«Non si proceda all’esame del progetto di legge 23, quello sull’Azienda Zero, senza prima aver affrontato la modifica e l’aggiornamento del Piano socio-sanitario». È quanto chiedono in una nota, a nome del Partito democratico, la capogruppo dem in consiglio regionale del Veneto Alessandra Moretti e il collega Claudio Sinigaglia. I due hanno depositato una proposta di Piano socio-sanitario contenente le linee guida di una «vera e non improvvisata» riforma del sistema sociosanitario veneto. «In primo luogo affrontiamo il tema della configurazione del perimetro delle Ulss: si propone di ridefinire il bacino di riferimento delle aziende sanitaries, adottando come parametro un numero di abitanti compreso tra i 400mila e 500.000 abitanti, eccezion fatta per la specificità del territorio montano e del Polesine. E’ un passaggio fondamentale, da sottoporre a nostro parere al giudizio delle Conferenze dei sindaci. Che è diventato obbligatorio dopo che il Presidente Zaia ha infranto l’obiettivo delle Ulss provinciali e ha creato il sistema “arlecchino»
“Non possono essere motivi politici a disegnare i perimetri delle Ulss ma criteri e modelli organizzativi e di efficacia assistenziale” aggiungono i consiglieri Pd. “La principale preoccupazione è comunque garantire la specificità del modello veneto ovvero l’integrazione sociosanitaria – continuano -. Per questo proponiamo che la Conferenza dei Sindaci, il Piano di zona, i Distretti e i Dipartimenti di Prevenzione, di Salute mentale, e delle Dipendenze abbiano la medesima dimensione territoriale e cioè il perimetro delle Ulss così come previste dalla legge regionale 56 del 1994. Ovvero siano configurati sulle 21 Ulss ora esistenti”
Ma la novità di maggiore impatto è senza dubbio la proposta dell’Agenzia Veneta socio-sanitaria per l’esercizio di funzioni tecniche e amministrative di supporto (gare, concorsi, informatizzazione, acquisti…) alle Unità locali socio sanitarie, alle Aziende ospedaliere, all’Istituto oncologico veneto e agli altri enti del servizio socio sanitario regionale veneto. “Non un altro carrozzone tipo Veneto Sanità, ma l’accordo tra i Direttori generali per raggiungere gli obbiettivi di razionalizzazione del sistema e di lotta agli sprechi!”.
“Ci siamo cimentati in una proposta “forte” di programmazione, che dovrebbe essere ciò che fa la maggioranza – affermano Sinigaglia e Moretti – per dimostrare la superficialità con la quale la Lega ha affrontato la riforma. Una superficialità che sta portando destabilizzazione e confusione a tutti gli operatori e a tutti i cittadini. E sta portando a bilanci che si profilano sempre più in rosso”
La riforma della sanità sarà al centro dei lavori della V Commissione regionale da martedì 24 fino a giovedì 26 maggio: una tre giorni no-stop che secondo le intenzioni della maggioranza, che nel frattempo ha trovato l’accordo (dopo la rottura della scorsa settimana), dovrebbe imprimere una forte accelerazione all’iter.
Gli altri punti del Pdl depositato dal Pd
Ogni Distretto, nella organizzazione territoriale, dovrà prevedere un’unità operativa complessa (Uoc) di Cure Primarie, un’ Uoc Infanzia Adolescenza Famiglia e Consultori Familiari, un‘Uoc per la Disabilità e la Non autosufficienza, un’Uoc per le cure palliative, un’Uoc per le attività specialistiche, un’Uoc per il sociale con il compito anche di collaborare con il direttore dei servizi sociali e delle funzioni territoriali.
“La nostra proposta – spiegano -si sofferma anche sulla rete degli ospedali generali pubblici e privati accreditati della RegioneVeneto: oltre al modello hub e spoke dovranno essere configurati in base al Decreto ministeriale 70 del 2015, la cui classificazione deve valere per ogni ospedale in riferimento ai requisiti minimi tecnologici, specialistici ed organizzativi caratteristici del livello di appartenenza nella rete ospedaliera e nella rete dell’emergenza urgenza. L’individuazione delle strutture di degenza e dei servizi che costituiranno la rete assistenziale ospedaliera dovrà essere progressivamente effettuata in rapporto ai bacini di utenza come indicati nello stesso DM 70/2015”.
Non meno importanti le misure previste per l’abbattimento delle liste d’attesa: le Ulss e le Aziende Sanitarie dovranno adottare un programma straordinario per ridurre i tempi di attesa. “Proponiamo l’attivazione di progetti innovativi come il Cup online, per prenotare l’appuntamento in modalità self service, il ReCall, sistema automatico regionale che contatta l’assistito per ricordare via telefono, sms, Apps, la visita in scadenza, la cancellazione on demand, sistema automatico con il quale l’assistito comunica (H24) la cancellazione della sua prenotazione via telefono e via Apps, il pagamento Ticket via smartphone, per evitare all’assistito una ulteriore fila alle casse al momento dell’erogazione della prestazione
La Regione Veneto deve al più presto attivare in tutte le Ulss del Veneto il Fascicolo sanitario elettronico contenente la storia clinica di ogni persona; è ormai lo strumento fondamentale di prevenzione, di controllo farmaceutico, diagnostico e specialistico, di monitoraggio dell’appropriatezza delle prestazioni e dell’idoneità assistenziale.
Alcune novità rilevanti riguardano anche le strutture pubbliche di assistenza agli anziani: per le Ipab – centri servizi residenziali – autorizzate e accreditate che gestiscono servizi per anziani autosufficienti e non autosufficienti l’Irap è ridotta di 3 punti percentuali. Inoltre, La quota sanitaria o cosiddetta impegnativa capitaria viene aumentata dello 0,5% se il paziente viene ospitato in una struttura residenziale pubblica o ipab.
“Per il triennio 2016/ 2017/2018 proponiamo la sospensione dell’autorizzazione alla costruzione di nuovi Centri Servizi residenziali per anziani non autosufficienti perché vi sono ormai più di 5000 posti letto privi dell’impegnativa (quota) sanitaria e le famiglie sono così costrette a pagare 3.000 euro al mese”.
Ufficio stampa Sivemp Veneto – 22 maggio 2016