È corsa all’Ape volontario, il prestito ponte per l’uscita anticipata dal mercato del lavoro fino a 43 mesi prima del pensionamento effettivo. Ieri, secondo gli ultimi dati Inps di cui Il Sole24Ore è entrato in possesso, risultavano presentate 15.779 domande di certificazione e oltre 186mila simulazioni effettuate sul sito dell’Istituto. Si tratta di risultati significativi per un sperimentazione partita il 14 febbraio scorso.
Interessati alla prima applicazione di questa misura, prevista attualmente fino alla fine del 2019, sono i lavoratori nati tra il maggio del 1954 e il luglio del 1956. Inps ha stimato che Ape volontario potrebbe interessare una platea potenziale di 300mila lavoratori quest’anno e di altri 115mila nel 2019.
Per quanto riguarda invece le domande per l’Ape sociale, ovvero l’ammortizzatore di ultima istanza per il pensionamento di una serie di categorie di lavoratori in condizioni di disagio, al 9 marzo scorso risultano pervenute all’Inps 48.331 domande, mentre quelle accolte sono 18.533. Alla stessa data lavoratori precoci (ovvero con almeno 12 mesi di contributi versati prima del 19esimo anno) erano arrivate in Inps 34.642 domande di uscita anticipata, un terzo delle quali (11.313) sono state già accolte. Tornando all’Ape sociale vale ricordare che il 31 marzo scatterà il primo monitoraggio sulle risorse utilizzate.
Vale ricordare che nel 2017 per questa misura, in prima battuta, erano stati stanziati 300 milioni che salgono a 630 quest’anno e 666 nel 2019. Gli altri monitoraggi si faranno a metà luglio e a fine novembre.
Commentando i rilievi sollevati a livello internazionale sugli equilibri del nostro sistema previdenziale, Stefano Patriarca, consigliere economico di palazzo Chigi, ha spiegato che, invece di parlare di «complotto statistico internazionale», meglio sarebbe migliorare e rendere permanenti le innovazioni introdotte negli ultimi due anni: «La risposta c’è, e la stanno già sperimentando decine di migliaia di lavoratori con il sistema di redditi ponte non pensionistici, l’Ape sociale, l’Ape volontario e la Rita». Sul fronte dell’attuazione dei decreti previdenziali previsti in manovra, restano ancora da pubblicare sulla Gazzetta Ufficiale i due Dpcm per la costituzione delle commissioni tecniche che dovranno esaminare la possibile analisi separata della spesa assistenziale da quella previdenziale e definire le categorie di lavori usuranti che potrebbero essere esclusi dal meccanismo di adeguamento automatico dei requisiti di pensionamento alla speranza di vita. Le due commissioni, composte da una ventina di rapprestentati e presieduta da Giorgio Alleva, numero uno dell’Istat, dovranno concludere i lavori il 30 settembre.
Il Sole 24 Ore – 27 marzo 2018