in appello non ancora svolto.
Una quota dell’importo complessivo – prosegue l’analisi della Corte – è per risarcimenti effettuati (volontariamente o a seguito di procedimento) prima dell’inizio del giudizio (e in alternativa a questo), per l’«azione risarcitoria effettuata dalle Procure regionali della Sicilia, del Piemonte e della Toscana, che confermano la fondatezza e la valenza deterrente dell’attività del P.M. contabile e il raggiungimento dello specifico scopo». L’importo complessivo del recupero è stato di 126 mila euro.
Questa l’analisi dettagliata per la Sanità.
Sezioni centrali. Sono state 26 le sentenze emesse dalle sezioni d’appello (centrali e siciliana) per oltre 11 milioni, dovuti da 34 persone fisiche.
Nove sentenze della sezione I hanno confermato condanne di primo grado relative a danni patrimoniali, per oltre 10 milioni, che hanno riguardato: danni indiretti per errori sanitari in Toscana e Basilicata; corresponsione di indennità di rischio non dovute in Emilia Romagna, ammanchi alle casse ticket ed economali nel Lazio e in Campania; illecite prescrizioni di prodotti farmaceutici in Molise; violazioni delle regole contrattuali in Toscana; irregolare rapporti con cliniche in Abruzzo; disservizi in Calabria.
La sezione II ha pronunciato dieci sentenze di condanna per 416 mila euro (di cui 413 mila per danni patrimoniali e 3mila per danni all’immagine), dovuti da 12 soggetti. Tra i reati figurano l’illegittima decadenza dell’incarico di direttore generale in un’Asl del Piemonte; violazioni in materia contrattuale in Lombardia; ammanchi alla cassa ticket in Umbria; irregolare trasferimento di un dipendente in Calabria; un danno indiretto per l’esito letale di un grave incidente stradale causato da un dipendente dell’Asl in Emilia Romagna, l’acquisto irregolare di beni e servizi in Piemonte; casi di assenteismo e violazioni dell’attività libero-professionale in Umbria e rimborso di spese legali non dovute nelle Marche.
Undici sentenze invece per la sezione III per oltre 273mila euro (di cui quasi 266mila per danni patrimoniali e oltre 8mila per danni all’immagine). Tra i reati l’acquisizione irregolare di beni e servizi in Toscana, ancora irregolare intramoenia allargata nel Lazio e in Toscana, illecita prescrizione di farmaci costosi in Umbria, danni indiretti da errore sanitario con danno all’immagine in Piemonte.
A questi si aggiunge una sentenza della Sezione siciliana di condanna al risarcimento di oltre 98mila euro per spese ingiustificate per un progetto di campagna informativa sull’aviaria.
Sezioni regionali. Le sentenze di condanna sono state 83 e hanno riguardato oltre un centinaio di persone fisiche (alcuni con più condanne) e anche una decina di persone giuridiche, per quasi 11 milioni. La maggior parte riguardano danni patrimoniali (oltre 10,1 milioni).
L’importo maggiore è in Calabria con oltre 2.700.000 euro di risarcimento, tutti per danni patrimoniali come la violazione del rapporto di esclusiva dei medici per intramoenia allargata non autorizzata: una condanna e altri cento casi in attesa di giudizio. A quasi 1,9 milioni ammontano le sentenze di condanna della Toscana. Tra queste spicca il risarcimento di oltre 1,5 milioni per danno patrimoniale e altri 200mila euro di danno all’immagine per un presunto medico anestesista che ha esercitato senza laurea per 27 anni l’attività presso un’azienda ospedaliera.
Nel Lazio le condanne valgono quasi 1,6 milioni (danni indiretti da lesioni, truffe e falsità, opere inutilizzabili ancorché pagate, illecite mansioni superiori, indebita transazione, danni all’immagine per abusi sessuali, irregolare affidamento di incarichi).
Unica sentenza in Liguria per oltre 819mila euro, ma «eclatante» come la definisce la Corte per danno erariale da truffa al Ssn. Alcuni medici e farmacisti hanno ideato un sistema di false prescrizioni: dai medici ricette per patologie diverse da quelle degli assistiti o troppo oltre le necessità terapeutiche o ancora intestae a persone decedute prima della data della prescrizione; dai farmacisti la fornitura in sostituzione farmaci di fascia “C” o altri prodotti non rimborsabili, chiedendo e ottenendo però il rimborso dalle Asl delle ricette false. Altri importi rilevanti sono in Campania (oltre 1.050.000 euro), Piemonte (oltre 580.000 euro) e Puglia (circa 568.000 euro) con al primo posto l’esercizio non corretto dell’intramoenia, ma anche rimborsi non corretti a strutture private accreditate e violazioni nel conferimento di incarichi.
