La manovra varata dal governo pesa per ben oltre la metà sulle famiglie italiane e deprimerà ulteriormente i consumi. Nel suo intervento introduttivo in occasione del Meeting 2011, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi traccia un quadro della situazione allarmante e chiede che di “cambiare rotta e rendersi conto che, per reperire risorse, sono necessari tagli alla spesa poiché la pressione fiscale effettiva è alla soglia insostenibile del 54%.
La previsione trova conferma anche nelle stime della Cgia di Mestre: “Per i contribuenti onesti è sicuramente una notizia shock: nel 2014, gli effetti complessivi delle manovre correttive di luglio e di Ferragosto faranno schizzare la pressione fiscale reale oltre il 54%”, afferma il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, indicando che si tratta di un livello “che rischia di deprimere l’economia e gettare nello sconforto milioni e milioni di italiani fedeli al fisco”.
Intanto il direttore centrale dell’accertamento dell’Agenzia delle Entrate, Luigi Magistro, ha illustrato gli effetti della manovra, in particolare in merito all’evasione, spiegando che sarà sufficiente un’imposta evasa di 30mila euro per far scattare i reati di dichiarazione fraudolenta o di omessa dichiarazione e di 50mila per quello di dichiarazione infedele. Sono queste, infatti, le nuove soglie di rilevanza penale dei reati fiscali fissate dalla manovra, con cui può partire una nuova stagione di lotta all’evasione fiscale. Con le nuove disposizioni, ”si amplia enormemente la platea degli evasori che rischieranno di rispondere penalmente per l’evasione: prima si trattava di alcune decine di migliaia, oggi sono alcune centinaia di migliaia”.
Per poter mantenere il livello di consumi durante la crisi le famiglie hanno eroso il livello dei risparmi: lo sostiene il presidente dell’Istat, Enrico Giovannini: “In italia – ha evidenziato – durante e dopo la crisi la propensione al consumo è aumentata, mentre il tasso di risparmio delle famiglie nel 2010 è calato del 9%. Le famiglie hanno cioè ridotto il risparmio per mantenere i livelli di consumo. Questo – ha aggiunto – significa che le famiglie hanno considerato che la crisi fosse temporanea, transitoria mentre ora – ha fatto notare – si stanno rendendo conto che la crisi non è provvisoria e i dati sul clima di fiducia stanno peggiorando ulteriormente visto che le misure prese nella manovra prefigurano 3-4 anni di stretta molto forte”.
Secondo la Codacons che ha effettuato un monitoraggio in 10 città italiane, i prezzi sono aumentati già nel 35% degli esercizi commerciali e la stragrande maggioranza dei distributori di carburante stamattina aveva aggiornato al rialzo i prezzi alla pompa.
Con aumento Iva, 140 euro in più a famiglia. L’aumento dell’Iva stabilito dalla manovra economica si tradurrà in 140 euro di aumento medio annuo per ciascuna famiglia, stando a quanto sostiene Venturi, secondo cui l’aumento di un punto dal 20 al 21% graverà per il 70% sulle famiglie. L’aumento – sostiene lo studio diffuso nel corso del meeting – sarà più marcato al Nord-est (166 euro a famiglia ogni anno), seguito dal Nord-ovest (158), dal Centro (138), Sud (113) e Isole (102). Guardando alle professioni, la crescita sarà di 220 euro per imprenditori e professionisti, 170 per i lavoratori in proprio, 189 per impiegati e dirigenti, 149 per operai e assimilati, 104 per i pensionati e 95 per altra condizione (cassintegrati, disoccupati). La manovra sull’Iva, inoltre, unicamente per la parte riguardante i consumi delle famiglie, sempre secondo lo studio inciderà dello 0,48% sull’inflazione e porterà un gettito annuo aggiuntivo di 3,4 miliardi di euro. Confesercenti sottolinea poi alcune incongruenze dell’aumento dell’Iva. ”Appaiono anacronistiche – viene sottolineato – due aliquote molto diverse (4 e 10%) gravanti su beni alimentari le cui differenze sono demandate a complesse definizioni e a scarsa o nulla logica”. Inoltre, viene evidenziato, ”si paga il 20% di Iva se si acquista il caffé da preparare in casa, mentre se lo si consuma al bar viene gravato del 10%”.
Crescita zero. “Sulla crescita economica – ha detto Venturi – i conti, dopo la approvazione della manovra, non tornano: dalle previsioni aggiornate Confesercenti-Ref risulta che le speranze di ripresa nel 2012 svaniscono con un Pil che crescerà solo dello 0,1% e con i consumi delle famiglie bloccati su una allarmante crescita zero rispetto al 2011 (dopo aver registrato nel 2010 l’1% e quest’anno solo lo 0,5%). La nostra stima è che gli interventi diretti e indiretti della manovra graveranno sulle famiglie per 33 miliardi dei 54 complessivi”.
Scelte coraggiose anche contrarie a politica. Il presidente di Confesercenti ha poi sostenuto che “servono scelte coraggiose anche in contrasto con forti interessi politici che possono essere rimossi solo con pressioni decise ed ampie dei cittadini-elettori”. Perché, ha affermato ancora Venturi, “per l’Italia come per l’Unione Europea è sempre più centrale intervenire sul binomio debito/bassa crescita. Il debito può essere gestito solo con le armi della crescita e della fiducia, tenendo conto anche dello strapotere di grandi capitali che viaggiano senza controlli da un continente all’altro alla ricerca di rendimenti vantaggiosi e dell’irrompere sulla scena mondiale di altre economie che condizionano l’andamento economico globale, dalla Cina al Brasile, dalla Russia all’India”.
Repubblica.it – 17 settembre 2011