Cercasi uscita dall’impasse sul Ddl anticorruzione. Perciò prende quota, in alternativa allo stralcio dell’articolo 9 (reati e sanzioni) chiesto dal Pdl, l’ipotesi di una delega al Governo per disciplinare la materia dei reati contro la pubblica amministrazione.
A differenza dello stralcio – che rischia di insabbiare la parte sulla repressione- con la delega la maggioranza affiderebbe al Governo il compito di introdurre nuovi reati, rivederne alcuni, modificare le sanzioni (e quindi, indirettamente, la prescrizione) entro un periodo di tempo predeterminato e secondo criteri prestabiliti, anche sulla base delle annose richieste di Consiglio d’Europa e Ocse. Il ministro della Giustizia Paola Severino ha già messo al lavoro i suoi uffici tecnici per avere un quadro dettagliato delle «inottemperanze» dell’Italia rispetto a convenzioni, raccomandazioni, direttive internazionali. I fronti aperti sono numerosi, dalla corruzione privata alla prescrizione alla concussione: temi su cui tornerà a battere, 1121 marzo, il Greco (Gruppo di Stati contro la Corruzione) nel secondo rapporto sull’Italia. Ovviamente, che cosa recepire, e come recepirlo, è una scelta politica. La prossima settimana le commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera tornano a riunirsi dopo il rinvio chiesto dal Guardasigilli, in attesa di trovare un accordo nella maggioranza. È così cominciata una difficile trattativa con il Pdl, per capire fmo a che punto è disposto ad andare avanti sull’anticorruzione, e come. Inizialmente le ipotesi erano due: stralcio dell’articolo 9 oppure modifica in corso d’opera (il Governo dovrebbe scoprire le carte, cominciando dai pareri sugli emendamenti di Pd, Terzo Polo, Idv). Per evitare passi falsi è spuntato il compromesso della delegato con lo stralcio o, più probabilmente, in alternativa. Il che consentirebbe di fermarsi ai “rito-li” della riforma,senza entrare subito nel dettaglio di scelte delicate. Come quella sulla concussione, che ogni volta fa esplodere polemiche: era già successo al Senato, quando il Pd, dopo aver presentato un emendamento per abrogare questo reato e trasformarlo in corruzione o estorsione aggravata, lo aveva ritirato (anche alla luce delle ricadute sui processi in corso, tra cui il processo Ruby: Berlusconi potrebbe essere prosciolto per la concussione); è successo anche stavolta, perché l’emendamento è stato riproposto ed è analogo ad uno dell’Idv. «È vero, è sovrapponibile a quello del Pd – dice Federico Palomba, «correggendo» quanto aveva detto al Sole 24 Ore i13 marzo -. Ma potremmo ritirarlo se verificheremo che ha ricadute sul processo Ruby, perché questa è l’ultima cosa che vogliamo». Forse non ce ne sarà bisogno se tutto verrà delegato al governo. I nodi della maggioranza stanno venendo a pettine e secondo i ben informati li sta gestendo Mario Monti.
Il Sole 24 ore – 6 marzo 2012