La Spagna è recentemente diventata il primo paese dell’UE ad applicare una normativa che impone agli operatori dei macelli di installare sistemi di videosorveglianza nelle zone in cui sono tenuti animali vivi, comprese le zone di stordimento e di dissanguamento.
In considerazione di questo fatto, l’onorevole Ji?í Pospíšil ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione europea per chiedere se questa intenda proporre un regolamento a livello europeo sull’installazione obbligatoria di sistemi di videosorveglianza nei macelli o sull’installazione obbligatoria supplementare di sistemi di videosorveglianza nei luoghi in cui sono tenuti gli animali, compresi quelli in cui avviene l’inseminazione, il parto e il carico e scarico dai camion per il trasporto.
“Ritengo che questa normativa rappresenti un importante passo avanti in termini di trasparenza nella gestione degli animali. – scrive l’on. Pospíšil – Dato che l’agenda per il benessere animale è un’importante politica dell’UE.”
Nella sua risposta l’on. Stella Kyriakides, Commissario europeo per la Salute, ha dichiarato che la Commissione è a conoscenza del decreto spagnolo sulla videosorveglianza nei macelli[1] ed è inoltre informata che altri Stati membri stanno adottando un approccio analogo.
“Diversi macelli dell’Unione hanno utilizzato la videosorveglianza per garantire il benessere degli animali su base volontaria. – ha scitto Kyriakides nella sua risposta – Nel quadro della strategia Farm to Fork[2], la Commissione ha annunciato la revisione della legislazione sul benessere degli animali, anche per quanto riguarda la macellazione. La videosorveglianza nei macelli può contribuire a una migliore applicazione. L’argomento sarà esaminato nel contesto della revisione della legislazione sulla protezione degli animali al momento dell’abbattimento.”
La Commissione non è stata ancora informata sui requisiti per la videosorveglianza ai fini del benessere degli animali in tutti i luoghi in cui questi sono tenuti o trasportati, e dovrebbe raccogliere prove del valore aggiunto di tale approccio rispetto ai suoi svantaggi (costi di investimento, costi operativi, tempi di controllo, questioni relative alla privacy, ecc.).
“In questa fase, – ha concluso il Commissario – la Commissione non prevede un requisito onnicomprensivo per la videosorveglianza ai fini del benessere degli animali.“
[1] https://www.mapa.gob.es/es/prensa/ultimas-noticias/espa%C3%B1a-ser%C3%A1-el-primer-pa%C3%ADs-de-la-ue-con-sistemas-de-videovigilancia-obligatorios-en-los-mataderos/tcm:30-626796
[2] COM 2020/381 final.