Il Sole 24 Ore. Oltre 2 milioni e mezzo in isolamento. Le Regioni in allarme: così rischio paralisi. Palazzo Chigi convoca il Cts domani per ridurre da sette a tre-cinque giorni la quarantena in vista del Cdm di fine anno
Nelle ultime 24 ore i nuovi positivi sono stati 30.810 contro i 24.883 del giorno di Natale. I test che li hanno rilevati sono stati 343.968, fra molecolari e antigenici rapidi, contro i 217.052 del giorno precedente. Così il tasso di positività è sceso in un giorno dall’11,5% all’8,9%. Ma per gli esperti del sito CovidTrends calcolando il rapporto fra il totale dei casi e i soli test molecolari il tasso di positività è del 18,7%.
Aumentano i decessi, passati da 81 a 142 in 24 ore. E salgono i ricoveri nei reparti ordinari cresciuti di 503 unità, da 9.220 a 9.723. Nelle terapie intensive sono saliti in un giorno da 1.089 a 1.126, 37 in più nel saldo tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri sono stati 100. L’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) con i dati del 26 dicembre segnala il 12% dei posti occupati nelle terapie intensive, così superata la soglia critica del 10%. Nei reparti ordinari c’è un aumento dell’1%, raggiunta la soglia critica del 15%. Per l’Agenas sono nove le regioni oltre la soglia critica in entrambi i casi: Calabria, Friuli Venezia Giulia, Lazio (14% intensive e 15% area medica), Liguria, Marche, province autonome di Bolzano e Trento, Piemonte e Veneto.
Per il ministero della Salute la Lombardia annovera il maggior numero di positivi in un giorno con 5.065 unità, seguita da Piemonte (4.611), Emilia Romagna (3.482), Lazio (2.933), Toscana (2.843), Veneto (2.816), Campania (2.291) e Sicilia (2.087). Con l’analisi statistica dei dati della Protezione Civile si hanno indicazioni sulla variante Omicron: i casi nel giorno di Natale sono stati pari al 45% di quelli totali. Nelle regioni in giallo l’Omicron non si è ancora sviluppata in modo evidente: controlli e restrizioni frenano la diffusione di questa variante.
Ma in questo scenario torna l’incubo di misure restrittive a catena in grado di accentuare le difficoltà dei territori. Così i governatori lanciano l’idea di una mini quarantena per chi ha ricevuto la terza dose del vaccino. Le persone costrette a rinchiudersi sono circa 2,5 milioni. Con la variante Omicron si stima di poter arrivare a dieci milioni di persone in isolamento.
La proposta sarebbe già arrivata sul tavolo del governo. Le ipotesi parlano di una riduzione dagli attuali sette a tre-cinque giorni. Nei prossimi giorni sarà valutata dal Cts, comitato tecnico scientifico, come ha confermato il commissario per l’emergenza, Francesco Figliuolo. «La riflessione sul numero di persone in quarantena – ha detto – l’abbiamo fatta questa mattina (ieri, ndr) col ministro Speranza. Gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità». «Condivido la revisione delle regole della quarantena – sostiene il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – che andrebbe ridotta o tolta soprattutto per quelli che hanno la terza dose. Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma al contempo non dobbiamo bloccare il Paese». In linea Giovanni Toti (Liguria) e Luca Zaia (Veneto). Così il governo ha convocato il Cts per il 29 dicembre. Dovrebbe preludere alle misure da adottare, in primis la “mini-quarantena”, al Consiglio dei ministri.
Intanto sui vaccini scatta il booster a quattro mesi di distanza dalla seconda dose come conferma Figliuolo. Aggiunge il generale: «Mi preoccupano – ha ammesso il commissario – quei 5 milioni e 750 mila italiani che non hanno ancora avuto alcuna dose. Siamo quasi al 90% tra prime dosi e guarigioni da almeno sei mesi, però in quella fascia, specie tra i 30 e i 59 anni, ci sono ancora un po’ di milioni di persone che potrebbero essere raggiunte dalle inoculazioni e potrebbero anche loro dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti».
Da ieri, inoltre, partono le prenotazioni per il booster per la fascia 16-17 anni e per gli adolescenti fragili tra i 12-15. Per dare un’ulteriore spinta alle vaccinazioni in regioni come il Lazio ci si attrezza anche con le vaccinazioni notturne, con alcuni hub aperti fino a mezzanotte.