Intanto arrivano attraverso una circolare dei ministeri del Lavoro e della Salute i chiarimenti molto attesi dal mondo della scuola sulla definizione di lavoratore fragile: il solo parametro dell’età non costituisce elemento sufficiente per definire uno stato di fragilità, la maggiore fragilità nelle fasce di età più elevate della popolazione va intesa congiuntamente alla coesistenza di più patologie, soprattutto a carico degli apparati cardiovascolare, respiratorio, renale, da malattie dismetaboliche, a carico del sistema immunitario e oncologiche. Ecco perchè, secondo la circolare, il concetto di fragilità «va individuato in quelle condizioni dello stato di salute del lavoratore rispetto alle patologie preesistenti che potrebbero determinare, in caso di infezione, un esito più grave o infausto». E quindi «non è rilevabile – secondo il ministero della Salute – alcun automatismo tra le caratteristiche anagrafiche e di salute del lavoratore e la eventuale condizione di fragilità». A questo punto i lavoratori fragili nella scuola non saranno presumibilmente numeri enormi anche se comunque i sindacati della scuola chiedono di colmare una lacuna normativa che riguarda sia l’assenza di chi non può lavorare né in presenza né a distanza (come i collaboratori scolastici) sia la gestione di chi non può lavorare in presenza ma potrebbe farlo a distanza (è il caso del personale tecnico amministrativo e docenti).
Il Sole 24 Ore domenica. Conto alla rovescia per il nuovo Dpcm che come l’ultimo , in scadenza lunedì, durerà un mese. Il nuovo decreto atteso tra oggi e domani riconfermerà tutte le regole anti contagio a cominciare dalle tre regole d’oro che ci seguono dall’inizio dello stato di emergenza. E cioè: igiene delle mani, distanziamento di 1 metro e utilizzo della mascherina. E proprio per quest’ultima la novità del Dpcm è che dovrebbe inglobare l’obbligo – introdotto da una ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza lo scorso 16 agosto – di indossare la mascherina dalle 18 alle 6 del mattino anche nei luoghi aperti al pubblico dove ci sia il rischio di assembramenti.
Il decreto inserirà anche le attese regole sul trasporto locale che dopo l’accordo con le Regioni prevede di allargare la capienza di bus, metro e treni regionali fino all’80 per cento. Il nuovo Dpcm dovrebbe poi confermare il divieto di aperture per le discoteche così come quello per gli stadi nonostante il pressing del mondo del calcio con la Serie A che ricomincerà il 19 settembre (per ora sono possibili aperture solo per gli eventi minori per un massimo di mille spettatori). Il decreto sarà valido fino al 7 ottobre e dunque a una settimana dalla scadenza dello stato di emergenza che l’ultima volta è stato prorogato fino al 15 ottobre. Una eventuale ulteriore proroga sarà decisa sulla base dell’andamento dei contagi che continuano a restare alti. Ieri i nuovi casi sono stati 1.695, in leggero calo rispetto a ieri, ma con 16 morti il numero più alto delle ultime settimane.