Il Calv lancia la ricetta per dare più competitività al made in Italy. Guarise: «Contro la volatità dei prezzi servono l´innovazione e una coalizione tra i protagonisti, Consorzio e mondo agricolo»
Rivincita dell’agricoltura intelligente. Lo si è visto alla due giorni del Consorzio Agrario Lombardo-Veneto (Calv) in campo, nella tenuta Finato Matinati a Concamarise di 21 ettari, dove quasi tremila agricoltori delle province di Verona, Vicenza, Mantova e Brescia hanno visitato una serie di prove sperimentali di produzioni di cereali con diverse tecniche, differenti apporti di acqua (a manichetta o con irrigazione) e fertilizzanti (ancora a manichetta o tradizionali). Mais così alto e bello quest´anno non si era mai visto.
E l´esibizione – promossa dal Calv, presente con tutti i tecnici e dirigenti oltre che con il presidente Claudio Valente – ha dimostrato il potenziale derivante dal sorgo, prodotto per le biomasse, ma anche dalla soia, dal mais e dagli altri cereali. Il tutto con l´impiego del controllo telematico delle macchine per garantire miglior funzionamento e interventi immediati. Produzioni chiamate a sostituire o a integrare le produzioni di tabacco che hanno perduto redditività con la sparizione del contributo comunitario. A vantaggio di un´agricoltura eco-compatibile, grazie al miglior impiego delle risorse, ma anche per migliorare il reddito della filiera dei protagonisti.
Una rivincita che può essere vinta con una coalizione tra protagonisti, come ha rimarcato il direttore di Calv, Pierluigi Guarise. Perché la spinta, contro la volatilità dei prezzi è nell´innovazione, nella diversificazione e nella valorizzazione del prodotto e della filiera italiana. Per questo serve la partnership tra Calv (sementi, fertilizzanti, mezzi agricoli, carburanti, controllo telematico, assicurazione, relazione con il credito, silos e acquisto del prodotto, ricerca in collaborazione con il mondo universitario) e il mondo agricolo con la garanzia dei costi e dei ricavi.
IL MERCATO DEI CEREALI. E questo patto tra protagonisti, Calv e il resto della filiera, deve essere forte al punto da reggere gli urti della speculazione dei mercati. I cereali nel mondo vengono infatti negoziati in un anno almeno cinque volte. Il prezzo non viene più fatto né dalla produzione né, ormai, dal consumatore industriale perché in mezzo intervengono la finanza, i fondi e, come per altre commodities (esempio classico il caffè) i futures, che determinano il prezzo con largo anticipo, fino a condizionare la produzione. E parliamo, per il grano tenero e duro italiano di 7,3 milioni di tonnellate, di 132 milioni in Europa e di 665 milioni nel mondo (fonte Igc).
Il mais, che sta attraversando più di altri cereali un´annata orribile, conta su una produzione mondiale di 864 milioni di tonnellate, 878 di consumo, 115 di scorte. A Concamarise ha parlato di questi problemi al convegno («Mercato dei cereali: rischi ed opportunità») Andrea Cagnolati, analista dei mercati dei cereali, rilevando, che sono i grandi investitori e i fondi a muovere i mercati. La soluzione, almeno per l´Italia rimane una coalizione della filiera, insieme all´innovazione, che dia certezza di costi e margini ai protagonisti.
È indispensabile anche un´adeguata meccanizzazione all´insegna dell´agricoltura di precisione .«Il futuro è oggi». ha detto Luigi Sartori, docente di meccanizzazione all´università di Padova, per spiegare alle migliaia di agricoltori presenti le caratteristiche, ormai non più innovative, ma fondamentali, dell´agricoltura di precisione. Il futuro che è già oggi, appunto
L’Arena – 10 settembre 2012