La platea dei lavoratori “esodati” dalla riforma delle pensioni sale, per ora a 130mila unità. Oltre ai 65mila e 55mila già salvaguardati dal Governo «se ne possono aggiungere altri 10mila», ha detto ieri, ai microfoni di SkyTg24, il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
In pratica, nel conteggio complessivo delle persone che potranno andare in pensione con regole previgenti, vanno considerati anche i “salvaguardati” per effetto della finestra mobile introdotta nel 2010 dall’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi (che ha posticipato il pensionamento di 12 mesi dalla data di effettiva maruturazione del diritto). In quella sede, l’allora Governo aveva previsto, nei limiti appunto di un contingente di 10mila unità, per chi si trovava in mobilità, anche lunga, con accordi stipulati entro il 30 aprile 2010, o nei casi di lavoratori titolari, alla data del 31 maggio 2010, di prestazione straordinaria a carico dei fondi di solidarietà di settore, la possibilità di accedere al pensionamento con le regole precedenti (e cioè, pre-Sacconi), visto il disallineamento della scadenza dell’ammortizzatore rispetto al nuovo requisito di pensionamento. E a questa platea di persone l’attuale Governo conferma, quindi, la ciambella di salvataggio anche per quanto riguarda gli effetti della riforma Monti-Fornero di dicembre scorso. La platea dei “salvaguardati” sale così, a 130mila unità, «e non è una cifra piccola» ha sottolineato il ministro Elsa Fornero. Ma tanti di loro non sono ancora stati contattati, «e quindi molti magari non sanno di essere stati salvaguardati». L’Inps, ha aggiunto il ministro, sta verificando i requisiti, e se tutto sarà a posto manderà delle lettere dicendo all’interessato che potrà andare in quiescenza secondo la previgente normativa. E tutto ciò «per dare certezza a chi poteva andare in pensione nel 2013 e nel 2014» (che sono le salvaguardie più urgenti, pari a circa 120mila unità). Ma la “questione esodati” è ben lungi dall’essere chiusa (nel bozza del Ddl Stabilità è previsto un fondo ad hoc finanziato per il 2013 con 100 milioni di euro). E lo stesso ministro del Lavoro si è detta disposta «ad andare a cercare tutte le persone non ricomprese in questi elenchi». Ma, ha subito chiarito, la riforma delle pensioni varata a fine 2011 non può essere rimessa in discussione, e il Paese «non può permettersi una controriforma previdenziale». Un messaggio chiaro alla proposta bipartisan sugli esodati, primo firmatario l’ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano: «Non sta a me promuoverla o bocciarla – ha spiegato Fornero – ma sarebbe tornare sulla strada dell’instabilità finanziaria. Dopo di che il Parlamento è sovrano e potrà prendere le sue decisioni». Sul testo bipartisan (stoppato nei giorni scorsi anche dalla Ragioneria generale dello Stato perchè produrrebbe un costo per l’Erario di oltre 30 miliardi tra il 2103 e il 2012) è previsto un incontro tra i partiti che lo appoggiano e il ministro Fornero (si parlava di martedì ma è in calendario anche un consiglio dei ministri, quindi la data dell’atteso “faccia a faccia” potrebbe slittare). Il Governo invece dovrà valutare «con attenzione» la sentenza della Corte costituzionale che ha cassato la trattenuta del 2,5% sul Tfr per i dipendenti pubblici stabilita dalla manovra del 201o. «Bisognerà vedere le motivazioni della pronuncia – ha detto Elsa Fornero – ma se le cose stanno effettivamente così, si pone un problema finanziario non banale».Il ministro è tornata a difendere la riforma del mercato del lavoro ma ha aperto a piccole modifiche: «Sono disposta a considerare tutte le ragioni: se possiamo fare piccoli cambiamenti, magari di tipo interpretativo su argomentazioni buone, questo si può fare». Ha poi difeso la previdenza integrativa, e guardando al tavolo sulla produttività in corso tra le parti sociali ha detto: «Non si tratta di smontare diritti, ma di usare al meglio le risorse. Per questo sono fiduciosa sull’esito della trattativa».
ilsole24ore.com – 15 ottobre 2012