Raggiunto l’accordo nella maggioranza per ritirare gli emendamenti al Dl con le misure a sostegno dell’occupazione giovanile , in esame in seconda lettura alla commissione Lavoro della Camera. Dei circa 200 emendamenti originariamente presentati, restano quelli firmati da Sel, Movimento 5 stelle e Lega, che sono meno della metà.
Pd, Pdl e Scelta civica ritirano gli emendamenti
Le richieste di modifica avanzate dai partiti di maggioranza saranno trasformate in ordini del giorno da recepire con i prossimi decreti. L’accordo dovrebbe spianare la strada all’approvazione del disegno di legge di conversione in legge del Dl 76. Tuttavia si tratta di una corsa contro il tempo, poichè lunedì pomeriggio la commissione dovrebbe concludere l’esame dell’articolato per portare il testo martedì in Aula, ma il condizionale è d’obbligo dal momento che l’esame del decreto sulla giustizia potrebbe far posticipare di qualche giorno l’iter di conversione del Dl che scade il 28 agosto. Il Dl 76 introduce un incentivo – sotto forma di uno sgravio contributivo fino a 650 euro – per i datori di lavoro che assuomono con contratti a tempo indeterminato giovani tra 18 e 29 anni.
Le novità della Camera
Nel passaggio alla Camera è stato confermato che i giovani devono essere privi di impiego retribuito da almeno sei mesi o privi di diploma di scuola media superiore o professionale, mentre è stato cancellato il criterio che faceva riferimento al vivere da soli o con più persone a carico. Quanto alla scadenza del 30 settembre per adottare le linee guida sull’apprendistato, la Camera ha introdotto il principio che le novità non saranno temporanee e riguarderanno tutte le imprese (non solo le pmi). Le pause per i rinnovi dei contratti a tempo determinato tornano a 10 e 20 giorni (a seconda che la durata sia fino od oltre i 6 mesi), inoltre nei 12 mesi del primo contratto a termine “a causale” è ricompresa anche l’eventuale proroga. Sempre la Camera ha approvato un emendamento che libera una nuova tranche di pagamenti dei debiti della Pa per circa 20-25 miliardi nella prima parte del 2014 attraverso la Garanzia dello Stato sui crediti ceduti alle banche, con un possibile intervento della Cassa depositi e prestiti.
3 luglio 2013