Una pianta organica propria, autonoma e separata rispetto a quella del Consiglio, con sei livelli diversi di responsabilità nella ‘catena di comando’, segreterie degli assessori più ‘leggere’ perché dovranno rinunciare ad almeno un terzo del personale attuale e maggior coordinamento tra i diversi dipartimenti regionali
E’ quanto prevede il disegno di legge che riforma l’organizzazione e il funzionamento delle strutture della Giunta, in attuazione del nuovo statuto veneto, in vigore da aprile approvato oggi a maggioranza (31 voti favorevoli, 21 astenuti) dall’assemblea regionale veneta.
Relatore in aula per la maggioranza Carlo Alberto Tesserin presidente della commissione Statuto che ha elaborato il testo della legge e correlatore di minoranza Sergio Reolon vicepresidente della stessa commissione che ha giudicato la legge “abbastanza soddisfacente anche se si poteva fare di più”.
Decisamente favorevole il giudizio del vicepresidente della Giunta regionale Marino Zorzato che ha ringraziato il Consiglio per l’impegno nell’approvare la legge.
La nuova struttura organizzativa della Giunta si articola in:
1) una segreteria generale della programmazione, retta da un direttore generale nominato dalla Giunta su base fiduciaria, che può essere scelto anche tra esperti e professionisti esterni alla Regione;
2) i dipartimenti (corrispondenti agli attuali assessorati), retti da direttori assunti dalla Giunta con contratti a tempo determinato che non possono durare meno di 30 mesi e più di 60;
3) le sezioni di dipartimento, rette da direttori regionali sempre assunti con contratti a termine;
4) i settori, retti da dirigenti di ruolo;
5) strutture temporanee a progetto, di durata limitata e finalizzate alla realizzazione di particolari progetti, anche sperimentali;
6) posizioni organizzative individuali per svolgere specifici incarichi di responsabilità con elevato grado di autonomia gestionale e organizzativa. I dirigenti esterni a chiamata non potranno essere più del 18 per cento dei dirigenti regionali a tempo indeterminato. Dovranno essere assunti per concorso per titolo ed esami o per corso-concorso. E per tutto il periodo dell’incarico non potranno partecipare a concorsi per l’accesso ai posti dell’organico regionale.
Tra le novità, oltre alla trasformazione degli assessorati in dipartimenti, l’istituzione del Comitato dei direttori di dipartimento e di sezione, che dovrà assicurare armonia e coordinamento alle politiche regionali, e della nuova figura del coordinatore di area, che sarà uno dei direttori di dipartimento che appartiene alla macro area di intervento (ad esempio, il direttore generale della sanità e del sociale sarà coordinatore della relativa area di riferimento sia per le politiche sanitarie che per quelle sociali). Per quanto riguarda i dipendenti della Regione, la riforma prevede meccanismi premiali di meritocrazia (progressioni economiche, incarichi di responsabilità, percorsi di alta formazione), sostenuti da trattamenti economici accessori sia per i dirigenti che per il personale dipendente, assegnati sulla base delle indicazioni di un Organismo indipendente di valutazione, composto da tre soggetti esterni all’amministrazione regionale e in carica per non più di tre anni.
28 dicembre 2012