Manca solo l’ultimo via libera, quello del Garante dei dati personali, per la firma alla convenzione con Abi e Ania che farà decollare l’Ape volontario e l’Ape aziendale, ovvero le due forme di prestito-ponte per il pensionamento varate con la scorsa legge di Bilancio. Qualche giorno dopo i termini previsti (domani sono passati i 30 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta del Dpcm) il testo operativo sarà disponibile per l’Inps, che entro fine mese dovrebbe a sua volta riuscire a inviare le istruzioni a tutte le sue sedi territoriali. «L’obiettivo è di far partire il sistema delle certificazione delle domande entro dicembre» ha spiegato al Sole 24Ore Vincenzo Galasso, l’economista del nucleo della presidenza del Consiglio che ha lavorato all’implementazione dell’anticipo finanziario a garanzia pensionistica. «Devo riconoscere che lo sforzo messo in campo dall’Inps per la piattaforma informatica non ha precedenti – ha aggiunto Galasso – e dopo tanti mesi di lavoro preparatorio ora possiamo vedere quanto questo strumento sarà richiesto dai lavoratori».
Il prezzo
La convenzione fissa un prezzo (Taeg) per accedere al finanziamento assicurato, rimborsabile con un rateo ventennale. Sarà pari al 2,75% in fase di erogazione e al 2,85% in fase di ammortamento. Il pricing è fissato sommando uno spread (che conosceremo con la pubblicazione del testo) al Rendistato (fascia 12 anni e 7 mesi – 20 anni e 6 mesi; questo mese è pari al 2,61) e alla differenza tra i Cds bancari e il Cds sovrano. Il costo complessivo comprende anche la copertura assicurativa obbligatoria per il rischio premorienza, assistita, in ultima istanza, dalla garanzia dello Stato.
Banche e assicurazioni
Alla convenzione hanno aderito le prime due banche del Paese: Unicredit e Banca Intesa. Ma essendo aperta a ulteriori adesioni potrebbero aggiungersi altri istituti, a partire da Mps, che avrebbe già manifestato l’intenzione di farlo. Cinque, invece, le società assicurative che assisteranno al debutto dell’Ape: Generali, Unipol, Allianz, Poste e Cattolica. Anche in questo caso la convenzione è aperta a successive adesioni.
Il ruolo dell’Inps
Prima di attivare e far girare il sistema telematico delle certificazioni dei requisiti Ape e il simulatore della pensione con rateo di rimborso, l’Inps dovrà, come detto, definire le sue istruzioni. La previsione è che tutto avvenga in modo da partire entro dicembre. La scansione per avere l’Ape è questa: certificazione requisiti e simulazione (senza Spid) con esito entro un paio di mesi, fatta la successiva domanda Ape, la risposta di accoglimento (o meno) arriva entro la terza settimana del mese a seguire e il primo pagamento due mesi dopo. Esempio: chi fa domanda entro il 30 gennaio avrà risposta entro il 20 febbraio e il finanziamento mensile a decorrere dal 1° aprile, con il riconoscimento in soluzione unica iniziale dei mesi pregressi. Vale ricordare che il pregresso potrebbe risalire fino al 1° maggio scorso, data di inizio di questo diritto. Altro aspetto da ricordare: si dovrà indicare subito nella domanda Ape se si è orientati a optare o meno per un finanziamento supplementare, con conseguente maggiorazione dell’importo della rata mensile per restituire il prestito, nel caso in cui (com’è scontato) nel 2019 scatti in avanti di cinque mesi l’adeguamento automatico dell’età pensionabile all’aspettativa di vita.
I requisiti per l’Ape
L’Ape può essere richiesto da lavoratori che al momento della domanda, avranno un’età anagrafica minima di 63 anni e hanno maturato il diritto a una pensione di vecchiaia entro tre anni e sette mesi, purché siano in possesso del requisito contributivo minimo di venti anni e la loro pensione, al netto della rata di ammortamento corrispondente all’Ape richiesta, sia pari o superiore, al momento dell’accesso alla prestazione, a 1,4 volte il trattamento minimo. Niente Ape a chi è già titolare di una pensione diretta. Attenzione: la risoluzione del rapporto di lavoro non è indispensabile per l’accesso all’anticipo finanziario a garanzia pensionistica e questo prestito-ponte, come le forme di credito al consumo, non è soggetto a tassazione.
Il Sole 24 Ore – 17 novembre 2017