Cromo e parametri dei perfluori alchilici. Al comitato di sorveglianza che si è riunito a Venezia, presenti tra gli altri Ministero dell’Ambiente e Regione Veneto insieme ai firmatari dell’accordo di programma Fratta Gorzone, a tenere banco sono state in primis le questioni relative ai limiti imposti agli scarichi industriali. Che rischiano di mettere in crisi un intero comparto industriale. Quello della concia in particolare.
Una parte di questi parametri restrittivi è contenuta nel nuovo accordo di programma, di cui si attende il rinnovo, che prevede l’eliminazione totale del cromo. L’altra invece fa riferimento al decreto regionale che impone nuovi limiti per i Pfas, per i C4. «Se non si trova una soluzione sull’immediata applicazione dei parametri richiesta per i perfluori, prevista tra l’altro solo in Veneto – precisa Giorgio Gentilin, presidente del Consiglio di Bacino -. C’è il rischio che gli enti gestori siano costretti a bloccare gli scarichi e quindi a fermare tutto il comparto industriale. Serve una diversa tempistica di applicazione. Non dimentichiamo che gli scarichi industriali, contenenti i perfluori usati come impermeabilizzante, vengono incanalati nel collettore. Non vanno ad inquinare le falde».
PARAMETRI. Per decisione condivisa, nel comitato di sorveglianza sarà un gruppo tecnico, la cui costituzione è prevista a brevissimo, a dover affrontare le questioni cromo e perfluori. «Sono convinto che arriveranno delle risposte concrete – dice il presidente della sezione concia di Confindustria, Bernardo Finco – Anche perché, altrimenti, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di mettere a rischio un comparto industriale che non ha niente a che fare con la questione emergenza sanitaria perfluori. Non siamo noi a scaricare i Pfas in falda, anzi, abbiamo un sistema di depurazione che è un’eccellenza europea».
«Per quanto riguarda invece il cromo, lo zero non esiste – continua Finco -. Noi abbiamo già accettato i limiti europei e scarichiamo a metà, abbondantemente sotto i parametri massimi previsti. Una performance così andrebbe premiata». «La questione dei limiti sui perfluori è complessa – aggiunge il presidente di Arica, Antonio Mondardo – ma il rischio di blocco al comparto c’è. A questo si aggiunge l’eliminazione totale del cromo dagli scarichi. Tecnicamente impossibile. Per questo abbiamo chiesto di riformulare questa parte dell’accordo».
ACCORDO. Per arrivare alla firma del nuovo accordo di programma per il risanamento del bacino Fratta Gorzone, dopo quello scaduto a fine 2015, sarà necessaria la revisione della commissione tecnica. Se ne riparla quindi a fine novembre. Accordo che andrà ad assegnare i 23 milioni di euro residui di fondi ministeriali al bacino Fratta Gorzone: 10 milioni di euro per l’impianto trattamento fanghi e 13 milioni agli enti gestori, 8 ad Acque del Chiampo e 5 a Medio Chiampo «per opere prontamente cantierabili» precisa Giorgio Gentilin. «Vorremmo però che venisse precisata la cifra che il Ministero intende mettere a disposizione a integrazione per il raggiungimento di tutti gli obiettivi» aggiunge Mondardo. «Tutti hanno richiesto a gran voce un comitato per discutere dell’accordo – aggiunge Alberto Serafin, amministratore unico di Acque del Chiampo -. Continuiamo a lavorare quindi in attesa del tavolo tecnico».
Luisa Nicoli – Il Giornale di Vicenza – 5 novembre 2016