E’ stata pubblicata sul Bur n. 89 del 12 settembre la delibera giunta regionale n. 1570 del 26 agosto che dispone un programma campionamento sugli alimenti di produzione locale per ricerca di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) in conformità a quanto disposto con la delibera n.168 del 20 febbraio scorso. L’Istituto Superiore di Sanità, nello studio datato 16 gennaio 2014 sui rischi immediati per la popolazione, derivanti dalla presenza delle sostanze Pfas, nel rilevare la difficoltà di stimare correttamente il rischio connesso all’esposizione alimentare, aveva evidenziato la necessità di avviare un programma di campionamento degli alimenti di produzione locale, oltre all’opportunità di estendere l’ambito delle azioni anche alle situazioni di utilizzo delle acque ad uso irriguo e per uso zootecnico nelle aree interessate dal fenomeno. La Dgr 1570. L’allegato A con il piano.
Il piano di campionamento di matrici connesse alla produzione primaria dell’alimento, ad uso umano e ad utilizzo animale, ha il fine di garantire che la popolazione interessata alla contaminazione ambientale da sostanze perfluorurate, ed in particolare da Pfos quale contaminante tossico-persistente dotato dipiù elevato bio-accumulo, non risulti sovraesposta rispetto ad un livello di assunzione giornaliera (TDI) così come indicati nel parere dell’Istituto Superiore di Sanità. Tale piano andrà completato entro il 30 giugno 2015.
Con la deliberazione n. 168 pubblicata sul Bur n.30 del 18 marzo, la Giunta regionale ha incaricato la Sezione veterinaria e sicurezza alimentare e la Sezione prevenzione e sanità pubblica della realizzazione di un Programma di campionamento degli alimenti di produzione locale. Nel frattempo con nota del 4 marzo era stato richiesta all’ISS la definizione di procedure standard per il controllo di alimenti e tipologie di alimenti che per livello di contaminazione e di consumo potevano ritenersi prioritarie.
La Sezione Veterinaria e sicurezza alimentare e la Sezioni prevenzione e sanità pubblica hanno quindi predisposto una bozza di Programma di campionamento degli alimenti di produzione locale, anticipandola all’Istituto Superiore di Sanità in data 1 aprile. Intanto il Settore Promozione e sviluppo e igiene e sanità pubblica regionale ha comunicato l’elenco dei 56 comuni interessati dall’inquinamento da Pfas delle province di Padova, Vicenza e Verona.
Nel frattempo la Regione ha sollecitato al Direttore generale per l’igiene e sicurezza degli alimenti e nutrizione del Ministero della salute l’individuazione di parametri di riferimento , ovvero livelli espositivi associati al consumo degli alimenti di produzione locale a garanzia della popolazione esposta.
La bozza del programma di campionamento predisposto è stata valutata con le Ulss dell’area interessata. Tali Ulss, le numero 5-6-17-20 e 21, hanno condiviso il programma ed è stata individuata l’Ulss 6, in quanto capoluogo di provincia nel cui ambito territoriale si trova la fonte principale di inquinamento.
IL PIANO NEL DETTAGLIO
Individuazione dei fattori di rischio in base ai quali orientare il campionamento.
La Regione indica alle Ulss i seguenti fattori di rischio in grado di trasferire in modo quantitativo la contaminazione ambientale alla filiera alimentare e all’uomo qualeconsumatore.
1) Presenza di attività agricola e zootecnica in comuni in cui si sia rilevata presenza di Pfas;
2) Utilizzo agronomico di fanghi, digestati e compostati recuperati dal trattamento di acque da acquedotti dei comuni con rilevamento di PFASs;
3) Utilizzo agronomico di acque , superficiali e/o di falda , contaminate con PFASs;
4) Acqua di abbeverata da acque superficiali o da falda.
