Per ora sta facendo salire vertiginosamente i contagi negli Stati Uniti, ma potrebbe arrivare e destare preoccupazione anche in Europa. È la nuova sottovariante di Omicron, XBB.1.5, ribattezzata Kraken, che ha fatto raddoppiare il numero di casi negli Usa in una sola settimana. A sottolinearlo su Twitter è stato l’epidemiologo americano Eric-Feigl-Ding, secondo cui “la nuova variante è più immuno-evasiva e più infettiva rispetto alle precedenti”.
Stando alle recenti stime dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), XBB.1.5 ha più che raddoppiato il numero di contagi Covid-19 ogni settimana nell’ultimo mese, passando da circa il 4% al 41% delle nuove infezioni nel mese di dicembre. Nel nord-est del paese, sempre secondo queste stime, Xbb1.5 sta causando il 75% dei nuovi casi. “Da alcuni mesi non vedevamo una variante decollare a questa velocità”, ha spiegato alla Cnn Pavitra Roychoudhury, della University of Washington School of Medicine.
In accordo con Eric-Feigl-Ding, molti altri virologi ed epidemiologi sostengono che questa sottovariante di Omicron ha le caratteristiche per guidare una nuova potenziale ondata di casi di Covid-19. “Mi aspetto che la circolazione aumenti nelle prossime settimane”, ha raccontato alla Cnn Trevor Bedford, del Fred Hutchinson Cancer Center di Seattle. Un aumento, tuttavia, che potrebbe non riflettersi nel numero di casi dal momento che sempre più persone effettuano tamponi a casa e potrebbero perciò non essere conteggiati. “Quindi – prosegue Bedford – guarderei i ricoveri nei gruppi di età più vulnerabili, come gli anziani, per avere un migliore indicatore dell’ondata”.
La maggior parte degli esperti, tuttavia, crede che sebbene la nuova sottovariante sia più contagiosa, non sia più pericolosa, ossia non causi infezioni e forme di Covid più gravi. E questo grazie anche ai vaccini aggiornati. “I dati più recenti che abbiamo mostrano che coloro che hanno il vaccino bivalente, hanno un rischio di morte tre volte inferiore rispetto a quelli che non lo fanno”, commenta Michael Osterholm, esperto della University of Minnesota. Questa nuova sottovariante, conclude l’esperto, “non sembra causare malattie più gravi, e quindi penso che quella di oggi sia una situazione molto diversa rispetto a quella di un anno fa. C’è così tanta immunità nella popolazione che non credo che decollerà”.