I controlli effettuati dall’Ulss 4 hanno evidenziato la presenza del batterio Listeria. In rari casi può provocare gravi patologie. I salumi prodotti dalla ditta di Mauro Marin, vincitore del GF10 , erano in vendita nei banchi dell’ipermercato Carrefour di Thiene, che li ha subito tolti
Un salame fresco (anzi troppo fresco) con il germe. Prodotto dal salumificio Marin srl di Treville vicino a Castelfranco il 3 febbraio e messo in commercio solo 23 giorni dopo. È anche un germe molto pericoloso, la listeria, nome esoterico e gelido, che nei casi più gravi può far esplodere una meningite o una setticemia, provocare danni al feto in gravidanza, o peggio. L´incidenza, va detto, è comunque bassa. Le conseguenze più gravi si hanon in determinate condizioni in soggetti anziani, o debilitati, o se ci sono comunque fattori predisponenti.
Il salame, confezionato a Castelfranco Veneto (il proprietario è Mauro Marin, 32 anni: sì, il vincitore del GF 10), si trovava fino a giovedì negli scaffali dell´ipermercato Carrefour di Thiene. Ma ora è stato prontamente ritirato dal commercio dai responsabili del supermercato di via del Terziario dopo il verbale arrivato dal capo del dipartimento di sicurezza alimentare dell´Ulss 4 Fabrizio De Stefani, che ha pure lanciato l´allerta nazionale, ha informato l´Ulss di Castelfranco perché si verifichi l´elenco-clienti della ditta Marin, e ha inviato una comunicazione all´autorità giudiziaria.
Già due giorni fa il salame infetto, assieme agli altri prodotti in vendita con il marchio Marin, era scomparso dai Carrefour italiani ma l´allarme ha coinvolto tutti gli esercizi in possesso di lotti del salame contaminato dal germe, che ora sarà avviato alla distruzione. Il campione del salame, che a prima vista appariva eccessivamente fresco, è stato prelevato dagli uomini del Servizio veterinario di igiene degli alimenti dell´Ulss il 26 febbraio, ma l´esito dell´esame, effettuato nel Laboratorio dell´Istituto zooprofilattico di Legnaro, è giunto mercoledì scorso, un mese dopo, per cui, in questa finestra di tempo, l´insaccato di suino è stato regolarmente venduto ed è giunto su parecchie tavole. Va comunque detto che la malattia, la listeriosi, colpisce le persone a rischio, e che se il salame viene cotto il problema si elimina alla radice.
La brillante operazione del nucleo specialistico dei veterinari dell´Ulss 4 è il frutto di un´intuizione del dott. De Stefani. Qualsiasi insaccato fresco di carne maiale, dalla pasta di salame alla salsiccia, va visto con sospetto se la stagionatura non supera almeno i 40 giorni. La fermentazione può mettere in movimento germi cattivi come la salmonella, la listeria e l´escherichia coli.
Indispensabili, quindi, i controlli, da parte dell´Ulss ma anche dei rivenditori (a quanto si sa, i Carrefour dispongono di procedure estremamente rigorose, per cui sembra strano che sia sfuggito un elemento di rischio come questo) anche perché il gusto del consumatore orientato dal marketing va sempre più verso il prodotto meno stagionato.
Alla base l´interesse economico dell´industria. Il prodotto fresco fa guadagnare di più. Non si tiene immobilizzato (per l´invecchiamento) un capitale, e, poi, un salame con 20 giorni di vita pesa un chilo, dopo due mesi di asciugatura pesa 7 etti.
Il Giornale di Vicenza – 1 aprile 2013