Esplode la polemica per le frasi pronunciate sabato durante la conferenza stampa nella sede della Protezione civile dall’epidemiologo dell’Iss D’Ancona che aveva evidenziato come fosse “da capire se il grande numero di operatori sanitari che si sono contagiati avesse contratto il virus in ambiente di lavoro o fuori”. Parole che hanno scatenato le ire dei medici che chiedono le dimissioni di D’Ancona.
I sindacati dei medici ospedalieri e convenzionati: “Ma siamo sicuri che la Protezione sia “CIVILE”, da certe affermazioni non si direbbe”
“Siamo offesi, delusi e stanchi, dopo aver sentito, in conferenza stampa, le parole del Dott. Fortunato Paolo D’Ancona, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, arrivare ad affermare che non si sa se il personale sanitario sia stato contagiato “professionalmente oppure al di fuori del luogo di lavoro”, parole non immediatamente smentite dal Capo della Protezione Civile, Borrelli, che sa benissimo quanti, di che tipo e a chi ha consegnato i DPI”.È quanto scrivono in una nota congiunta Aaroi-Emac – Anaao Assomed – Cimo Fesmed – Cisl Medici – Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr) – Fimmg – Fimp – Fp Cgil Medici e Dirigenti Sanitari – Fvm Federazione Veterinari e Medici – Smi – Snami – Sumai Assoprof – Uil Fpl Coordinamento Nazionale delle Aree Contrattuali Medica, Veterinaria Sanitaria.
“A questo punto – evidenziano – non si può che invitare – da un lato – il Dott. D’Ancona a dimettersi e ritornare a fare il medico vero, quello che gli ammalati li cura non li conta con il pallottoliere, e quindi invitarlo presso gli studi dei medici di medicina generale, dei Pediatri di libera scelta, presso i poliambulatori delle ASL e presso gli Ospedali pieni di pazienti COVID-19, o sospetti tali, ad aiutarci a visitare e curare i cittadini malati con i DPI “invisibili” forniti sinora e a mani nude. Noi medici ci siamo già contagiati oggi, almeno positivamente, ma dalla “gratitudine ” dei cittadini che ringraziamo per il Flash Mob di sabato, che ci da la forza di continuare in questa battaglia non facile facendoci capire che sono loro la Repubblica di cui parla l’art. 32 della nostra Costituzione non certo quelli come il dr. D’Ancona e quelli come lui, su cui non contiamo più ne vogliamo più che contino per noi e per i nostri assistiti”.
“Solo garantendo – concludono i sindacati – la salute agli operatori sanitari tutti, con i fatti e non con le parole, avremo la speranza di poter salvare la popolazione e ricordiamo infine che questa era la prima raccomandazione fatta dall’OMS ed è stata, ad oggi, completamente disattesa”.