Corruzione, Balduzzi: «Nella sanità serve più trasparenza»
«La guardia va tenuta altissima. In sanità, dove circolano molti soldi, ci vuole la fermezza più assoluta». Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, non nasconde i problemi dell’illegalità e della corruzione che circondano il Ssn. Ma mette in guardia: sul versante dei controlli la sanità è il comparto pubblico più avanzato, «tanto che si scoprono le magagne». Ciò non toglie che servono strumenti sempre più «raffinati», precisa. Anche nella lotta all’evasione dai ticket, che potrebbe trovare qualche risposta nel prossimo «Patto» per la salute.
Le sollecitazioni del capo dello Stato, le denunce della Corte dei conti dopo quelle della Guardia di finanza: la corruzione dilaga e la sanità è un terreno minato. Ministro Balduzzi, il Ssn sembra una polveriera.
Come sempre il capo dello Stato è intervenuto puntualmente mettendo il dito sulle vere piaghe. Che la Corte dei conti ha confermato. Non ci si può accontentare dicendo che sono casi isolati. Bisogna sempre tenere altissima la guardia. E in sanità, siccome circolano molti interessi e molti soldi, c’è la tentazione a pensare che si possa approfittarne. Per questo serve la fermezza più assoluta. Ma attenzione: non si deve fare di tutte le erbe un fascio e colpevolizzare alcuni settori o categorie.
Cosa serve: regole, pene adeguate…
Le regole le abbiamo. Certamente possono essere migliorate. Ma non servono chissà quali norme per battere l’illegalità e la corruzione. Dobbiamo passare dalle parole ai fatti, fare ciascuno per la propria parte il proprio dovere.
Le regole ci saranno, però sono bypassate.
Il problema dei controlli è sempre stato e resta il problema di questo Paese. Ma non è un problema che riguarda solo la sanità. Anzi.
Anzi?
Da un certo punto di vista in sanità il sistema dei controlli è anche più raffinato. Tutto in sanità è più avanti rispetto ad altri comparti.
Intende dire?
È il comparto dove, con più livelli istituzionali interessati, si controlla di più. È un mondo più leggibile di altri. Infatti vengono fuori le magagne. Ma è chiaro che ci vuole ancora più trasparenza. Ad esempio sui direttori generali, sui primari, sulle scelte aziendali, nella dinamica delle relazioni tra medico e paziente e istituzioni. Sicuramente c’è molta strada da fare.
L’Ordine dei medici dovrebbe essere più severo e più rapido nelle sue decisioni contro i dottori corrotti?
Questo è un problema generale del sistema ordinistico del nostro Paese. Non riguarda solo i medici, ma tutti gli ordini professionali. Non è tanto il problema di dire “ordini si, ordini no”, ma di dire cos’è l’ordine professionale, che non è nato per fare il sindacalista di una categoria ma per assicurare l’interesse pubblico, la possibilità di valorizzare le eccellenze e le capacità della categoria e di assicurare la tutela dell’interesse generale sulla qualità dei servizi dei professionisti. Se gli ordini fanno questa scelta ed entrano pienamente in questa logica, probabilmente non c’è bisogno di chissà quali sfracelli normativi. Già le norme dicono tutto.
Non crede che serva un’operazione forte per azzerare le false esenzioni dai ticket? Chi evade in sanità ci ruba la salute, tanto più in tempi di risorse scarse e di tagli. Giusto per tornare alla progressività prevista dall’articolo 53 della Costituzione…
Assolutamente sì. La progressività è un “sottotipo” dell’equità. E l’equità assicura che le risorse limitate vadano soprattutto a chi ne ha più bisogno. Sotto questo profilo qualche strumento ulteriore è opportuno, anche con una rimodulazione dei sistemi di esenzione, come faremo col «Patto» per la salute.
Farete qualcosa anche contro le false esenzioni?
Per le false esenzioni non servono chissà quali strumenti: basta incrociare opportunamente i dati. Se necessario però qualche indicazione per migliorare la situazione sarà data anche col «Patto». Ci stiamo lavorando.
di Roberto Turno (da Il Sole–24 Ore) 17 febbraio 2012