Il Parlamento europeo critica le procedure dell’EFSA contro i conflitti di interessi: sono troppo deboli. Una procedura “onerosa e opinabile”, che dà “adito a interrogativi circa la credibilità e l’efficacia” e non ha contribuito a “dissipare i timori sull’imparzialità degli esperti dell’Autorità”. Così si esprime una risoluzione approvata dal Parlamento europeo (nella sua penultima sessione prima delle elezioni per il suo rinnovo) in merito alla gestione dei conflitti di interesse da parte dell’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare.
Nel 2012, dopo i rilievi della Corte dei conti europea, l’Efsa ha adottato una nuova politica in materia d’indipendenza e di processi decisionali in ambito scientifico, che però viene ancora giudicata “onerosa e oggetto di critiche”, perché affida ai capi unità il compito di vagliare le eventuali situazioni di conflitto d’interesse, “generalmente valutate caso per caso”.
L’EFSA non riesce ancora a convincere in merito alle procedure che dovrebbero garantire pareri scientifici indipendenti
Il Parlamento europeo chiede una procedura più semplice e con meno incertezze, valutando la possibilità di affidare tale compito a personale specializzato e non accettando l’abituale prassi, secondo cui gli esperti dell’Efsa possono rendere anonimi i loro interessi, utilizzando la dizione “società privata”. Infine, la risoluzione del Parlamento europeo chiede all’Efsa di “applicare un periodo di riflessione di due anni a tutti gli interessi concreti connessi al settore agroalimentare, includendo il finanziamento della ricerca, i contratti di consulenza e le posizioni decisionali nelle organizzazioni influenzate dal settore”.
Beniamino Bonardi – Il Fatto alimentare – 9 maggio 2014