Specie zootecniche e vegetali possibili oggetto di campionamento:
1) Allevamenti di galline ovaiole, in particolare a terra all’aperto
2) Allevamenti bovini oovi-caprini basati sul pascolo e/o sull’utilizzo di foraggi aziendali che riconoscano i fattori di rischio sopra esposti
3) Allevamenti di pesce estensivi, o comunque non in vasca
4) Foraggi e produzioni da tubero e a foglia larga
5) Animali da cortile alimentati prevalentemente con foraggi aziendali o Selvaggina
Matrici oggetto di campionamento
Si propone il seguente campionamento orientato sul rischio, corredato da apposita scheda di indagine epidemiologica che tenga conto dei fattori geografici, agricoli e zootecnici sopra richiamati
1) Uova da allevamenti a terra;
2) Muscolo e fegato da vacche da Latte e/o ovi-caprini;
3) Muscolo e fegato animali da cortile allevati all’aperto e/o muscolo e fegato di selvaggina;
4) Muscolo di pesci;
5) Foraggi aziendali, fieni, insilati, tuberi o radici ed ortaggi a foglia larga.
Il campionamento va effettuato con l’ausilio di una scheda in cui riportare:
Specie , indirizzo produttivo e georeferenziazione accompagnati da una descrizione del ciclo di produzione. Nel caso di campionamenti in allevamento descrizione dell’impianto di abbeverata, approvvigionamento e riferimenti ai consumi medi.
Distribuzione campionaria
Per il monitoraggio su alimenti e mangimi si ritiene opportuno distribuire in forma omogenea la ripartizione dei campioni per matrice sulle 5 ulss interessate.
– Uova: 2 campioni didodici uova per Ulss, raccolti in più giorni (anche 10) di deposizione;
– Bovini da latte o ovi-caprini: 6 campioni di fegato e 6 di muscolo dello stesso animale per Ulss, di cui 5 da aziende che utilizzano acqua da pozzo privato e 1 da acquedotto
-Pollame allevato a terra o selvaggina: 6 campioni di fegato e 6 di muscolo per Ulss
– Pesci : 1 campionamento all’Ulss 5 e altri 2 in comuni a valle di Brendola, 10 campionamenti all’Uss6 , e comunque in tutti gli allevamenti attivi, 1 campionamento all’Ulss17 e altri 2 in comuni a valle di Arquà Petrarca, 3 campionamenti all’Ulss 20, 3 campionamenti all’Ulss 21
-Foraggio o insilato: 6 campionamenti per Ullss , soprattutto da terreni irrigati;
-Vegetali da tubero( carote , patate,ravanelli…):complessivi 4campionamenti per ulss, anche da terreno irrigato;
-Ortaggi a foglia larga: 2 campionamenti per Ulss, specificando nel verbale la provenienza
Coordinamento attività e laboratori di riferimento
Il coordinamento del presente programma verrà garantito dal Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 6 in quanto capoluogo di provincia nel cui ambito territoriale si trova la fonte principale di inquinamento. In particolare l’Ulss 6 assicurerà i rapporti con l’Izsve ed Arpav ai fini di concordare le modalità di consegna dei campioni, da effettuarsi a cura di ciascuna Ulss, e relativa tempistica. Provvederà inoltre alla predisposizione di uno schema riepilogativo degli esiti dei campionamenti che sarà oggetto di valutazione congiunta delle 5 Ulss interessate nella contaminazione e le Sezioni Veterinaria e Sicurezza Alimentare e Prevenzione e Sanità Pubblica . Le analisi dei campioni , in quanto trattasi di emergenza in sanità pubblica, saranno eseguite come attività istituzionale obbligatoria dall’Izsve ed Arpav.
Quantità di campione:
muscolo: 500g; fegato: 500g; uova: 12 raccolte in circa 10 giorni; ortaggi foglia larga: 2 kg; ortaggi a radice: 1 kg.
Consulta anche i report dell’Arpav sui Pfas
A cura c.fo. – Ufficio stampa Sivemp Veneto – 13 settembre 2014