Oltre 5.200 unità di personale in meno in un solo anno nel Ssn: -0,75% nel 2010 rispetto al 2009. In realtà però a ridursi drasticamente da un anno all’altro sono soprattutto i medici e i dirigenti non medici che perdono rispettivamente l’1,3 e l’1,7% delle forze lavoro. Soprattutto quelle di sesso maschile visto che le donne aumentano invece di quasi 2mila unità, di cui 880 dottoresse (il 45%). L’appello degli organici del Ssn (e di tutta la Pa) lo fa il Conto annuale 2010 della Ragioneria generale dello Stato, appena pubblicato. E se non fosse per il blocco della contrattazione fino a tutto il 2014, sarebbe stato il faro dei rinnovi contrattuali del primo contratto triennale 2010-2012 secondo la riforma Brunetta. Un anno per la prima volta tutto col segno meno per le varie categorie di operatori della salute, con le perdite percentuali più pesanti tra i dirigenti amministrativi che perdono il 5,11% di organici.
Ma la perdita percentualmente maggiore (in valore assoluto si tratta in tutto solo di 1,362 unità) è tuttavia quella legata all’«altro personale» (-19%), quello cioè con contratti in settori che stanno via via scomparendo (come le cucine, sostituite dai servizi in outsourcing). Forte calo percentuale invece per i direttori generali: -8%, che nel 2010 sono 57 in meno rispetto al 2009.
Rispetto agli altri comparti del pubblico impiego, tra quelli che perdono personale nel 2010 rispetto al 2009 il Ssn è a metà classifica (la riduzione maggiore è il -5,3% della carriera penitenziaria), ma ci sono anche tre comparti che invece aumentano gli organici: forze armate (0,8%) Afam (un settore del ministero dell’Università: +4,7%) e presidenza del Consiglio (7,6%).
Ssn in testa invece per il numero di operatori stabilizzati: 4.892 di cui 50 dai lavori usuranti su un totale nel 2010 di circa 10mila: il 49 per cento.
Ma il Ssn ha anche un altro primato: quello delle assenze. Nel 2010 con 26,5 giornate medie tra retribuiti e non retribuite Asl e ospedali sono primi in classifica con i corpi di polizia al secondo posto (25) e una media di tutta la Pa di 21,7 giornate.
Infine il capitolo delle retribuzioni. La retribuzione media annua del settore sanitario non è tra le più alte. Si ferma a 38.773 euro nel 2010, contro gli oltre 43mila euro degli enti pubblici non economici o i 42mila degli enti di ricerca. Al top ci sono i quasi 133mila euro della magistratura, circa 94mila euro della carriera diplomatica e 86mila di quella prefettizia. Metà classifica invece per quanto riguarda il tasso di crescita delle retribuzioni che nel 2010 rispetto al 2009 è stato dell’1,15 contro il 14,7% dell’Afam e sul versante opposto il -1,6% delle agenzie fiscali. E questo nonostante lo scorso anno ci siano stati ancora gli strascichi degli aumenti contrattuali dei contratti chiusi nel 2009.
Guida alla consultazione e approfondimenti
- Sintesi dei dati del triennio 2008-2010 formato PDF – dimensione 430 KB
- Analisi dei dati ultimo triennio con schede riassuntive, comparative e relativi commenti formato PDF – dimensione 711 KB
- Nota metodologica esplicativa della struttura della rilevazione e delle modalità di aggregazione dei dati e di costruzione degli indicatori formato PDF – dimensione 470 KB
Conto della previdenza
Riferimenti
- (SICO) – Sistema conoscitivo del personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche
- Conto annuale 2001-2010
sanitailsole24ore.com – 11 novembre 2011