I sindacati ieri a Venezia per i dipendenti della Miteni. Coletto: «Saranno inseriti nelle azioni per la zona rossa»
Sono stati ancora l’acqua e l’inquinamento da Pfas uno degli argomenti clou della seduta del Consiglio regionale che ha votato ieri, tra varie mozioni, la cosiddetta “legge comunitaria” che fa il punto sulla corrispondenza tra le direttive dell’Ue e i provvedimenti presi dalla Regione durante l’ultimo anno.
NUOVI ACQUEDOTTI. Nel dibattito, il capogruppo Stefano Fracasso del Pd è tornato a porre il tema del rimpallo in atto tra Governo e Regione sui famosi 80 milioni statali (presi dai fondi Fsc di sviluppo e coesione) che sarebbero disponibili per realizzare nuovi tratti di rete di grandi tubazioni che portino acqua buona alla centrale acquedottistica di Almisano di Lonigo. Da una parte pare che il Governo chieda i progetti per dare i soldi, dall’altra la Regione gli ha scritto che senza i soldi la sua “Veneto Acque” non può nemmeno mandare avanti la progettazione: «Basta con i rimpalli, ai cittadini interessa vedere che le cose si fanno: i cantieri avranno tempi lunghi, i continui rinvii di adesso allontanano tutto nel tempo», ha detto Fracasso al microfono. La risposta dell’assessore Gianpaolo Bottacin (Ambiente): «Nonostante l’opposizione di un anno fa, i nuovi pozzi lungo il Brenta sono ormai pronti. Negli accordi scritti firmati col Governo non è scritto che servono i progetti esecutivi delle opere, e noi abbiamo pronti il piano degli interventi e il crono-programma con l’indicazione dei costi» per tutte e tre le soluzioni per portare l’acqua a Lonigo, da est o da sud (o anche da ovest, con un nuovo pozzo nel Veronese). Bottacin e Fracasso si sono accordati per cercare di organizzare un confronto in commissione “territorio” e lavorare a sbloccare l’empasse.
MITENI: ASSISTENZA AI LAVORATORI. Sempre in tema Pfas, l’aula ieri ha approvato all’unanimità due mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle (con Manuel Brusco). Il primo impegna la Giunta a rispondere all’invito scritto dal direttore dell’area Sanità ancora in novembre per assumere tutti «i provvedimenti urgenti per la tutela della popolazione e l’eliminazione della fonte di inquinamento da Pfas”. Il secondo a dare ai dipendenti Miteni e ai residenti di Trissino la stessa assistenza sanitaria che la Regione dà agli abitanti della “zona rossa” interessata dai Pfas. E proprio ieri, in concomitanza col consiglio, i sindacati regionali Cgil, Cisl e Uil hanno incontrato i tecnici dell’assessorato regionale alla sanità. In una nota i sindacati fanno sapere di aver espresso «una forte preoccupazione per la salute dei cittadini e dei lavoratori coinvolti» e di aver rimarcato «l’urgenza che le popolazioni possano disporre di acqua potabile pulita da fonti alternative a quelle contaminate, la necessità che si proceda con i carotaggi per l’individuazione delle fonti inquinanti e con le conseguenti attività di bonifica (come noto i nuovi scavi in Miteni sono appunto iniziati) e la necessità che la Giunta Regionale assuma quanto prima la delibera per la presa in carico sanitaria dei lavoratori». In aula l’assessore alla sanità Luca Coletto ha appunto annunciato che «i procedimenti sono già in itinere»: la Regione assicurerà ai lavoratori delle Miteni, quelli attuali ma anche quelli pensionati, residenti anche in altre zone, il biomonitoraggio e i trattamenti previsti per i residenti con della zona rossa. (P.E.)
IL CORRIERE DELLE ALPI – Sabato, 29 luglio 2017