Paolo Russo. È di nuovo bufera sull’Enpam, il miliardario e solido ente previdenziale dei medici, già al centro di uno scandalo nel 2012 per spericolati investimenti immobiliari e ora nel mirino del Governo, che da tempo chiede, invano, un suo ingresso nel fondo salva-banche, Atlante 2.
Da una parte il cda della Fondazione Enpam, con in testa il presidente Alberto Oliveti, che chiede a Giacomo Milillo, ex presidente della società di servizi in house, “Enpam Sicura”, un risarcimento milionario per cattiva gestione. Dall’altro lo stesso Milillo che dopo la decisione si dimette da segretario nazionale della Fimmg, il potente sindacato dei medici di famiglia, da sempre serbatoio elettorale corteggiato dai partiti. Il tutto a suon di esposti a magistratura e all’authority anti-corruzione, ventilando un trattamento di favore a Generali assicurazioni, che avrebbe dovuto lasciare un piatto da 20 milioni alla società in house.
Ma cerchiamo di ricostruire una vicenda che rischia di avere strascichi non solo nel mondo medico.
Nel luglio 2015 viene costituita Enpam Sicura, con lo scopo di garantire ai camici bianchi assistenza sanitaria e previdenziale integrativa, prodotti assicurativi ed informatici e, non da ultimo, la copertura dei primi 30 giorni di malattia ai propri iscritti. Compito non trascurabile, quest’ultimo, che secondo i ministeri vigilanti, della Salute e del Lavoro, non poteva essere svolto da Enpam Sicura, che non rientra tra le società di assicurazione e che, senza un’adeguata valutazione dei rischi, avrebbe messo a repentaglio il solido bilancio dell’ente previdenziale dei medici, uno dei pochi in grado di garantire per i prossimi 50 anni una pensione ai propri iscritti.
Nonostante il semaforo rosso Milillo va avanti, sostenendo che l’Enpam ha tutto da guadagnare dal progetto di gestire in casa questi servizi, visto che a fronte di versamenti pari a 20 milioni di euro, Generali erogherebbe solo 14 milioni in prestazioni. E qui scattano le accuse all’oramai ex segretario della Fimmg, silurato nel cda dell’ente dai suoi stessi uomini. Secondo la relazione curata dagli avvocati dell’Enpam per avviare la richiesta di risarcimento, la società in house avrebbe «emesso fatture per attività eseguite a favore della Fondazione Enpam (…) per l’importo assolutamente spropositato di un milione e 244mila euro, a fronte di servizi effettivamente erogati e accertati di 68mila e 700 euro». Non solo. Nonostante lo stop dei ministeri vigilanti Milillo avrebbe assunto 43 dipendenti a tempo indeterminato, oltre la metà dei quali addetti o responsabili di società assicurative e di brokeraggio facenti capo al direttore generale di Enapm Sicura, Giulio Santini.
Accuse ritenute ingiustificate da Milillo, che annuncia esposti alla magistratura: «Mentre mi si accusa di cattiva gestione di una società che avrebbe dovuto offrire migliori servizi ai medici, si continuava a prorogare di anno in anno e senza gara il rapporto con una assicurazione privata». Ai giudici il compito di districare la matassa.
La Stampa – 25 settembre 2016