Venezia ha di fatto ritrovato 100 milioni per i cosiddetti “extra Lea” che rischiavano di sparire, però intende rivedere i criteri di assegnazione. Polemica da Udc e Pd. Sernagiotto rompe gli indugi: i soldi ci sono, ma la Regione sta rivedendo tutte le regole
I soldi adesso sono stati recuperati, ma non saranno spesi come le altre volte: un’apposita commissione a fine febbraio rifarà le regole. E quindi resta tutta da definire la vicenda dei cosiddetti “extra Lea”, cioè ben 35 diversi servizi socio-sanitari che non rientrano nei “Livelli essenziali di assistenza” ma sono di fatto un patrimonio storico che finora la Regione, al momento la migliore in Italia per efficienza nella gestione del bilancio sanitario, è sempre riuscita a garantire.
RECUPERATI I SOLDI. Come noto, si tratta di una spesa che nel 2011 era stata di 125 milioni e che è stata sospesa dalla delibera di riparto fondi per il 2013. Alla Regione però sono arrivati ora 42 milioni in più dalla Legge nazionale di stabilità per il sociale, mentre il direttore regionale Domenico Mantoan ha spiegato all’apposita commissione del Consiglio regionale che altri 60 milioni si riusciranno a ricavare nel bilancio sanità: insomma, non ci saranno tagli brutali. Ma, come detto, si cambia: la commissione tecnica istituita dalla giunta Zaia e affidata a Mantoan sta comunque rivedendo i criteri attuali, a cominciare da quelli per gli assegni di cura a domicilio che valgono la fetta più grossa della spesa: 56 milioni nel 2011.
«DATE I SERVIZI AI DISABILI». Nell’attesa, è scoppiata la polemica politica. Perché la commissione “Sanità” a metà gennaio aveva dato indicazione perché fino a marzo i servizi extra Lea fossero comunque garantiti, anche a costo di spendere 30 milioni prima di attuare una riorganizzazione vera. E invece, ha lanciato l’accusa più volte il Pd, nessuno dalla Regione ha dato questo ordine alle Ulss. Tant’è che mercoledì in centinaia hanno partecipato a Mestre alla manifestazione di Cgil-Cisl-Uil contro i tagli. Ieri però ha preso l’iniziativa l’assessore ai Servizi sociali Remo Sernagiotto: ha scritto «ai direttori generali delle Ulss – annuncia una nota – chiedendo di dare continuità alla realizzazione dei progetti individuali di vita indipendente, di aiuto personale e di promozione dell’autonomia personale delle persone con disabilità per il periodo relativo al primo trimestre 2013». Insomma, a quelle voci pro disabili che nel 2011 valevano 27 milioni circa negli “extra Lea”. Come detto, erano stati sospesi dalla delibera di fine anno ma Sernagiotto chiede appunto alle Ulss di procedere lo stesso «tenuto conto della richiesta avanzata dalla commissione “Sanità” del Consiglio, d’intesa con il mio assessorato e l’assessore alla sanità» Luca Coletto. Questo per «non mettere in difficoltà le persone con disabilità grave e le loro famiglie».
UDC: «PAURA DA URNE». Va all’attacco Antonio De Poli (Udc) che aveva rivendicato, come anche il Pd, il merito di quei 42 milioni in più da Roma che hanno salvato il conto. «Lega e Pdl hanno paura delle urne. Ci chiediamo: perché garantire i progetti per i disabili per i soli primi 3 mesi del 2013? Forse qualcuno in Regione pensa che i diritti dei disabili abbiano una scadenza? Alla Giunta guidata da Zaia chiediamo di annullare la delibera di dicembre dimostrando di avere attenzione nei confronti delle persone». Intanto il gruppo Pd (Sinigaglia, Tiozzo, Pigozzo e Fracasso) chiedono lo stop al taglio del 30% della spesa delle Regioni per le visite specialistiche fatte in convenzione da ambulatori privati.
Il Giornale di Vicenza – 9 febbraio 2013