Di Pietro: «Tomba della democrazia». Rutelli: «Ignominia». Ma da Palazzo Chigi arriva la smentita
MILANO – Prima la notizia e poi la smentita. L’ipotesi di un condono tombale per portare linfa alle casse dello Stato, su cui il premier Silvio Berlusconi starebbe ragionando in queste ore assieme ai suoi più stretti collaboratori, agita la politica italiana. Ma Palazzo Chigi interviene e precisa. «Il governo non ha preso e non prende in considerazione ipotesi di condono. Indiscrezioni del genere a riguardo sono prive di fondamento e vengono escluse nel modo più totale».
IL DECRETO SVILUPPO – I tempi del decreto sviluppo al cui interno dovrebbe essere contenuto il condono sarebbero brevi: «Entro la metà di ottobre presenteremo il decreto sviluppo che opererà con misure concrete ed efficaci nell’interesse dei cittadini, delle famiglie e delle imprese» ha detto Berlusconi. E se dalle fila della maggioranza si alternano voci anche in contraddizione tra loro, con possibilisti e contrari, dall’opposizione è unanime la levata di scudi contro un provvedimento considerato, una volta di più, una punizione per i contribuenti onesti che le tasse le hanno sempre pagate, a vantaggio degli evasori che con una piccola sanzione potrebbero regolarizzare situazioni da provvedimento penale.
LA MAGGIORANZA – «Possiamo considerare tutte le misure, che possono essere fiscali, di condono, e di vendita di immobili, se collegate a un’operazione storica e non iniziative spot» ha detto il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri. Possibilista anche il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, che alle domande dirette dei giornalisti risponde non negando l’eventualità: «si sta discutendo di tutto, tutte le ipotesi sono sul tappeto». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, spiega che l’inserimento di un condono nel decreto sviluppo «non è mai stata materia di discussione nelle nostro riflessioni e negli incontri recenti». Ma sempre dalle fila del governo si alza la voce di Raffaele Fitto, responsabile dei rapporti con le Regioni, secondo cui all’interno del decreto Sviluppo «faremo le valutazioni necessarie senza escludere a priori nulla».
L’OPPOSIZIONE – Unanimemente dure, invece, le reazioni dell’opposizione. Per Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e lavoro del Pd, «il condono è l’emblema del degrado morale dell’Italia berlusconiana ed è la conferma dell’assoluta inadeguatezza del governo Berlusconi ad affrontare i nodi veri che bloccano lo sviluppo del Paese». Il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, parla dell’eventuale condono come di una «tomba della democrazia»: «La verità – dice l’ex pm – è come sempre chiara. Oltre che antidemocratici e con la coscienza sporca questi sono pure degli incapaci. Hanno parlato molto e sempre a vanvera del decreto sviluppo. Adesso che bisogna passare dalle parole ai fatti non sanno più cosa metterci dentro. Quindi ecco che rispunta la sola strada che conoscono – aggiunge -: la più facile, la più ingiusta, la più odiosa e in prospettiva la più controproducente». Francesco Rutelli, leader di Alleanza per l’Italia, sostiene che un provvedimento di sanatoria dei reati fiscali «sarebbe l’ultima ignominia del governo Berlusconi». E i Verdi, pur non rappresentati in Parlamento, alzano la voce: «Con il condono edilizio il governo ha deciso di premiare i ladri e i disonesti e di umiliare i cittadini onesti che hanno fatto mutui e seguito le regole per le proprie case» dice il presidente nazionale Angelo Bonelli. Anche le principali associazioni ambientaliste – Legambiente, Wwf e Fai -, si schierano contro ogni ipotesi di condono, soprattutto se esteso in campo edilizio e urbanistico, ricordando le colate di cemento che sono state sanate e le condizioni di illegalità che, oltre allo scempio del territorio, portano alla mancanza di regole e a tragedie dovute a crolli di immobili realizzati senza rispettare le normative.
LA PADANIA – Un secco no al condono arriva anche delle pagine del giornale leghista «La Padania». «Condono, incentivo all’ evasione»: è il titolo a caratteri cubitali in prima pagina sul quotidiano leghista La Padania in edicola sabato. Nel sommario si riportano le parole del ministro della Semplificazione: «Calderoli: ipotesi da bocciare. Le questioni serie sono altre: entro luglio 2012 la riforma Costituzionale. Entro maggio quella elettorale. Su Napolitano: deve voler bene ai padani».
Corriere.it – 7 ottobre 2011